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Occupazione. Nuova programmazione della Regione per l’inclusione sociale di persone fragili e vulnerabili attraverso il lavoro: 20 milioni di euro per la formazione e l’inserimento lavorativo

La Giunta vara azioni integrate tra i servizi sociali, sanitari, del lavoro per persone che abbiano difficoltà ad accedere a un’occupazione e problemi di natura sociale o sanitaria. Nel 2019 oltre 11 mila persone hanno sottoscritto un patto di servizio. Gli assessori Schlein e Colla: “Un intervento particolarmente rilevante in un momento così difficile come quello attuale”

Bologna – Una nuova programmazione per l’inserimento al lavoro, l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità: la avvia la Giunta regionale, stanziando 20 milioni di risorse del Fondo sociale europeo, che si aggiungono ai 60 milioni già programmati nel triennio scorso. Il finanziamento è suddiviso fra i 38 ambiti distrettuali regionali che sono ora chiamati a realizzare le azioni orientative, formative e per il lavoro.

“Un ulteriore investimento per dare continuità alle azioni di accompagnamento al lavoro volte a sostenere le persone a rischio di esclusione nell’accesso all’occupazione e per generare nuovo sviluppo nell’ottica della coesione sociale, come previsto dal Patto per il Lavoro- affermano la vicepresidente e assessore al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Vincenzo Colla-. Tale intervento risulta particolarmente rilevante in un momento, come quello attuale, così difficile per la situazione sanitaria e sociale globale. Per affrontare la specificità della condizione di queste persone- aggiungono- vanno prodotte soluzioni che ne affrontino le diverse componenti, mettendo in campo processi istituzionali e attuativi che rendano stabile l’integrazione tra i servizi sociali, sanitari, del lavoro, producendo la cosiddetta ‘presa in carico integrata’”.

Con la Legge regionale 14 del 2015, costruita con il contributo professionale di operatori, tecnici e responsabili dei servizi e con il coinvolgimento di organi istituzionali di rappresentanza sociale, la Regione ha inteso affrontare il tema delle persone “fragili e vulnerabili”, quelle cioè che presentano difficoltà ad accedere ad un lavoro e, contemporaneamente, hanno problemi di natura sociale o sanitaria.

Nel corso del 2019 sono state quasi 25 mila le persone intercettate dai servizi e, di queste, oltre 11 mila hanno sottoscritto un patto di servizio personalizzato, comprensivo di misure orientative, formative e per il lavoro, con le équipe multi-professionali dei servizi coinvolti.

Nel corso del 2020 le attività sono rallentate (a ottobre circa 9 mila persone interessate), ma non si sono fermate: in questi mesi difficili sono state costantemente fornite indicazioni operative per mantenere per quanto possibile la continuità dei percorsi delle persone.

Ora, quindi, nuove e ulteriori risorse, anche per affrontare le situazioni di temporanea difficoltà e fragilità delle persone, causate dalla particolare congiuntura economico/produttiva creatasi a seguito dell’epidemia da Covid-19.

La legge regionale 14

In coerenza con il Patto per il lavoro, la Regione ha approvato nel 2015 la legge regionale 14, che sostiene l’inclusione sociale attraverso il lavoro delle persone che si trovano in condizioni di fragilità e vulnerabilità.

Per rendere disponibili le opportunità previste dalla legge, sono stati predisposti 38 Accordi di programma e altrettanti Piani integrati territoriali, che individuano il reale fabbisogno di misure di politica attiva per le persone fragili e vulnerabili in ciascun distretto sanitario dell’Emilia-Romagna.

Per ogni destinatario, una équipe multiprofessionale, costituita dagli operatori dei servizi per il lavoro, del sociale e della sanità, definisce un programma personalizzato di interventi, che combina azioni utili all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Il programma viene riportato in un Patto di servizio, sottoscritto dall’utente. Per realizzare le misure previste dal proprio percorso, l’utente è indirizzato dagli operatori verso uno dei soggetti competenti a livello territoriale incaricati di erogarle.

L’attuazione delle misure, finanziata con risorse del Fondo sociale europeo, è in capo a enti di formazione accreditati e soggetti privati accreditati per i servizi per il lavoro per l’ambito “Supporto all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale di soggetti fragili e vulnerabili”. Questi ultimi costituiscono, insieme agli operatori dei centri per l’Impiego, la Rete attiva per il lavoro, coordinata dall’Agenzia Regionale per il Lavoro dell’Emilia-Romagna.

percorsi di inclusione sociale per sostenere le persone fragili e vulnerabili possono comprendere: percorsi di formazione per il conseguimento di un certificato di competenze o di una qualifica professionale, formazione permanente e attività a supporto della partecipazione a percorsi formativi; tirocini e attività a supporto dei processi di apprendimento nei contesti lavorativi; orientamento specialistico, accompagnamento al lavoro e attività di sostegno alle persone nei contesti lavorativi. /BM

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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