Skip to main content

Qualità dell’aria a Ferrara: il 2024 inizia in modo preoccupante

Al di là delle dichiarazioni sulla qualità dell’aria nel comune di Ferrara effettuate, poco prima dello scorso Natale, dall’Assessore con delega all’Ambiente Alessandro Balboni, dichiarazioni puramente di facciata rese in occasione della conclusione del progetto Air Break, può risultare utile un riscontro di tali affermazioni attraverso i dati prodotti da ARPAE in particolare nei primi mesi dell’anno, quelli che normalmente presentano il maggior numero di sforamenti specialmente dei valori delle polveri sottili (PM 10 e PM 2,5).

L’Assessore Balboni, come riportato sulla stampa locale e nella rubrica del quotidiano online dell’Amministrazione comunale ferrarese Cronaca Comune, dichiara che in base ai dati raccolti dalle centraline IoT installate in alcune zone della città, nell’ambito del progetto Air Break, la qualità dell’aria di Ferrara migliora, passando, nel corso degli ultimi due anni, da “accettabile” a “buona”.

Il comunicato presenta sinteticamente gli obiettivi del progetto, le metodologie adottate e i partner dello stesso, enti, istituzioni e aziende tra cui l’Università di Ferrara e il Politecnico di Milano.
L’assessore Balboni ha sottolineato nella conferenza stampa che “il progetto Air-Break è riconosciuto come un grande successo” avendo “infatti ottenuto importanti menzioni e premi sia nazionali sia internazionali per la sua innovatività e i suoi risultati concreti”.

Tutto ciò è stato possibile grazie ai 5 milioni di fondi europei che hanno finanziato Air-Break, attraverso il quale è stata raccolta “un’importante mole di dati, sia di natura ambientale, ma anche sulle modalità di spostamento dei ferraresi”, allo scopo, dichiara l’Assessore, di sviluppare politiche di programmazione più efficaci legate alla mobilità.

L’obiettivo “è donare alle nuove generazioni una Ferrara più verde, un’aria più pulita e una città più vivibile”, oltre, grazie alle attività realizzate da Air Break, “ad essere un esempio di coinvolgimento, innovazione e concretezza a livello nazionale e internazionale”.

Osservando i dati presenti sulle pagine del sito di ARPAE relativi alla presenza degli inquinanti atmosferici mi sembra tuttavia ne derivi un quadro un po’ diverso. E questo è confermato non solo dagli allarmi che i media hanno lanciato in queste ultime settimane rispetto agli elevati livelli di inquinamento, in particolare dell’area padana, ma anche dai rapporti di Legambiente Mal’Aria di Città 2024 ed Ecosistema Urbano 2023. 

Il primo, nel comunicato di presentazione di inizio febbraio, apre affermando che “la lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita. I livelli di inquinamento atmosferico sono troppo lontani dai limiti normativi previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La salute dei cittadini è a rischio”.

Poco più avanti: “Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”.

Si tratta di considerazioni molto diverse, quindi, da quelle riportate all’inizio dall’Assessore e dai dirigenti dell’Amministrazione comunale di Ferrara.

Riservandomi di approfondire in un successivo articolo i principali argomenti contenuti nei due rapporti di Legambiente, in questo intervento mi limiterò a riportare alcuni dati di Ferrara e delle provincie emiliano-romagnole relativamente ai soli mesi di gennaio e febbraio riferiti agli ultimi cinque anni (2020-2024).

Come esplicitato nel titolo, il 2024 è iniziato, principalmente a causa delle condizioni meteo favorevoli al ristagno degli inquinanti a terra (precipitazioni quasi nulle, così come la ventilazione, alta pressione e nebbie persistenti), con elevati livelli di inquinamento atmosferico in tutta la pianura padana.

Ferrara ha registrato, dal 1° gennaio fino a fine febbraio, 26 sforamenti relativamente ai livelli delle micropolveri PM 10 (i dati sono riferiti alla centralina di monitoraggio che nell’ambito provinciale ha registrato il valore più elevato), mentre 14 sono stati quelli nel solo mese di febbraio. La provincia con il maggior numero di superamenti del limite (50 µg/m 3 ) è stata Modena con 33 giorni (17 a febbraio) tallonata da Piacenza con 31 e 17, a cui segue Reggio Emilia con 27 e 15 giorni di superamento rispettivamente.

Poi Ferrara, di cui si è detto, che si colloca quarta in questa graduatoria per niente positiva, quindi Parma con 25 e 13, Ravenna (25 e 12), Rimini (22 e 10), Forlì-Cesena (20 e 9) e infine Bologna con 19 sforamenti nei primi 53 giorni dell’anno e 10 nel mese di febbraio.

Come si può notare Modena e Piacenza, rispettivamente con 33 e 31 superamenti nei primi due mesi dell’anno, sono molto vicine al limite dei 35 giorni annui consentiti dalle normative europee, che, a meno di particolarissime condizioni, verranno superati da qui alla fine del 2024. Solo le province di Bologna, Forlì-Cesena e Rimini potrebbero non raggiungere tale limite. La situazione per questo inizio d’anno risulta quindi parecchio critica.

