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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Oggi a Tirana l’incontro con il ministro del Welfare e Gioventù. “L’Emilia-Romagna presa come modello per la formazione professionale, la cooperazione territoriale europea e il riordino istituzionale”.

Bologna – Formazione professionale, cooperazione territoriale europea e riordino istituzionale: le esperienze innovative della Regione Emilia-Romagna maturate in questi ambiti vengono prese come punto di riferimento dal Governo albanese. E i rapporti di collaborazione già avviati con successo da anni saranno ulteriormente rafforzati.
Questi i temi al centro della missione istituzionale che l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo e alla Formazione professionale Patrizio Bianchi sta svolgendo in questi giorni in Albania. Ieri, a fianco del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Sandro Gozi, Bianchi ha incontrato il presidente del Parlamento Ilir Meta, il ministro degli Affari Esteri Ditmir Bushati, il vice ministro degli Affari Esteri Odeta Barbullushi, il ministro del Welfare e Gioventù Blendi Klosi e il ministro dell’integrazione Klajda Gjosha.
“La visita ha confermato la volontà di consolidare ulteriormente gli stretti rapporti che abbiamo con l’Albania – afferma l’assessore Patrizio Bianchi -. Oltre alle progettualità in materia di cooperazione territoriale europea, sono due i fronti su cui la nostra regione sta supportando il percorso di riforma del Paese: l’attività di riordino istituzionale e il sistema della formazione professionale”.
E proprio oggi a Tirana è stato lanciato il progetto Mecavet (Mechanical vocational educational and training for youth) nell’ambito di una conferenza pubblica a cui hanno partecipato, oltre al ministro Klosi, numerose istituzioni formative del territorio. Il progetto prevede il supporto ad una riorganizzazione delle scuole professionali nel settore della meccanica e della meccatronica, la progettazione di tirocini formativi presso le aziende e il rafforzamento del dialogo e dell’interazione tra istituzioni formative e sistema economico-produttivo. “Stiamo mettendo a disposizione del Governo albanese modelli pilota per le scuole professionali e la creazione di laboratori tecnici – aggiunge l’assessore -. Particolarmente interessante è considerato il nostro sistema duale, che favorisce la transizione dalla formazione al lavoro attraverso la valorizzazione dell’apprendimento in impresa. Anche sul fronte del riordino istituzionale la collaborazione prosegue”.
Lo scorso anno, infatti, Albania ed Emilia-Romagna, in collaborazione con Anci, hanno siglato un accordo per promuovere lo studio e la definizione di modelli di governance e di organizzazione gestionale dei Comuni. Su questo fronte l’esperienza e il supporto tecnico della Regione, che ha già concluso numerosi percorsi di fusione e avviato studi di fattibilità sulle Unioni di Comuni, sono risultati molto utili per il Governo albanese.
Altro tema all’ordine del giorno nella missione che si concluderà domani è stata la Strategia macroregionale Adriatico-Ionica. “Migliorare la coesione economica, sociale e territoriale nella macroregione è non solo uno sforzo comune, ma un obiettivo preciso, su cui la Commissione europea ha deciso di puntare anche attraverso il programma Adrion, di cui l’Emilia-Romagna è autorità di gestione”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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