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Da: Organizzatori

Oggi l’annuncio ufficiale delle due società che prevedono “la creazione di migliaia di posti di lavoro in Italia, Europa e Cina. Le prime assunzioni sono in piano entro la fine del primo semestre 2020”

“L’Emilia-Romagna è onorata di essere oggetto dell’attenzione di un grande gruppo automobilistico come FAW che per il suo primo investimento fuori dai confini della Cina ha scelto di guardare al nostro territorio. E non è un caso, perché questa è la terra dei motori, sede mondiale della Motor Valley, è il luogo dove i cuori non battono ma rombano, dove la passione e la creatività delle persone ha trasformato i sogni in realtà”.

Così l’assessore regionale a Sviluppo e lavoro, Vincenzo Colla, all’annuncio ufficiale che FAW, il più grande produttore di auto cinese con quasi 4 milioni di veicoli venduti in Cina e 90 miliardi di dollari di fatturato, insieme a Silk EV, società specializzata nell’ingegneria e nel design di auto con sedi in Cina e Stati Uniti e in Emilia-Romagna, investiranno in Italia oltre un miliardo di euro per la progettazione, ingegnerizzazione e produzione di vetture di alta gamma full electric e plug-in.

Un annuncio ufficiale giunto oggi, nel corso di una cerimonia on line, dopo che lo scorso 23 aprile era stata siglata una joint venture tra le due società, con l’intento di sviluppare un nuovo ecosistema di innovazione tecnologica e ingegneria automobilistica all’avanguardia unendo competenze e cultura italiana.

“L’Emilia-Romagna – ha detto ancora Colla- è una delle Regioni europee più avanzate nelle relazioni istituzionali, economiche e culturali con la Cina. Il fatto che oggi FAW e Silk EV guardino a questo territorio per realizzare la nuova hypercar elettrica, è un’ulteriore conferma di come il distretto industriale dell’Emilia-Romagna sia un riferimento assoluto per settore automobilistico e motociclistico, in tutto il mondo”.

Il centro di Innovazione, Ricerca & Sviluppo e quello dedicato al Design saranno quindi basati nel cuore della Motor Valley, in Emilia-Romagna, simbolo dell’eccellenza nel settore. La localizzazione degli impianti produttivi, comunicano le aziende, “avverrà nei prossimi mesi e l’accordo permetterà di creare migliaia di posti di lavoro in Italia, Europa e Cina. Le prime assunzioni sono in piano entro la fine del primo semestre 2020. La scelta italiana fa parte di un più ampio piano di investimenti che prevede un ulteriore miliardo e trecento milioni di euro allocati in Cina”.

“L’attenzione alle tecnologie più avanzate e alla ricerca, allo sviluppo green, l’intenzione di lavorare allo studio e implementazione della produzione di auto elettriche e plug-in rappresenta quella sfida che come Regione Emilia-Romagna ci siamo posti per i prossimi anni- ha aggiunto l’assessore regionale-. Uno sviluppo sostenibile verso cui anche la nostra filiera dell’automotive da tempo si è messa in moto. La Regione Emilia-Romagna è pronta a supportare il progetto di investimento attivando il suo Contact point coordinato da ART-ER, l’Agenzia regionale per la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione, per affiancare gli investitori, e attivare eventualmente la Legge regionale n. 14 del 2014 sull’attrattività”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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