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da: organizzatori

Il 7 Virtual Jazz Club inizia la ricerca di talenti del jazz, provenienti da tutte le
parti del mondo. 4000 Euro per il vincitore assoluto.
Milano, Italia, 15 aprile 2016
Il 15 aprile 2016, il 7 VIRTUAL JAZZ CLUB inizia la sua ricerca di talenti del jazz
in tutte le parti del mondo, con particolare attenzione alle scuole di musica, ma
anche a tutti quei musicisti che vogliono emergere. 4000 Euro é il premio in palio
per il primo classificato, 2000 Euro per il secondo, 1000 Euro per il terzo.
I solisti e i gruppi possono partecipare semplicemente inviando una video
esibizione della durata massima di 7 minuti.
Una giuria internazionale, costituita da alcuni tra i più grandi giornalisti, storici e
critici di jazz del mondo, e presieduta da Filippo Bianchi (dal 2000 al 2011
direttore di “Musica Jazz”, insignito del Django D’Or nel 2003), valuterà i video
pervenuti, selezionando i più meritevoli.
Michael Pronko – insegnante di cultura americana alla Meiji Gakuin University
di Tokio, oltre che critico musicale per testate come Jazz Colo[u]rs, Jazzin, Jjazz,
Newsweek Japan, The Japan Times – è entusiasta del ruolo che ricoprirà in giuria:
«Questo concorso aiuterà il jazz verso un’audience più ampia. La competizione e
la possibilità di essere visti da tutto il mondo è una cosa fantastica. E come
spesso si dice: tutti sono vincitori.»
«Il jazz è molto di piú di un genere musicale: è un stile di vita» ha detto Sandra
Costantini, direttore artistico di Europe Jazz Network, presente tra i giurati di
nazionalità Italiana. «Vogliamo attingere da quello stile di vita in tutto il mondo e
dare a talenti nascosti la possibilità di brillare. Siamo curiosi di vedere ciò che i
partecipanti ci manderanno e non vediamo l’ora di proclamare il vincitore.»
Walter Kolosky, giornalista musicale Americano, che ha tenuto conferenze in
tutto il Mondo ed è conosciuto per il suo libro dedicato alla leggendaria
Mahavisnu Orchestra (“Power, passion and beauty”) dice: «Era ora che la
comunità internazionale di jazz si avvalesse dell’opportunità che internet offre
per far conoscere il Jazz e la cultura Jazz in tutto il mondo. Sono davvero onorato
di essere associato a questa avventura jazz globale.»
Valerio Pappi, direttore artistico del 7 Virtual Jazz Club, dice: «Sono orgoglioso
di essere riuscito a raccogliere in un’unica giuria, critici musicali provenienti da
ogni parte del mondo, appartenenti a importanti testate come All About Jazz, Jazz
Gazette, Musica Jazz, Citizen Jazz. Credo che questa eterogeneità di giudizio
possa garantire il principio meritocratico che porterà alla vittoria davvero i
migliori.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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