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Da: Organizzatori

Enorme successo alla Sala Estense per lo spettacolo DANZA INSIEME ideato dal gruppo di danza Jazz Studio Dance Uisp Ferrara diretto da Silvia Bottoni (che ha curato anche la regia dello spettacolo). Tante scuole di danza si sono esibite lo scorso 23 febbraio per raccogliere fondi a favore della Fondazione ADO onlus per la costruzione della Casa del Sollievo. La serata patrocinata dal Comune di Ferrara ha mostrato tanti generi di danza diversi che hanno appassionato le tantissime persone che gremivano la Sala Estense strappando applausi continui ad ogni esibizione. Lo spettacolo ha scatenato l’entusiasmo del pubblico e degli interpreti che hanno dato il meglio di sé con tanto impegno ma anche molta preparazione nelle varie esibizioni. Si sono alternati balletti di danza classica, moderna, contemporanea, hip hop, break dance in un mix esplosivo di energia e professionalità. Le coreografie di Silvia Bottoni, Eleonora Balleri, Vladislav Kniazev, Martina Saccenti, Luisa Tagliani, Federica Massa, Andrea Marici, Giulia Masetti, Laura Govoni, Sara Devecchi hanno mostrato la grande diversità di generi e di stili che vengono insegnati e studiati presso le varie scuole partecipanti: Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara; Scuola di danza “Le Palestre”; Gruppo Danzamando; Club 570; TCKEY – Gym & Tonic; JazzLaB – Ouverture di Melania; Scuola di danza “Luisa Tagliani” e hanno messo in luce il talento di molti interpreti. Si sono susseguiti momenti coreografici molto intensi ed emozionanti: coreografie che hanno evidenziato spunti originali e grande armonia di movimento. Sequenze classiche e contemporanee fluide ed eleganti, intense e dense di energia ed emozioni. Originali e dinamiche le sequenze di danza moderna su musiche di grande presa. Coreografie molto diversificate quindi che alternavano momenti corali ad assoli e a bellissimi passi a due, mostrando un uso dello spazio molto vario. I livelli interpretativi e di movimento erano perfettamente adeguati alla preparazione dei danzatori senza eccessi e sbavature: segno che la qualità del movimento semplice o più elaborato proviene da esperienze acquisite con studio rigoroso e volontà. Ritmo, eleganza di esecuzione, scelte musicali molto indovinate hanno tenuto alta l’attenzione del numerosissimo pubblico. Bravi quindi tutti gli interpreti: dai più piccoli che con grande disinvoltura hanno saputo nascondere qualche indecisione a quelli più adulti. Grande equilibrio coreografico, musiche coinvolgenti, belle luci e costumi. La Fondazione ADO ha raccolto offerte che andranno a sostegno di questo importante progetto e ha ringraziato sentitamente gli organizzatori e partecipanti per la meritevole opera e la professionalità evidenziata pronti per la prossima comune esperienza!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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