Skip to main content

Accordo bipartisan sulle modifiche alla lr 11/2012. Tutela fauna ittica e lotta al bracconaggio

Da Ufficio stampa Gruppo Partito Democratico

Le dichiarazioni di Paolo Calvano, Alan Fabbri e Marco Pettazzoni

È la lotta al bracconaggio ittico nelle acque interne il punto focale della nuova legge regionale approvata oggi in Assemblea Legislativa con il voto favorevole di Pd, SI, Lega Nord, FdI-An e l’astensione di M5S. La legge va a semplificare e alleggerire le norme in materia di tutela della fauna ittica ed esercizio della pesca nelle acque interne, il cui processo di razionalizzazione era già iniziato con l’approvazione della l.r. 13/2015 sul riordino istituzionale.

Al centro della nuova legge, che va ad integrare quella di riferimento del settore, ovvero la n. 11/2012, c’è il contrasto al bracconaggio ittico; un fenomeno dilagante lungo l’asse del Po e che nel Ferrarese sta assumendo dimensioni sempre più pericolose. Considerato che si tratta di gruppi spesso organizzati e particolarmente aggressivi, ora risultano notevolmente inasprite le sanzioni, sia dal punto di vista pecuniario, sia prevedendo la confisca e il sequestro del pescato, dei natanti e anche dei veicoli utilizzati per trasportare il pesce ottenuto abusivamente, fino al sequestro della licenza di pesca. Modificati e resi ancora più stringenti anche alcuni divieti, a partire dal divieto di gettare e salpare le reti e di trasportare pesce dal tramonto all’alba.

Alla legge seguiranno in tempi stretti un regolamento di attuazione a cura della Giunta regionale e la redazione del Piano ittico regionale oltre ad altri più specifici come il Piano di gestione dell’anguilla.

«Con questa legge abbiamo dimostrato che ci possiamo togliere le casacche dei partiti nel momento in cui condividiamo la volontà di affrontare un problema e trovarvi soluzioni condivise. – è intervenuto nel dibattito Paolo Calvano, consigliere Pd – Oltre all’importante divieto di pesca dal tramonto all’alba senza adeguata documentazione giustificativa, con gli emendamenti che abbiamo condiviso è stato introdotto il divieto di pesca nei canali posti in asciutta e nelle aree golenali allagate». «Avevamo la necessità di colpire chi minaccia gli equilibri ambientali del nostro territorio e tutelare i professionisti che creano reddito e vivono grazie all’attività di pesca nelle acque interne. – ha proseguito Calvano – Il confronto portato avanti dai gruppi di maggioranza e di opposizione, con il supporto delle associazioni piscatorie, dei funzionari dell’assessorato e di coloro che sono preposti al controllo e alla vigilanza sul territorio, ha portato a formulazioni migliorative rispetto al progetto di legge inizialmente presentato.»

«Un passo importante – ha spiegato in Assemblea legislativa il capogruppo regionale Ln, Alan Fabbri – anche se non risolutivo. Perché occorre presto anche una legge nazionale, che consenta di agire con pene detentive per i pescatori di frodo rumeni, che costituiscono un’associazione a delinquere senza scrupoli.» Per questo, Fabbri sottolinea la necessità di una “mappatura” organica del fenomeno, nonostante la legge regionale consenta intanto di agire con strumenti amministrativi e sanzionatori (previsti dagli articoli 18-29 della nuova legge) con forme di vigilanza ittica, che ora viene praticata dalla Polizie provinciali e dalle associazioni di volontari e pescatori sportivi. In corso di definizione anche i protocolli per una legislazione condivisa con le regioni vicine (Lombardia e Veneto), perché soltanto con una pluralità di attori in campo si potrà sconfiggere il bracconaggio. La nuova legge disciplina sia la questione dei pescatori di professione, che la pesca sportiva, prevedendo anche momenti di “stop” all’attività per consentire il ripopolamento delle specie ittiche. «Abbiamo ritenuto importante inserire anche misure quali il sequestro del pescato e dei natanti – aggiunge il relatore di minoranza, il consigliere Ln, Marco Pettazzoni -. Riteniamo però necessario anche prevedere un deflusso minimo delle acque, quando i canali vengono svuotati dai Consorzi, per attività manutentive, ed anche un fondo per smaltire le carcasse del pesce, quando questo viene rinvenuto morto o in condizioni igienico-sanitarie non adatte al suo trasporto. Gli enti che devono occuparsi dello smaltimento non devono sobbarcarsi gli interi costi», ha aggiunto Pettazzoni. Alan Fabbri, invece, ha ricordato che si tratta solo «di una battaglia, in una guerra che sarà lunga, contro bracconieri dell’Est che costituiscono un’associazione a delinquere ed una piaga su di un territorio come ad esempio il Ferrarese, disseminato di fiumi e canali. E che vede a rischio di depauperato il proprio patrimonio ittico.» La Lega Nord ha ringraziato anche il contributo arrivato dall’aula e da Polizie provinciali e volontariato, che «hanno saputo fornire spunti importanti, per migliorare il testo e prevedere le azioni di contrasto necessarie.»

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Riceviamo e pubblichiamo