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da: ufficio stampa Confartigianato

Da alcuni giorni si discute dell’esenzione del ticket del parcheggio, il sabato, chiesto da Ascom per rilanciare il commercio. Una proposta che inevitabilmente soddisfa anche i cittadini. Chi mai si tira indietro di fronte alla possibilità di risparmiare qualche euro? Al contempo, si comincia a parlare – come ogni anno di questi tempi – di legge di stabilità, bilanci degli enti locali e necessità di eliminare le spese improduttive per fare quadrare i conti. Un fronte su cui con difficoltà si trova la quadra tant’è che sorge il dubbio che esistano davvero. Si finisce così spesso per procedere con i tagli ‘lineari’ e l’aumento delle imposte, seppure con le dovute eccezioni. Il risultato è la politica dei tre bussolotti, si spreme a tutti per dare a qualcuno. Ora, l’esenzione il sabato dei parcheggi, chi favorisce? Forse gli esercenti. Forse, ma non è neppure detto. Perché non è detto che gli euro risparmiati arrivino nelle loro casse. Difficilmente è il costo della sosta a disincentivare lo shopping di chi, lo shopping, può permetterselo. Poi, è fuori dubbio che un’operazione di questo tipo favorirebbe il passeggio in centro e quindi la vista delle vetrine e la possibilità di acquisti. Allo stesso modo, però, se per aiutare i commercianti e i cittadini, con questa forma di incentivo indiretto, il Comune rinunciasse ai calcolati introiti di 500mila/600 euro di Ferrara Tua, gli altri imprenditori potrebbero chiedere di spalmare questa stessa cifra sulle aziende con tagli sui costi di gestione aziendale, partendo dall’Imu e dalla Tari su capannoni e negozi (gli stessi negozi che beneficerebbero della gratuità del parcheggio del sabato). In questo caso, peraltro, si tratterebbe di un incentivo di natura diretta e si potrebbe addirittura ipotizzare che a risentirne positivamente sarebbe l’occupazione e quindi la capacità di consumo delle famiglie. Imprenditori e lavoratori avrebbero più danari in tasca. Ora, è ovvio che ogni iniziativa che guarda alla collettività è di per se positiva. Ma è altrettanto ovvio che servono delle priorità. E che non si possono inaugurare ‘politiche’ che mettono in competizione tra loro gli operatori economici, creando dei precedenti. Perché, ribadiamo, se il Comune, in lotta con la diminuzione costante delle risorse, accettasse di non fare pagare il parcheggio il sabato, allora gli imprenditori e le famiglie potrebbero pretendere la riduzione delle imposte. Quindi ai 500/600mila euro di mancato introito per i parcheggi, dovrebbero aggiungersi i 500/600 mila euro per il taglio dell’Imu e Tari alle imprese e alle attività commerciali e i 500/600 mila euro per il taglio dell’Imu sulle abitazioni. Se i Comuni hanno questa possibilità, ben venga. Diversamente, la Confartigianato ritiene sia arrivato il momento di aprire ragionamenti che riguardino tutti, che vedano collaborare il Comune e tutte le associazioni di categoria, in reciprocità. Perché non siamo di fronte alla politica di Robin Hood, togliere ai ricchi per dare ai poveri. Ma ad una guerra tra poveri.

Giuseppe Vancini,
Segretario Generale Confartigianato

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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