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Si è scritto tanto su questo sentiero che fiancheggia per 13 chilometri il canale Burana, da Ferrara a Bondeno. Ma questa è la mia storia personale. Mi è sempre piaciuto fare escursioni e passeggiare su due ruote e da qualche anno ho potuto apprezzare a pieno questa oasi per ciclisti, podisti o amanti della natura. La Ciclabile Burana.
Possiamo pensare che questo percorso ciclo pedonale, risalga al periodo in cui venne scavato l’omonimo canale, agli inizi del 900, forse inizialmente era solo uno stradone che fiancheggiava il collettore. Il Canale fu costruito per bonificare queste terre denominate “terre basse”.

Fu scavato con il sudore della fronte, con badili e con l’ausilio delle carriole veniva esportato il materiale dal gretto, dagli “scariolanti” come si usava in quel periodo.
E’ un condotto di acque meteoriche e di reflusso e bagna le province di Mantova Modena e Ferrara, e viene tutt’ora utilizzato per l’irrigazione dei campi circostanti.

Canale Burana

Io lo percorsi anche con il mio Kajak da Bondeno fino alla località Traghetto, per poi trasbordare nel fiume Reno ed arrivare all’oasi di Vallesanta, ad Argenta, nel Parco Nazionale del Delta del Po, ma questa è un altra storia.

pista ciclabile BuranaOggi parliamo di bicicletta e del tratto piu’ ombreggiato, che inizia sotto il ponte dell’autostrada A 13  Bologna Padova,  per arrivare a Bondeno (FE) e collegarsi ad altri itinerari tra cui la ciclabile “Argine destra Po”.
Sul nostro percorso ciclo pedonale, troviamo 13 ponti che attraversano il collettore, alcuni chiusi per ragioni di sicurezza e altri che si perdono nella campagna o che portano a casolari, a volte abbandonati e dimenticati. Casolari che, mi evocano storie passate di vita contadina, dove attorno all’aia, alla sera, si ballava e si cantava al chiarore e al crepitio del fuoco, unico divertimento, di quei tempi andati dopo la giornata di duro lavoro.

Passiamo il primo ponte e lasciamo alle spalle l’autostrada A13. Subito mi sento immerso in questo paradiso verde, di siepi, di arbusti e fitta vegetazione che ci accompagnerà per quasi tutto il tragitto che manca al paese di Bondeno. Nel percorso possiamo rallegrarci del canto di varie specie di uccelli tra cui merli, ghiandaie, tortore, picchi capinere, cinciallegre, sierpazzole, regoli, gazze, fringuelli, folaghe e tanti altri.

 

Mentre pedalo con la mia bicicletta nel silenzio della natura, che ci avvolge con un abbraccio sereno di pace, mi piace ascoltare il canto di questi pennuti, fischiettando tento di imitarne il verso e a volte sembra quasi che mi rispondano con un cordiale saluto.

Durante il tragitto, non è raro imbattersi in una colonia di pavoni, io ne ho contati circa 9 ma non sempre sono tutti visibili, li possiamo incontrare a circa 3 km dalla partenza, nei pressi di una residenza abbandonata (foto 9) se siamo fortunati, possiamo gioire di una stupenda ruota di penne, meraviglia di questi uccelli che sfoggiano con orgoglio nel periodo dell’accoppiamento.

Pavoni sulla pista ciclabile Burana (foto Valerio Pazzi)

Nelle campagne circostanti, le culture di frutta, grano, frumento, girasoli.
girasoli

La ciclabile denominata anche “Corridoio Ecologico del Burana” è completamente ombreggiata tranne l’ultimo tratto di circa 2 km e 800 metri, le siepi di frangola, nocciolo, sanguinello, pallon di maggio…, che contornano la ciclabile servono da frangivento oltre che da habitat, protezione e riserva di cibo naturale per uccelli, insetti e mammiferi.
Gli alberi ad alto fusto, tra cui possiamo riconoscere il tiglio, il ciliegio selvatico, l’ acero campestre…, creano ombra e condizioni ambientali ideali per la nidificazione per circa 36 specie di uccelli censiti in queste aree.

