La Rievocazione Storica a Ferrara, un viaggio alla scoperta del tardo XIV secolo
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da: ufficio stampa Compagnia d’Arme del Santo Luca
Sono ormai passati 2 anni da quando la Compagnia d’Arme del Santo Luca ha dato vita alla Rievocazione Storica a Ferrara. Molte persone si chiedono cosa effettivamente voglia dire “rievocare”… molti confondono la Rievocazione Storica con il mondo dei Pali (a Ferrara è presente il Palio più antico del mondo) e spesso vengono proposti eventi e personaggi di pura fantasia hollywoodiana, spacciati per “rievocazione storica” e legati a uno stereotipo di immaginario medievale che fin da bambini ci siamo abituati a vedere sul grande e piccolo schermo.
La vera Rievocazione Storica è tutt’altra cosa: la ricostruzione di abiti, oggetti, armature, armi e accampamenti rispecchia perfettamente illustrazioni e fonti storiche accertate; ogni “rievocatore storico” si dedica allo studio e alla preparazione degli usi e costumi dell’epoca rievocata, si addestra nell’uso delle armi, nella disciplina militare e cerca sempre la riproposizione più veritiera possibile di quello che la storia ci ha consegnato fino ad oggi.
La Compagnia d’Arme del Santo Luca si è data questi obiettivi e attualmente conta 12 componenti tra militari e civili, partecipa a rievocazioni storiche in buona parte del nord e centro Italia e ha conseguito numerosi successi nei diversi tornei di fanteria e cavalleria durante i suoi 2 anni di attività.
“Per noi la parola d’ordine è ‘divertimento’ – racconta Marco Roccella, segretario della Compagnia – siamo quasi tutti ragazzi giovani, l’età media è 24 anni, abbiamo creato un gruppo molto affiatato e tutte le settimane lavoriamo duro per affinare la scherma storica, allenarci al combattimento in armatura e alla disciplina militare. Quest’anno siamo contentissimi poiché siamo riusciti a chiudere una stagione molto ricca di eventi (a dicembre 2016 le attività svolte nell’intero anno ammonteranno a 27 eventi) e il gruppo continua a crescere sia di numero che di passione”.
Chiunque sia interessato a provare questo mondo, anche senza necessariamente dover combattere, ma interpretando semplicemente personaggi e mestieri non legati al mondo militare, può trovare tutte le informazioni sul sito www.compagniadarmedelsantoluca.it, sulla nostra pagina Facebook o scriverci una mail a: compagniasantoluca@gmail.com.
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
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