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Da ufficio stampa Teatro Nucleo

LUNEDì 16 APRILE ALLE ORE 17

c/o Teatro Julio Cortàzar , via Ricostruzione 40 Pontelagoscuro

TOTEM ARTI FESTIVAL 2018

Nato nel 2013 da un’idea del Teatro Nucleo e dalla necessità di attivare nell’area di Pontelagoscuro, borgo situato nella periferia nord di Ferrara sulle rive del Po in cui il Teatro Nucleo lavora tutto l’anno, un appuntamento annuale col territorio il festival è momento sì di festa ma anche di riflessione collettiva su temi a noi molto cari come quello della rigenerazione urbana, dell’”apertura alla bellezza”, del diritto/dovere alla cultura, della articolazione di una proposta culturale partecipata, in un’ottica di maggior coinvolgimento degli abitanti del territorio non solo per quanto concerne la fruizione culturale, ma anche in termini di audience engagement, ossia di una partecipazione pratica della comunità alla progettazione e realizzazione di eventi/momenti socio-culturali capaci di “significare”, modificare e, talvolta, migliorare il contesto urbano in cui si agisce.

Nell’arco delle cinque edizioni precedenti sono approdate a Pontelagoscuro decine di gruppi musicali, teatrali e compagnie di danza, che hanno portato linfa e colore in un’area periferica raramente attraversata da eventi culturali, e quest’anno il coinvolgimento del territorio passa anche attraverso la selezione degli artisti. Infatti, tramite la call “Totem Arti Festival 2018” saranno selezionati tre spettacoli scelti da una giuria composta dagli studenti dell’Istituto Comprensivo Cosmè Tura , coadiuvati dal Teatro Nucleo e da un gruppo di critici e giornalisti

La sesta edizione del TotemArti Festival sarà dunque improntata su una prospettiva di maggior radicamento sul territorio, e infatti il programma complessivo, costruito su una idea di maggior trasversalità possibile, prevede spettacoli sia in luoghi chiusi che all’aperto, teatro ragazzi, concerti e interventi musicali e performativi, laboratori. Tutti i momenti del festival si articoleranno negli spazi in cui si è maggiormente sentita la necessità di intervenire con l’arte.

Il filo rosso per l’edizione del 2018 saranno le relazioni: personali, politiche, astratte, sociali, poetiche, necessarie o impossibili . Le relazioni sono alla base della sopravvivenza del genere umano, del sano funzionamento di una città, dell’accrescimento del senso di civiltà e comunità, oltre che della costante ricerca della felicità.

Partendo proprio da questi spunti di riflessione abbiamo cercato di dare un taglio alla direzione artistica del festival non tanto incentrato sugli spettacoli che ci “piacciono di più”, o che si avvicinano di più al “teatro che ci piace”, quanto piuttosto mirato ad individuare lavori che ci aiutassero a porre domande sul tema delle relazioni e ad approfondire la nostra indagine in tal senso.

Il Totem compie sei anni e sente la necessità di uscire, forse allontanarsi dal teatro per incontrare il teatro vero, quello che accade da sé negli angoli delle strade (E. Goffman docet), quello che si allunga, si distende, si arrovella per arrivare fino alla scuola , fino alla piazza e ai suoi portici di cemento, nelle case e tra i banchi del mercato, tra le voci e gli sguardi della gente.

contatti : www.teatronucleo.org, www.totemartifestival.com

Facebook : TotemArtiFestival /TeatroNucleo-TeatroJulioCorta​zar

Instagram: teatronucleo

per info : info@teatronucleo.org – 3489655709 (Natasha)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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