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Giovani. Spazi e servizi di aggregazione, multimedialità e creatività: in Emilia-Romagna si punta sui giovani. Al via il bando biennale 2021-2022 della Regione: 1,1 milioni di euro le risorse disponibili per riqualificare la rete esistente e realizzare nuove strutture. La vicepresidente Schlein: “I giovani al centro delle nostre politiche, ripensiamo il futuro insieme a loro”.

Possono partecipare Comuni capoluogo di provincia e Unioni di Comuni, con domanda entro il 9 luglio via web sulla piattaforma informatica elixForms, raggiungibile da Giovazoom. Spesa massima ammissibile di 80mila euro, con copertura della Regione fino al 70%.

Bologna – Incontrarsi, scambiarsi informazioni, dare spazio ai propri sogni e alla propria creatività, lavorare, anche in collaborazione con altri, o cercare un’occupazione.

È ai luoghi di aggregazione, di nuova realizzazione oppure in strutture già esistenti da riqualificare pensate appositamente per i giovani, a cui guarda il bando biennale della Regione 2021-2022, approvato ieri dalla Giunta. A disposizione ci sono 1,1 milioni di euro per potenziare e consolidare, in vista della ripresa delle attività post Covid, il patrimonio di spazi e servizi diffusi sul territorio, rendendolo più moderno e funzionale; con l’obiettivo di consentire una più ampia partecipazione di giovani e meno giovani per socializzare, scambiarsi idee e apprendere reciprocamente, anche con modalità a distanza, promuovendo pratiche collaborative e percorsi di co-progettazione degli interventi con i giovani del territorio regionale.

Le risorse complessive per finanziare il bando, rivolto a Unioni di Comuni e Comuni capoluogo di provincia, sono suddivise in 640mila euro per il 2021 e 480mila euro per il 2022, e provengono dalla quota complessiva dei fondi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per finanziare la legge regionale 14 del 2008 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”. Il contributo della Regione, concesso a fronte di una spesa, da parte degli Enti Locali, che va da un minimo di 20mila a un massimo di 80mila euro per singolo progetto, potrà arrivare a coprirefino al 70% dei fondi impegnati da Comuni e Unioni.

“Il periodo segnato dalla pandemia, così profondamente traumatico, ha imposto la chiusura di spazi e servizi o ne ha profondamente limitato l’accesso, i giovani hanno passato molto tempo in casa e a gestire le relazioni a distanza- sottolinea la vicepresidente con delega alle Politiche giovanili, Elly Schlein-. Abbiamo ritenuto dunque prioritario intervenire, in particolare investendo in luoghi di aggregazione e servizi dove i giovani potessero riprendere ad incontrarsi in sicurezza per socializzare, lavorare insieme ed esprimere pienamente la loro creatività”.

Il bando: come fare domanda, i progetti finanziabili:

Gli Enti locali interessati hanno tempo fino 9 luglio 2021 (ore 13) per presentare domanda di contributo, via websulla piattaforma informatica elixForms raggiungibile da Giovazoom.

Potranno essere finanziati i luoghi e le strutture di aggregazione giovanile (ambienti di coworking e polifunzionali, fab-lab, sale prove, Informagiovani e web radio giovanili) di nuova realizzazione e le loro aree esterne; quelli già esistenti che necessitano di ristrutturazione e riqualificazione sul piano della funzionalità logistica ed organizzativa, mediante acquisto di arredi interni ed esterni e/o allestimenti/potenziamenti tecnologici e strumentali (acquisizione di computer, notebook, stampanti, microfoni, mixer, potenziamento impianti, ecc.).

Potrà essere proposto un unico progetto con l’indicazione della data prevista per l’inizio dell’intervento secondo le annualità 2021-2022; i progetti presentati nel 2021 dovranno concludersi entro il 31/12/2021, quelli presentati nel 2022 entro il 31/12/2022.

Sul sito Giovazoom è presente una mappa di tutti gli spazi di aggregazione per i giovani che la Regione ha contribuito a sostenere in questi anni.

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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