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Volontariato in FEsta ! Ferrara 7 e 8 ottobre… cosa c’è di originale?

Di feste siamo abituati a vederne spesso, ma Volontariato in FEsta è una festa inusuale, non consueta.
Difficile quantificare il numero di volontarie e volontari nella nostra città. Certamente parliamo di migliaia di persone, inserite in diverse centinaia di organizzazioni di volontariato ed associazioni di promozione sociale, per non parlare delle decine e decine di volontari attivi in gruppi informali, comitati, parrocchie o in progetti specifici.
Un mosaico eterogeneo, vivace, che lavora instancabilmente, il più delle volte lontano da luci e riflettori e che garantisce, giorno dopo giorno, servizi, attività e supporto a migliaia e migliaia di persone della nostra comunità.

Mi si chiederà: Cosa c’è di originale in una festa del volontariato?
Solitamente, il volontariato è talmente concentrato nelle gestione delle attività (sanitarie, sociali, culturali, sportive, di tutela dei diritti, ambientali, di protezione civile, ecc) che ha “poco tempo” per organizzare feste, per lo meno feste a cui partecipare con tante altre associazioni. A volte questa prevalenza di attività, rischia di renderlo poco visibile. O meglio, un cittadino probabilmente conosce un certo numero di associazioni, ma fa fatica ad immaginare l’articolazione e la complessità di questo mondo, la sua capillarità e l’importanza della sua funzione.

In qualità di operatrice del CSV, mi capita con una certa frequenza, in riunioni con diverse associazioni, di ascoltare questa frase: ” Tu di che associazione sei? … Ah, non sapevo dell’esistenza di questa Associazione! Ma di che cosa vi occupate? Interessante!“.
Insomma, parliamo di una realtà talmente estesa, che si fa fatica a conoscerla tutta, anche in una città delle dimensioni di Ferrara!

Volontariato in FEsta: spazi aperti di solidarietà, gioco e partecipazione” è una festa del volontariato, per la città.
Un modo per mettere per qualche ora luce su questa ricchezza inestimabile. Sono circa 70 le realtà del terzo settore che hanno risposto alla chiamata di CSV Terre Estensi, coordinatore della iniziativa.
Durante la due giorni che si terrà sabato 7 e domenica 8 ottobre, in Piazza Ariostea, a Ferrara, proporremo giochi e convivialità, in una piazza dove ognuno potrà conoscere da vicino il volontariato che anima la città e, magari, anche mettersi in gioco.

Dicono gli organizzatori: “Facciamo festa perché vogliamo comunicare che partecipare, coinvolgersi, dedicarsi ai bisogni particolari e diversi della città e dei suoi abitanti è importante, ma soprattutto è bello e fa bene a chi dà e a chi riceve. Ciascuno di noi dona un po’ di sé, del proprio sapere e della propria esperienza di vita, e tutti insieme costruiamo un mondo migliore, più colorato e più giusto”

Si parte sabato 7 ottobre, dalle 8.30 alle 13.30, con l’apertura degli stand associativi e i laboratori interattivi “Dire-fare-conoscere” per giovani e studenti di scuole superiori e università.

Domenica 8 ottobre, dalle 15, la festa continua con gli stand delle associazioni ed entra nel vivo con “Pronti, partenza…via! Volontariato senza frontiere”, gioco a squadre per conoscere il terzo settore della nostra città in modo gioioso, attraverso una serie di divertenti sfide da superare, aperto a tutti i cittadini di ogni età. Iscrizioni dalle 15 alle 16.
In palio ci sono ricchi premi proposti da Associazione Fiumana, Canoa Club, Cooperativa sociale Integrazione Lavoro, Cooperativa sociale Il Germoglio, UISP, e inoltre gadget originali per tutti donati dalle tante realtà di volontariato locali.
Ore 18 premiazioni.
Durante i giochi sarà attiva la Biblioteca Vivente grazie alla collaborazione con il Centro per le Famiglie.
A seguire dall
e 19 alle 23.30 musica e iniziative con: Coro delle Mondine di Porporana, Spazio D’Azione esito del corso di danza del Centro Sociale  La Resistenza, Chiara Scaglianti concerto voce e pianoforte, Corpi di Donne restituzione del laboratorio tenutosi al Centro la Resistenza, Petrobras concerto musica afro brasiliana, World Music Balera con Dj Walter Magi.
Grazie al contributo di: Uisp,  Fermac, Telestense, Radio Dolce Vita.
Vi aspettiamo!

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Anna Zonari

Le parole che preferisco sono relazione, ascolto, gruppo, comunità. Ma amo molto anche il silenzio, il canto degli uccelli, camminare in solitaria nelle foreste dell’appennino romagnolo.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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