I video su Tik Tok. Sfida su treni in corsa:
per i giovani è sintomo di disagio profondo
Paldino (Udicon): serve intervento congiunto di famiglie, scuole e comuni
Bologna – Sono “scene che non dovremmo vedere” quelle diventate nei giorni scorsi virali su Tik Tok, uno dei social più amati dai giovanissimi, in cui degli studenti di ritorno da scuola sfidano la morte aggrappati all’esterno di treni in corsa, tra scherzi e battute, con piedi e mani appoggiati in modo precario a maniglie esterne. Ma questi episodi avvenuti sulle linee ferroviarie locali nei territori tra Reggio Emilia e Modena, rappresentano “un problema slegato in realtà da quello che è l’aspetto dei trasporti”.
Lo afferma, oggi ospite all’agenzia Dire, il presidente dell’associazione dei consumatori Udicon dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Paldino. “Qui parliamo di un disagio sociale dei giovani che non sfocia solo in eventi come quelli. Qualche mese fa abbiamo visto a Modena episodi di bullismo e di gente che veniva aggredita dai ragazzi mentre passeggiava. Questo dovrebbe farci riflettere sul degrado sociale, e penso che la pandemia ha anche aggravato questa situazione, attraverso la didattica a distanza e aumentando l’emarginazione sociale che poi sfocia in questi fenomeni”.
Per Paldino quanto mostrato dai video “è ovvio che impatta anche sui cittadini consumatori che viaggiano, ma come associazione dei consumatori noi riteniamo fondamentale l’apporto delle famiglie. Non ce lo dobbiamo dimenticare mai: ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare il valore della vita perché un ragazzo che si butta su un treno in corsa in quel momento non sta dando valore alla sua vita e questo viene innanzitutto dalla famiglia”.
Poi, continua il presidente dell’Udicon, “ci sono le scuole in cui dobbiamo insegnare ai ragazzi il modo giusto di affrontare la vita, e anche i Comuni , attraverso gli assistenti sociali se necessario, perché parliamo di situazioni di degrado molto grave”.
L’approccio, conclude Paldino, “dev’essere quello di prevenire più che punire. La punizione ci deve essere, ma è evidente che i ragazzi non si riconoscono nel modello di società che noi gli stiamo offrendo e bisogna intervenire per capire cosa c’è dietro questi gesti”. In ultima analisi, conclude Paldino, “un forte disagio sociale che famiglie, scuola e enti locali devono affrontare insieme”.
L’approccio, conclude Paldino, “dev’essere quello di prevenire più che punire. La punizione ci deve essere, ma è evidente che i ragazzi non si riconoscono nel modello di società che noi gli stiamo offrendo e bisogna intervenire per capire cosa c’è dietro questi gesti”. In ultima analisi, conclude Paldino, “un forte disagio sociale che famiglie, scuola e enti locali devono affrontare insieme”.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)