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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – Cortei, dibattiti, consigli comunali straordinari. Proiezioni di filmati e incontri in scuole e nei luoghi di lavoro. L’Emilia-Romagna dice no alla mafia e anche quest’anno – in occasione della Giornata del 21 marzo dedicata alle vittime della criminalità organizzata e istituita con la legge regionale per la prevenzione dell’infiltrazione mafiosa (l.3/2011) – si mobilita per rafforzare il proprio impegno a favore della diffusione della cultura della legalità. Le iniziative organizzate dalla Regione, dai Comuni, da associazioni di volontariato e sindacali sono molte.
“Si tratta si una giornata importante perché conferma il nostro impegno per difendere il nostro territorio dalle infiltrazioni mafiose: in questi anni, grazie all’intervento della Regione sono stati coinvolti oltre 40.000 ragazzi in attività di formazione, sono stati recuperati beni confiscati alla mafia e ora a disposizione dei cittadini, si sono fatti interventi specifici di formazione dei dipendenti pubblici per saper riconoscere e prevenire fenomeni di crimine organizzato, non è un caso che la Regione si sia presentata come parte civile nel processo Balk Money per dimostrare come faccia sempre seguire alle parole i fatti”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale alle Politiche della Sicurezza, che venerdì prossimo parteciperà a tre importanti appuntamenti: alle 10.30 in Piazza Nettuno a Bologna in occasione del corteo di Libera, alle 11.30 interverrà in Consiglio comunale sempre a Bologna e alle 17.30 a Bellaria parteciperà al convegno pubblico “StopBalanqueo#letestimonianze” insieme, tra gli altri, a: Palma Costi, presidente dell’Assemblea legislativa regionale; Lirio Abbate, scrittore e giornalista de “L’Espresso”; Pippo Giordano, ex ispettore della Dia e collega di Paolo Borsellino e Dario Vassallo, fratello di Angelo, sindaco di Pollica ucciso dalla criminalità organizzata.
Tra gli altri appuntamenti previsti per celebrare la giornata del 21 quello di Ferrara (proiezione al Cinema Boldrini del film “La Voce di Impastato” e successivo Consiglio comunale) e Parma (con la performance al Teatro Galli in occasione del ventennale dell’assassinio di Don Peppe Diana e, alla sera, fiaccolata di Libera in Piazza Garibaldi), ma anche a Ravenne, Modena e nelle altre città della regione. Molte amministrazioni comunali, poi, hanno aderito direttamente all’iniziativa organizzata a livello nazionale da Avviso Pubblico e che si terrà venerdì 22 marzo a Latina con il seminario “Le mafie fuori dal Comune. Come prevenire e contrastare l’infiltrazione mafiosa negli enti locali”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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