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Emilia Romagna Coraggiosa sul CASO SGARBI:
“A Ferrara gestione della cultura familista. Si dia spazio a tutti”

Da: Federico Amico, Consigliere Regionale Emilia-Romagna Coraggiosa

Mi unisco al coro di preoccupazioni per le politiche culturali di Ferrara. Per molti anni la città è stata un riferimento per le arti e la cultura, capace di attrarre persone da tutta Italia. Penso ai Busker e al festival di Internazionale, alla rassegna Ferrara sotto le Stelle, ma anche all’interessante percorso sull’Ariosto e alla valorizzazione di maestri come Michelangelo Antonioni e Florestano Vancini.

Per questo mi sorprende l’endorsement a Vittorio Sgarbi da parte dell’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori. Le politiche e le azioni messe in campo dalla nuova amministrazione comunale di Ferrara in ambito culturale poggiano su basi solide e possono contare su luoghi di eccellenza come il MEIS e Palazzo dei Diamanti. Eppure quest’ultimo, da centro di produzione culturale, nel giro di qualche mese è diventato un mero contenitore di esposizioni acquistate da altri, disperdendo un patrimonio intellettuale e una tradizione che facevano di Ferrara un centro di eccellenza in Italia e nel mondo. L’operato di Sgarbi, fatte salve le sue presunte competenze di critico, rispecchia l’impostazione fortemente proprietaria e familista che la Giunta di Alan Fabbri sta promuovendo nella città estense.

L’appello del critico ai propri accoliti e sodali è chiaramente quello di disconoscere il ricco tessuto di soggetti culturali attivi da ben prima del suo avvento in città, che ancora oggi continuano faticosamente a lavorare. La smania anticonformista di Sgarbi in questo caso si combina con l’appropriazione indebita dell’assessorato di cui – conviene ribadirlo – non è titolare.

L’erudizione è sempre una risorsa, tranne quando si sposa con interessi particolari e non si mette al servizio della comunità. Soprattutto in questo annus horribilis, le attività culturali devono trovare nelle istituzioni sostegno, facilitazione e supporto, e non certo discriminazioni di tipo ideologico.

Federico Amico
consigliere regionale Emilia-Romagna Coraggiosa

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)