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Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Documentari, racconti teatrali, esposizioni, ricerche sui protagonisti del ‘900, siti e applicazioni. I progetti approvati sono 58: 44 proposti da soggetti privati e 14 da enti pubblici

Più innovazione e creatività, spazio ai giovani, con più progetti in rete per soddisfare anche le misure di distanziamento dovute al Covid-19. Ma anche attività tradizionali come seminari, documentari, racconti e ricerche sui protagonisti del ‘900.

La Giunta regionale ha approvato un provvedimento che assegna 427.500 euro, per il 2020, a sostegno di 58 progetti e iniziative sulla Memoria e la storia del Novecento presentati da soggetti pubblici e privati del territorio regionale.

Tra gli obiettivi prioritari del bando c’erano il sostegno a studio, ricerca e raccolta di testimonianze, la promozione di iniziative culturali, didattiche e formative e la valorizzazione dei luoghi della Memoria e dei percorsi regionali ad essi collegati, anche ai fini della promozione del patrimonio culturale del territorio regionale.

I progetti presentati sono stati valutati in merito alla coerenza con gli obiettivi del programma triennale regionale e del bando, e soprattutto al grado di innovazione delle proposte e al coinvolgimento delle giovani generazioni e dei nuovi cittadini, oltre che alla dimensione dei territori e dei soggetti coinvolti nelle iniziative.

Complessivamente sono pervenute 73 domande: 53 presentate da Istituzioni, Fondazioni e Associazioni senza fine di lucro e 20 da Comuni e Unioni di Comuni. Di queste, sono state ammesse a contributo 58 iniziative: 44 per la parte privata (a cui sono stati assegnati complessivamente 310mila euro e 14 di soggetti pubblici per un importo di 117.500 euro.

Tutte le province sono rappresentate, da segnalare in particolare i 20 progetti tra pubblici e privati finanziati nel territorio della Città Metropolitana di Bologna seguita dalle province di Ferrara e Modena con 8 progetti ciascuna.

Le attività proposte

Mai come quest’anno, in ragione delle vicende sanitarie determinate dalla pandemia da Covid-19 e al conseguente distanziamento sociale, le attività proposte rispondono, con uno sforzo generalizzato, a uno dei criteri di valutazione previsti: l’innovazione; accanto alle tradizionali attività di seminari, laboratori, mostre e rappresentazioni teatrali.

Si contano ben 22 progetti che utilizzano la rete come mezzo privilegiato con, tra questi, la creazione o implementazione di 3 piattaforme dedicate.

Elevato anche l’uso del mezzo video per la realizzazione o diffusione prevalentemente di documentari che ben si prestano a una circolazione e fruizione a distanza e personalizzata. La realizzazione e l’implementazione di archivi, attività prevista da ben 25 progetti, è in molti casi orientata ad una consultazione in rete attraverso la loro digitalizzazione. Rimane imprescindibile, e come potrebbe essere diversamente trattandosi di memoria, il fattore umano che attraverso le interviste realizzate in ben 10 progetti consentirà la trasmissione non solo delle informazioni ma anche delle emozioni di chi, in prima persona, ha vissuto eventi eccezionali del ‘900.

Tra i progetti presentati da soggetti privati (associazioni, fondazioni) troviamo: “Sentinelle di un paesaggio dimenticato del Novecento. I bunker della Linea Galla Placidia a difesa delle coste romagnole” (Pro Loco Marina di Ravenna), un progetto di rete a cui partecipano altre tre associazioni del territorio ravennate, con la collaborazione dell’Università di Bologna; “META/nidi di ragno 2020”, presentato dall’associazione culturale Archivio Zeta, una valorizzazione dei sentieri della Memoria in Emilia-Romagna e “Lo scautismo modenese dalla nascita (1922) al 1968” presentata dall’associazione Stilescout di Modena.

Per quanto riguarda i progetti di Enti locali da segnalare: “La sanità bolognese nella Grande Guerra”, del Comune di San Giovanni in Persiceto; “Una storia di uomini, acque e … guerra” presentato dal Comune di Argenta (progetto di rete che comprende anche altri comuni e associazioni locali) e “Pubblicazione dell’epistolario completo di Francesco Baracca”, del Comune di Lugo.

Per maggiori informazioni in merito alle attività e ai progetti in corso e conclusi è disponibile la sezione Memoria del portale Emiliaromagnacreativa al link:

https://memorianovecento.emiliaromagnacreativa.it/ .

L’atto è consultabile al link: https://memorianovecento.emiliaromagnacreativa.it/wp-content/uploads/2020/06/Documento_finale_GPG20201151-1.pdf .

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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