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da: da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

“Esperienza straordinaria. L’mpegno della Regione per favorire ricerca e sviluppo. Disponibili centinaia di milioni di euro, che utilizzeremo tutti e bene”

Bologna – 31 studenti dell’Emilia-Romagna a scuola di alta tecnologia. Per conoscere da vicino l’industria 4.0, ma anche per imparare a sviluppare creatività e imprenditorialità.
Succede al Mast di Bologna, la Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia creata dall’imprenditrice Isabella Seragnoli, che, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, ospita un corso rivolto a un gruppo selezionato di alunni delle scuole superiori della regione. Al centro delle lezioni, il futuro dell’industria digitale: dalle nuove macchine per la produzione automatizzata all’intelligenza artificiale, dai big data alle stampanti tridimensionali.

“Un’esperienza straordinaria, che non a caso si svolge in un luogo altrettanto straordinario come il Mast”. Con queste parole il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha salutato oggi negli spazi della Manifattura i ragazzi del corso. “L’Emilia-Romagna è uno dei territori più industrializzati e innovativi d’Italia e d’Europa. Un traguardo raggiunto grazie a un intero sistema che funziona: quando istituzioni, imprese e mondo della scuola si mettono insieme unendo risorse e idee, i risultati arrivano. Ma siamo convinti di poter fare ancora di più e meglio. Per questo investiamo su ricerca industriale e sviluppo, internazionalizzazione, start up e innovazione d’imprese: a disposizione ci sono oltre 130 milioni di euro, tra fondi regionali ed europei, che utilizzeremo tutti e bene”.

Non a caso l’Emilia-Romagna detiene l’11% di start up in Italia, 680, e ha già aperto un bando da 6 milioni di euro destinato ad avviare o consolidare start up innovative. È anche la regione con il maggior numero, il 50% a livello nazionale, di Corporate Academy, le accademie formative interne alle imprese, e può vantare 19 Fabrication laboratory, i nuovi modelli di business per l’impresa che si strutturano come piccoli spazi per grandi idee innovative.

“Abbiamo investito per costruire luoghi in cui l’innovazione sia a portata di mano- ha ricordato Bonaccini-: per la rete Alta tecnologia sono già stati impegnati 72 milioni di euro e assunti centinaia di nuovi ricercatori. Perché non c’è politica di sviluppo che possa avere successo se non si fonda sulle competenze delle persone, a partire dai più giovani. E abbiamo bisogno della vostra intelligenza- ha detto il presidente rivolto ai ragazzi- del vostro sapere, della vostra intraprendenza”.

Sono quasi 600 i progetti approvati dalla Regione, per 120 milioni di euro, destinati ad accrescere l’istruzione e la formazione professionale, a sostenere le Fondazioni degli Istituti tecnici e le alte competenze per la ricerca. “L’obiettivo è generare sviluppo e creare futuro per garantire ai giovani di poter crescere in una regione europea, innovativa e dinamica”, ha concluso Bonaccini.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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