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Il mese dedicato alla danza di Ferrara Off si conclude questa settimana con due performance: Sabato 28 luglio alle 21.30 Il teatro ospiterà la performance finale ‘Tance Project’, esito del percorso che si è svolto tutti i lunedì di luglio, a cura di Elisa Mucchi, e che ha visto il linguaggio del Tango Argentino accostarsi a quello della Danza e Musica Contemporanea. 
Domenica 29 luglio invece, alle 21.30, avrà luogo ‘Giochi da Giardino’ la restituzione pubblica del lavoro di ricerca coreografica, frutto della residenza a Ferrara Off, di e con Stefano Babboni, Martina Danieli, Elisa Mucchi, Giulio Petrucci, Giacomo Sacenti a partire dalle suggestioni de ‘Il giardino dei Finzi-Contini’ di Giorgio Bassani. 
È il romanzo a proporre le tematiche centrali volte all’ideazione di un percorso di ricerca, che accompagnerà l’osservatore a perdersi nelle nebulose azioni del gruppo. Il contesto storico suggerisce l’immagine di un essere contemporaneo e attuale, che denuncia gli atteggiamenti indifferenti alle ingiustizie interne ed esterne alle mura ipotetiche di un luogo o di un corpo. L’indagine esplora la natura umana che tenta di nascondere ciò che si teme o non si accetta, elaborando soluzioni ludiche sovrapposte per insabbiare la realtà dei fatti. In questo caso riferimenti granitici come il campo da tennis, il giardino e le mura Ferraresi elaborano il chiaro rimando a un immaginario idilliaco, in cui la vita sembra poter non cessare mai, incurante della situazione in atto. Il desiderio di afferrare una forma effimera e indefinita pare somigliare al misterioso enigma che avvolge l’opera di Bassani. Gli autori/interpreti giocano la loro partita senza sapere fino in fondo dove la loro intuizione li guiderà, accettando comunemente l’esistenza di una linea logica che non prevede un percorso prestabilito, ma che ne rivela, a ogni sessione, la sorpresa di potersi conoscere nuovamente.
‘Giochi da Giardino’ è il primo appuntamento del progetto ‘Tradire Bassani’ – percorso di letture, performance, spettacoli che reinventano e reinterpretano l’opera del celebre autore ferrarese – a cura di Ferrara Off, realizzato grazie al contributo del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani.
Ingresso alle serate: 8 € soci Ferrara Off, 10 € non soci (inclusa tessera associativa 2017/2018).

Da: Ferrara Off Teatro

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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