Osservando la tabella riportata, relativamente agli ultimi 5 anni, le province dove già a fine febbraio erano stati superati i 35 giorni limite di sforamento sono state Modena e Piacenza nel 2020 (39 e 36 rispettivamente) e sempre Modena nel 2022 con 36.

I dati in tabella potrebbero suggerire l’ipotesi che dal 2020 ad oggi la situazione sia andata migliorando: il 2023 infatti, ad esclusione di Piacenza (20 giorni di sforamento contro i 17 dell’anno precedente), ha mostrato, nei primi due mesi dell’anno, un numero di giorni di sforamento inferiori non solo rispetto al 2022, ma anche al 2021 e 2020.

Difficile comunque trovare una logica e un andamento coerente, dovendo, da un lato, tenere conto non solo della mutevolezza degli eventi atmosferici, ma, specie nel biennio 2021/2022, anche al leggero calo complessivo dovuto probabilmente alle restrizioni derivanti dalla pandemia di covid-19 nei periodi di lockdown.

2020
2021
2022
2023
2024
Piacenza
36
22
17
20
31
Parma
34
25
19
17
25
Reggio Emilia
33
28
31
24
27
Modena
39
31
36
23
33
Bologna
27
24
20
14
19
Ferrara
34
24
30
20
26
Forlì-Cesena
24
15
15
13
20
Ravenna
29
19
19
19
25
Rimini
28
19
21
15
22
Tab 1

Per completezza di informazione e, come già accennato, in attesa di una analisi più approfondita e complessiva, vengono riportano i giorni di sforamento relativi alla fine del mese di marzo (termine delle misure emergenziali decise dalla nostra regione (misure antismog e misure emergenziali – Provvedimenti antismog, limiti alla circolazione, misure emergenziali, uso di biomasse per il riscaldamento domestico https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria/liberiamo-laria) e al 31 dicembre degli anni dal 2020 al 2023

Analizzando la tabella 2 risulta evidente che i giorni di sforamenti annuali del 2023 sono stati di gran lunga inferiori rispetto agli anni precedenti. Solo Modena (45 giorni), Reggio Emilia e Ferrara (38 giorni) hanno oltrepassato le 35 giornate di superamento dei limiti per le micropolveri PM 10 previsti dalla normativa (oltretutto al 31 marzo nessuna provincia aveva raggiunto i limiti previsti, a differenza invece del triennio precedente).

Una situazione diversa ci mostrano i dati riferiti agli anni 2021 e 2022. Qui il superamento delle 35 giornate dove sono stati superati i 50 µg/m 3 giornalieri è avvenuto per tutte le province della regione ad esclusione di Forlì-Cesena per entrambe le annate. Nel 2020 poi tutte le province hanno superato il limite dei 35 giorni annui, con punte di 79 per Modena e 73 per Ferrara.

Nei 4 anni considerati, secondo i dati riportati dai monitoraggi di ARPAE, il peggior risultato è stato registrato dalla provincia di Modena nel 2022, quando sono state raggiunte le 89 giornate di sforamento.

2020
2021
2022
2023
31-mar*
31-dic
31-mar
31-dic
31-mar
31-dic
31-mar
31-dic
Piacenza
37
53
30
54
27
60
21
34
Parma
35
58
32
51
28
51
18
27
Reggio Emilia
36
63
34
58
44
71
24
38
Modena
41
79
38
69
50
89
23
45
Bologna
25
45
26
39
28
48
14
22
Ferrara
39
73
28
45
38
65
20
38
Forlì-Cesena
30
49
15
29
18
34
14
23
Ravenna
31
60
20
38
25
41
19
32
Rimini
32
56
19
36
24
41
17
34
* Tra il 28 e il 30 marzo dati anomali per sabbia dal deserto (I dati sulla qualità dell’aria in Emilia-Romagna nel 2020, https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria/report-aria/report-regionali/sintesi-qualita-dellaria-2020.pdf/view).
Tab 2

Per leggere gli articoli di Gian Gaetano Pinnavaia su Periscopio clicca sul nome dell’autore

tag:

Gian Gaetano Pinnavaia

Ho lavorato come ricercatore presso l’Alma Mater Università di Bologna nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari fino al novembre 2015. Da allora svolgo attività didattica come Docente a Contratto. Ferrarese di nascita ma di origini siciliane. Ambientalista e pacifista fin dagli anni degli studi universitari sono stato attivo in Legambiente e successivamente all’interno di Rete Lilliput di Ferrara fin verso il 2010. Attualmente faccio parte della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara. Sono socio dell’Associazione culturale Cds OdV – Centro ricerca Documentazione e Studi economico-sociali, del cui direttivo faccio parte e collaboro da anni all’Annuario socio-economico ferrarese. Nel 1990 sono stato eletto con la lista “Verdi Sole che ride” nel Consiglio Comunale di Ferrara fino al 1995; in seguito, dal 1999 al 2004 consigliere della Circoscrizione Nord per la lista “Verdi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it