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da: Ufficio Stampa e Comunicazione MEC&Partners

Il Salone punta sul Middle East: dalla Turchia 40 delegati e mostra di progetti all’Urban Center di Bologna

Arrivano da 15 Paesi i delegati internazionali attesi a Saie Smart House – che quest’anno punta in particolare ai Paesi del Middle East – per favorire l’incontro delle aziende italiane con buyers stranieri e professionisti dei mercati emergenti. Presso l’International Buyers Lounge si svolgerà infatti un intenso programma di incontri b2b tra le aziende espositrici e i tanti operatori internazionali che hanno confermato la propria presenza.
Nell’area internazionale, organizzata in collaborazione con ICE e UnionCamere Emilia-Romagna, sono attese delegazioni provenienti, tra gli altri, da Vietnam, Kazakistan, Libano, Kuwait, Qatar, Tunisia, Azerbaijan, Iran, Egitto, Marocco, Emirati Arabi Uniti e Turchia, Paese a cui è dedicato un focus particolare.
SAIE ha infatti lanciato un progetto di internazionalizzazione con focus sulla Turchia, per avviare progetti di cooperazione e scambio di know how tra le imprese e le associazioni di settore dei due Paesi, in particolare sui temi della riqualificazione e protezione sismica. La Turchia, già presente all’edizione 2014, porta a Saie Smart House oltre 40 delegati di cui fanno parte rappresentanti dell’Associazione dei contractors turchi (Tmb) e del Ministero della Cultura e 12 architetti, che esporranno le loro opere anche in una mostra su Architettura Contemporanea in Turchia organizzata all’Urban Center di Bologna col supporto dell’Ordine degli Architetti di Bologna e Creative Initiatives e Saie Smart House.
Oltre ad un confronto diretto tra attori istituzionali, associativi, finanziari e imprenditoriali, è previsto – per la prima volta – l’incontro tra progettisti stranieri in visita e quelli italiani presenti al Salone, per favorire gli operatori italiani nella ricerca di potenziali partner internazionali con cui collaborare.
Presso la International Room (Padiglione 25) si svolgeranno incontri di presentazioni di progetti – tra i quali quello di recupero sostenibile in chiave ‘smart’ del porto di Stoccolma: lo Stockholm Royal Seaport – e di opere internazionali realizzate da progettisti facenti parte delle delegazioni invitate a Saie.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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