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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Nella giornata conclusiva del momento Emilia-Romagna all’Esposizione Universale il presidente della Regione e i primi cittadini emiliano-romagnoli hanno affrontato insieme le sfide dei prossimi mesi

«Insieme potremo davvero continuare ad essere uno dei territori più avanzati d’Europa e del mondo. E lo abbiamo dimostrato anche qui ad Expo, dove possiamo dire che il bilancio è più che positivo. Lo abbiamo dimostrato con la presenza di tutti i territori emiliano romagnoli, di tante imprese, consorzi e associazioni di categoria nonché con l’abbinamento con le tante eccellenze del territorio, ad iniziare dalla Ferrari che è esposta davanti allo spazio dell’Emilia-Romagna». Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini concludendo l’incontro con i sindaci dei Comuni emiliano-romagnoli nella Sala della terra del Parco della biodiversità.
Al meeting “La sfida dell’Emilia-Romagna oltre Expo”, organizzato in collaborazione con Anci Emilia-Romagna, sono intervenuti l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il presidente dell’Anci emiliano romagnolo Daniele Manca, il sottosegretario Andrea Rossi e l’assessore al Turismo Andrea Corsini.
La partecipazione dell’Emilia-Romagna all’Esposizione Universale ha puntato su attività di co-progettazione e sulla condivisione di azioni e iniziative con enti locali e territori, nella convinzione che soltanto lavorando insieme sia possibile costruire uno sviluppo di qualità, sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
Facendo tesoro di questa esperienza, nell’incontro con i Sindaci si è discusso di come affrontare gli impegni dei prossimi mesi: dall’attuazione dei programmi comunitari alla realizzazione degli stati generali della green economy, dalle riforme istituzionali all’agenda digitale. «Il dopo Expo l’Emilia-Romagna lo terrà vivo anche con World Food Research Innovation Forum: abbiamo già deciso che si svolgerà una due giorni alla Fiera di Parma, il 9 e 10 maggio 2016, in occasione di Cibus» ha aggiunto il presidente Bonaccini.
Tracciando un bilancio dell’Emilia-Romagna ad Expo, l’assessore regionale Palma Costi ha evidenziato che «ai temi di Expo possiamo dare risposte grazie alla nostra agricoltura, industria, più in generale al manifatturiero, formazione e turismo. Grandi tradizioni coniugate a ricerca e a innovazione. Expo ci ha permesso di ragionare su chi siamo e dove andiamo. Bisogna continuare a capire come continuare questo grande viaggio nel mondo. Il mondo ha una forte domanda nei confronti dei nostri prodotti».
Il presidente dell’Anci Emilia-Romagna Daniele Manca cha sottolineato che «dopo Expo quello che resta ai Comuni, e che ritornerà nelle nostre comunità, è una grande opportunità per costruire nuovo lavoro, nuova crescita economica e anche di essere orgogliosi di appartenete ad una regione che se fa sistema ed è competitiva in Italia ma anche nella dimensione europea e mondiale. I nostri territori nel lavorare insieme – lungo la via Emilia, nella dimensione dell’acqua, dell’ambiente, delle straordinarie potenzialità del mare – possono offrire anche al Paese un grande punto di riferimento per ripartire, per crescere, per costruire lavoro ed opportunità».

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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