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Da: Faust Edizioni

Biblioteca Ariostea (Sala Agnelli), martedì 11 giugno 2019, ore 17.00 – 19.00.

Presentazione del libro di Daniela Fratti: “Per le vie di Ferrara. Edicole devozionali mariane e simboli religiosi”. Prefazione di Diane Yvonne Ghirardo. Faust Edizioni, collana di Arte ‘Centomeraviglie’.

Ne parleranno con l’autrice: Diane Yvonne Ghirardo (University of Southern California), Giovanni Lamborghini (Archivista Ecclesiastico).
Sarà presente l’editore Fausto Bassini.
Nel corso dell’evento verranno proiettate numerose immagini rare o inedite.
La partecipazione è libera e gratuita.
Con il patrocinio dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, dell’Associazione De Humanitate Sanctae Annae, e del Soroptimist International (Club di Ferrara).

Trent’anni fa vennero censite 137 immagini mariane in tutto il territorio cittadino, entro e fuori le mura. Per questa breve rivisitazione l’autrice Daniela Fratti ne ha individuate, in un percorso aggiornato e originale, 84 solo entro la cinta muraria. Come non restare ammirati dalla bella immagine di Madonna con Bambino in Via Belfiore, accanto al civico 40, affrescata a otto metri da terra? O dalla cosiddetta Madonna del Corridoio, posizionata sulla parete del Duomo prospiciente il campanile?
Alle immagini mariane esistenti tuttora nel centro storico vanno aggiunte due statue: la Madonna nel cortile del Palazzo Arcivescovile e quella che adorna la fontana nel giardino dell’edificio universitario all’angolo tra Via del Gregorio e Piazza Ariostea.
Né si trascureranno altre immagini devozionali ferraresi ‘intra moenia’ di pregevole bellezza e fattura, quali i molti Crocefissi e le rappresentazioni di San Giorgio, San Maurelio, Sant’Antonio, San Giovanni Evangelista, Santa Teresa, San Giuseppe e infine quelle, rubate oppure perdute, di San Pietro e Santa Rita.

DANIELA FRATTI, laurea in Medicina e Chirurgia e master in Psicopatologia e Scienze forensi, ha esordito come scrittrice fantasy con “Cronache gaiane” e “Il mistero del gioiello assiro”, dedicandosi poi alla narrativa con “Gli Dei cambiano” e infine alla ricerca storica ferrarese, incentrata in particolare sulla figura della donna povera fra Seicento e Ottocento.
Ricordiamo “Pirinpinpin, componenti pedofile in una fiaba ferrarese”; “Ferrara risorgimentale e la nascita dell’Asilo Infantile Luisa Grillenzoni”; “È venuto alla Casa involto nelle straze. San Cristoforo de’ Bastardini, diario del soccorso a donne e bambini nella città di Ferrara fra il XVII e il XIX secolo”.
Suoi anche alcuni saggi brevi di argomento storico, sempre dedicati a figure femminili ferraresi tra Seicento e Ottocento, comparsi in raccolte e riviste. Ricordiamo ‘La comare di San Cristoforo e l’erboristeria’ e ‘Spezie e non solo: arsenico e vecchi “soletti” ’, entrambi scritti a quattro mani con Isabella Bagnaresi e pubblicati nel volume collettivo, a cura dell’Associazione De Humanitate Sanctae Annae, “Spezieria ferrarese. L’arte degli Speziali e i giardini dei Semplici” (Faust Edizioni).
È socia dell’Accademia delle Scienze di Ferrara e membro del Soroptimist International, Club di Ferrara.

Da: Faust Edizioni

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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