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Bologna – Conoscere il proprio territorio e sapere cosa fare in caso di terremoto, alluvione o maremoto aiuta a prevenire rischi e conseguenze per le persone e le cose.
Sabato 14 ottobre torna in Emilia-Romagna la settima edizione della campagna “Io non rischio” che mette in campo oltre 200 volontari e volontarie di Protezione civile e una trentina di associazioni per sensibilizzare i cittadini, diffondere la cultura della prevenzione e insegnare la sicurezza.
Il cuore dell’iniziativa è l’incontro tra volontari e cittadini nei punti informativi allestiti nelle piazze di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
Diverse le novità in questa edizione 2017, a partire dai trekking urbani alla ricerca delle tracce di sismi o di allagamenti sugli edifici, ai percorsi legati alla conoscenza dei rischi specifici del territorio e alla memoria dei luoghi. Inoltre sono previste iniziative per bambini e scuole come le cacce al tesoro o il coinvolgimento di testimonial locali in attività ludiche.
“La conoscenza dei rischi è una premessa irrinunciabile per costruire vera prevenzione- afferma l’assessore alla Difesa del suolo e Protezione civile, Paola Gazzolo-. Azioni di sensibilizzazione e informazione sono fondamentali per far diffondere vera cultura di autoprotezione e rendere le comunità sempre più resilienti. La campagna nazionale ‘Io non rischio’, che farà tappa in tutte le piazze delle città capoluogo dell’Emilia-Romagna, rappresenta un’occasione preziosa di crescita collettiva: il mio ringraziamento va al Dipartimento nazionale di Protezione vivile, a tutti i soggetti promotori e ai volontari di protezione civile che saranno impegnati nello svolgimento delle varie iniziative”.
Le iniziative a Ferrara
A Ferrara i volontari di protezione civile incontreranno i cittadini per parlare di rischio terremoto e alluvione e cosa ognuno di noi può fare per ridurne gli effetti. I gazebo informativi saranno allestiti in Piazza Trento e Trieste.
Per l’edizione speciale di quest’anno, oltre ai punti informativi Io Non Rischio, la piazza sarà animata con un trekking urbano sul rischio sismico e idraulico. La passeggiata durerà circa un’ora e trenta e sarà organizzata in due momenti della giornata, uno alle 10.00 e uno alle 16.00. Le tappe del percorso saranno quattro: la partenza a piazza Trento Trieste di fronte il Palazzo di San Crispino (storia sismica della città); Duomo di Ferrara (cambiamenti climatici e rotte dei fiumi Po e Reno); corso Martiri della Libertà (“Padimetro” con altezze delle piene storiche del Po); piazza Castello (eventi sismici sul Castello Estense). Partecipano le seguenti organizzazioni di volontariato: Apc Tresigallo di Tresigallo, Avpc Delta Po di Copparo, Avpc Ferrara, Vpc Lagosanto di Lagosanto.
Info: ferrara2017@iononrischio.it
Io non rischio
In Italia sono circa 5mila i volontari e oltre 700 le realtà associative coinvolti nella campagna che ha l’obiettivo di far conoscere ai cittadini i rischi naturali e che mette insieme il volontariato di protezione civile, le istituzioni e il mondo della ricerca scientifica.
Nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico, è promossa dal Dipartimento della Protezione civile con Anpas-Associazione nazionale pubbliche assistenze, Ingv-Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Reluis-Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica. L’informazione sul rischio maremoto e alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Ogs-Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, Aipo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione cima e Irpi-Istituto di ricerca per la protezione idro-geologica.
Sul sito www.iononrischio.it  sono disponibili i materiali informativi su cosa sapere e cosa fare prima, durante e dopo un terremoto o un maremoto.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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