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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Per la fine dell’anno si punta a garantire almeno il 90% delle prestazioni entro 30 giorni dalla richiesta per le prime visite, entro 60 giorni per le prestazioni strumentali. Possibilità di visita sette giorni su sette, più personale a disposizione, prenotazioni più semplici. E chi non si presenta senza disdire paga il ticket. il presidente Bonaccini: “Vogliamo migliorare ulteriormente i livelli qualitativi di una sanità che è tra le migliori in Europa, diminuendo i tempi di attesa, aumentando orari e giorni disponibili per le visite, creando anche nuovi posti di lavoro”.

Ambulatori aperti il sabato e la domenica in ogni distretto. Possibilità di accedere senza prenotazione ai centri prelievo. Meno burocrazia, con agende più semplici e trasparenti. Pagamento del ticket per chi non disdice. Blocco della libera professione nel caso in cui i tempi d’attesa siano fuori controllo. Questi i punti salienti del piano della Regione, per ridurre drasticamente le liste d’attesa in Emilia-Romagna illustrato oggi a Bologna dal presidente Stefano Bonaccini e dall’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi.
«Con questo piano manteniamo fede ad un impegno contenuto nel programma di governo regionale che riguarda la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie. Una questione che sta molto a cuore ai cittadini alla quale abbiamo dato, a soli sei mesi dall’insediamento della Giunta, una risposta organica. Vogliamo migliorare ulteriormente i livelli qualitativi di una sanità che è tra le migliori in Europa, diminuendo i tempi di attesa, aumentando orari e giorni disponibili per le visite, creando anche nuovi posti di lavoro» ha sottolineato il presidente della Bonaccini.
L’obiettivo preciso è quello di garantire, per la fine dell’anno, almeno il 90% delle prestazioni entro 30 giorni dalla richiesta nel caso delle prime visite, entro 60 giorni per le prestazioni strumentali.Per evitare esami inutili, sarà rafforzata la collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti; entro il 30 settembre verrà adottato un software specifico per il controllo in tempo reale delle liste. Entro il 30 ottobre 2015 saranno coinvolti più medici e infermieri, fino alla fine del 2016, attraverso risorse (10 milioni di euro) dedicate.
«Consapevoli che le liste d’attesa sono il ‘tema dei temi’ per i cittadini proseguiremo giorno per giorno con le Aziende affinché si possa raggiungere l’obiettivo fissato già a fine anno. E ci riusciremo organizzando le Aziende come abbiamo già fatto per gli ospedali agendo con determinazione proprio dove vi sono maggiori criticità nel rispetto dei tempi d’attesa fissati dalla Regione» ha aggiunto l’assessore Venturi.

Un Responsabile unico per i tempi d’attesa
Già nel 2015 la valutazione delle Direzioni generali dipenderà dal risultato sulle liste di attesa e in ogni Azienda verrà nominato un Responsabile unico dell’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, cui verrà affidata la gestione esclusiva e la modifica delle agende e il presidio dei tempi di attesa. Entro il 30 settembre inoltre verrà adottato un software specifico per avere la situazione in tempo reale delle liste. Servirà ad aggiornare quotidianamente le Direzioni generali e il Responsabile unico, in modo da permettere un adattamento tempestivo dell’offerta.

Più professionisti dove c’è maggiore criticità: disponibili 10 mln
Il superamento delle criticità passa attraverso il reclutamento di nuovi professionisti: per questo, il piano mette a disposizione 10 milioni di euro.

Possibilità di visita sette giorni su sette
Per le prestazioni che a settembre 2015 presentano tempi di attesa critici, le Aziende prevedono un ulteriore allargamento dell’offerta nelle giornate di sabato e domenica, e nelle ore serali dei giorni feriali, anche nel privato accreditato.

Prenotazioni più semplici
Verrà ampliato il servizio di prenotazione su CUPWEB (modalità on-line, www.cupweb.it) con l’offerta di prestazioni disponibili. Dal 2016, possibilità di accedere anche tramite “app” su dispositivi mobili (smartphone e tablet). Inoltre, entro il 15 settembre di quest’anno, per le prenotazioni telefoniche verrà attivato un numero verde aziendale.

Chi non si presenta senza disdire paga il ticket
Continuano a essere troppi i cittadini che non si presentano per effettuare visite già prenotate. Oltre a fare in modo che gli utenti ricordino gli appuntamenti già fissati tramite i meccanismi di promemoria, occorre creare le condizioni perché sia possibile disdire le prenotazioni già effettuate e che da queste disdette si originino posti liberi effettivi, da utilizzare per altre persone. I sistemi aziendali devono quindi indicare la modalità con cui è possibile disdire. Delle disdette va tenuta traccia, e queste informazioni devono costituire il presupposto per l’applicazione del ticket alle prestazioni prenotate e non erogate per mancata disdetta, sia per i soggetti non esenti che per quelli esenti ticket.

Semplificazione delle agende e accesso diretto ai prelievi di sangue
Le agende delle prestazioni di primo accesso devono essere strutturate per specialità e non per singolo ambito/quesito diagnostico. Una conseguenza diretta di ciò è che eventuali prestazioni di secondo livello – per le quali prima esisteva un’agenda dedicata – , debbano essere erogate con presa in carico diretta da parte della struttura, senza che il paziente debba ripassare dal medico di medicina generale e dal CUP. Parallelamente le prestazioni disponibili con il CUP e non in agende gestite direttamente devono aumentare; in ogni distretto dev’essere garantito l’accesso diretto ai prelievi di sangue.

Liste di attesa e svolgimento dell’attività libero-professionale intramoenia
Ogni Azienda, in caso di superamento del rapporto tra attività di libera professione e istituzionale sulle prestazioni erogate e di sforamento dei tempi di attesa massimi già individuati dalla Regione, attuerà il blocco immediato dell’attività libero professionale.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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