A circa 4 km dalla partenza, nei pressi del paese di Vigarano Pieve, troviamo un oasi ecologica gestita dal Canoa Club Ferrara, dove si svolgono gare di canoa olimpica, kajak, oltre a campi estivi e ad altre attività a stretto contatto con la natura. Adiacente al CCF, vediamo un molo su canale Burana da dove partono diverse escursioni in battello.

Molo fluviale, attracco sul canale Burana (foto di Valerio Pazzi)

Proseguendo circa 2 km troviamo l’ottavo ponte sul Burana che ci porta alla località Diamantina.

E’ un antico e nobile podere il cui nome deriva da uno degli emblemi della casa d’Este, il Diamante. Si hanno notizie di questo borgo, leggo, dal 1590. Il palazzo con stalle, grandi granai, aia, e torre colombaia è ora visitabile e contiene una ricca collezione di macchine e materiali legati all’arte contadina dei tempi che furono. Tuttora al suo interno sulla grande aia, si svolgono feste paesane, mostre e concorsi canini e felini.

Questa bellissima campagna ha fatto da sfondo recentemente alla registrazione di un cortometraggio del regista Edoardo Pappi, “Gabriella” , dove ho avuto il piacere partecipare in qualità di fotografo di scena.

Foto di Valerio Pazzi: dalle riprese del cortometraggio “Gabriella”, regia di Edoardo Pappi

Ma la ciclabile è anche un luogo dove puoi incrociare ciclisti provenienti da ogni dove e ciascuno con la sua storia, c’è chi tutti i santi giorni la percorre, per solo per passeggiare nella natura e mantenersi in forma, chi arriva da molto lontano e chi si allena in vista di gare importanti

Quest’anno ho incrociato due gentili signori francesi che visitavano il nostro paese in bicicletta.  un altro escursionista, con bicicletta e carrello,  proveniente da Treviglio (BS) e diretto ai nostri lidi per qualche giorno di mare. e proprio ieri un ciclista polacco arrivato sulla ciclabile Burana dopo averf attraversato Germania ed Austria: Dopo aver visitgato Ferrara – mi raccontava – avrebbe proseguito il suo viaggio in Albania, Macedonia, Kosovo, Montenegro, Croazia, Repubblica Ceca …

Prima di Bondeno dopo un paio di tornanti leggeri tra una fitta e fresca vegetazione arriviamo all’ex ponte della ferrovia, ora destinato all’attraversamento ciclo pedonale del Cavo Napoleonico, il canale che collega il fiume Reno al Po e utilizzato durante il periodo estivo per l’irrigazione dei campi, due colombi sulla sommità del ponte mi salutano al mio arrivo. E finalmente dopo aver percorso questo tratto di oasi sprofondato nel verde nella natura, arrivo a Bondeno di Ferrara, al bivio con le altre ciclabili e pronto con la mia bicicletta per una nuova avventura.

Vecchio ponte ferroviario, ora ponte pedonale sul Cavo Napoleonico (foto Valerio Pazzi ) 

Cover: la foto di copertina, come tutti gli scatti che illustrano il testo, sono di Valerio Pazzi, collaboratore e fotografo ufficiale di periscopio.                                                   

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Valerio Pazzi

Insieme alla pittura, la fotografia è sempre stata la sua passione, fin da piccolo. Prima era la pellicola, oggi è il digitale. Con la sua macchina fotografica, attualmente è impegnato nel raccontare la città di Ferrara partecipando agli eventi e raccontandoli. Ama immortalare natura e paesaggi. Ha preso parte attiva, recentemente, al documentario sulla Straferrara e al film Madre Terra. Non ha intenzione di fermarsi …. http://www.pazziperlarte.altervista.org

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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