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da: organizzatori

IMG_1418“Cantare è una passione che mi porto da quando ero in fasce. E se lo dice mia madre… Quando posso, canto e mi diverto, da sola o in compagnia ed, oltre al canto, amo anche la fisicità dell…boxe! Musica e sport sono due passioni per me indissolubili!”
Sono queste le prime parole di Denise Maestri, giovane promessa del canto, unica ferrarese che parteciperà domenica 31 luglio 2016 al “DO-RE-MI-Festival”, il Festival Canoro ideato dal dj radiofonico di Delta Radio, nonchè autore, Paolo De Grandis. Denise sarà tra i protagonisti del 1° FESTIVAL CANORO “TERRAZZA AL LAGO” presso il Ristorante Pizzeria Medioevo di Volto di Rosolina (RO), a due passi dal mare, che inaugurerà la sua nuova “Terrazza al Lago”, fiore all’occhiello di una struttura già ampiamente apprezzata.
Denise sembra avere le idee chiare in merita alla sua partecipazione: “Il fatto di essere l’unica a rappresentare la mia provincia, mi da una grande carica! Ho sempre cantato per diletto, ma se c’è da combattere, io non mi fermo. Nemmeno davanti ad un microfono!”
SOltre a Denise, parteciperà un nutrito gruppo di Chioggia: Lisa Fabris, la giovanissima Annalisa Rizzo, Claudia Sfriso e Glenda Ciriello, mentre Alessandra Mazziero e gli Horror Vacui arriveranno dalla bassa padovana. Poi giocheranno in casa Alessia Ruzza, Giorgia Nordio, Kamel Hmed (T-Make) e Thomas Mazzon (The Wave) di Rosolina, Davide Petrucci (Dave) ed Andrea Gulmini (Zhero) di Ariano Polesine e Corbola, Daniele Marangon, Maria Grazia Mantovan, Dialma Gnan e Nicole Ferro di Porto Viro.
Domenica 31 luglio la seconda semifinale, ospiterà GIOVI , giovanissimo vincitore del Concorso che si è svolto allo Spirito di Viganano Mainarda.Oltre ai varie riconoscimenti per i più meritevoli, il 1° classificato avrà possibilità di incidere un proprio album. Per gli altri, riconoscimenti, possibilità e divertimento assicurato.
Ciliegina sulla torta, la finale di domenica 7 agosto, sarà seguita in diretta radiofonica web da LITEFM: la radio sarà in collegamento con il suo CEO Giuseppe Troja, con altre 5 radio nazionali, dalla Sicilia al Lazio edal Piemonte alla Lombardia, con una media contatti di tutto ed assoluto rilievo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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