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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

I contributi spaziano dalla formazione al diritto allo studio, dal lavoro all’agricoltura, dal sostegno abitativo all’istruzione professionale. Per il futuro si punta a un Patto specifico per i giovani

Bologna – Superano i 640 milioni di euro, da inizio legislatura, le risorse investite dalla Regione Emilia-Romagna per le politiche rivolte ai giovani: molteplici interventi, tra cui spiccano le azioni di istruzione e formazione professionale (165milioni), il diritto allo studio universitario (144milioni), il sostegno ai giovani agricoltori (97milioni), l’aiuto alle giovani coppie per trovare una casa (13milioni). E, nei prossimi mesi, si profila la nascita di un vero e proprio Patto per i giovani, che la Giunta regionale è intenzionata a realizzare a partire da quanto messo in campo finora, anche attraverso una maggiore integrazione della programmazione dei diversi assessorati.

Sono alcuni dei dati presentati questa mattina al tavolo del Patto per il lavoro, il documento siglato il 20 luglio 2015 con cui la Regione e le componenti della società regionale si sono impegnate a contribuire al rilancio dello sviluppo e dell’occupazione in Emilia-Romagna.
Durante l’incontro sono stati anche illustrati i nuovi interventi programmati per i giovani, in approvazione in questi giorni: 24 milioni di euro le risorse destinate all’Emilia-Romagna per dare avvio alla seconda fase di Garanzia Giovani; per contrastare la dispersione scolastica è a disposizione 1 milione di euro, mentre per le competenze dei giovani che entrano nel mercato del lavoro con il contratto di apprendistato professionalizzante il finanziamento è di 16 milioni del Fondo sociale europeo. Inoltre, il piano 2018 della Rete Politecnica prevede un investimento che supera i 12 milioni di euro per rendere disponibili circa 100 percorsi, con un incremento dell’offerta formativa di Its (Istituti tecnici superiori) e Ifts (Istruzione e formazione tecnica e superiore).

I dati sull’andamento dell’economia regionale
Al tavolo di questa mattina sono stati presentati anche i dati sull’andamento dell’economia regionale. Il 2017 ha confermato il consolidamento della ripresa economica dell’Emilia- Romagna, con una crescita del Pil reale stimata all’1,8%, che colloca la regione al primo posto a livello nazionale. La dinamica economica positiva dovrebbe proseguire nel 2018, con un tasso di crescita previsto dell’1,9%, riportando così il Pil regionale al di sopra del livello pre-crisi del 2007. Prosegue il traino del commercio estero. Nel 2017 le esportazioni hanno superato il valore di 59 miliardi di euro, confermando anche un saldo commerciale ampiamente positivo, il più alto tra tutte le regioni italiane (quasi 18 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017). Dopo il +3,7% fatto segnare nel 2017, nell’anno in corso la crescita dell’export regionale dovrebbe ulteriormente rafforzarsi (+5,5%).
Si segnala la ripresa degli investimenti fissi, che hanno beneficiato del Piano nazionale impresa 4.0. Dall’inizio della legislatura regionale al 2017 gli investimenti sono cresciuti a doppia cifra (10,6%) e si prevede una dinamica positiva anche per il 2018, con una crescita stimata pari al 4,7% rispetto all’anno precedente. Questo dato si aggiunge ad un bilancio provvisorio positivo dell’ultimo triennio, che ha visto crescere la produzione regionale del 4,5% rispetto al 2014, l’export dell’11,5% e i consumi finali del 4,9%.

Il mercato del lavoro in Emilia-Romagna
L’anno appena chiuso ha confermato il miglioramento significativo dello stato di salute del mercato del lavoro regionale. L’occupazione ha continuato ad aumentare e a fine 2017 è giunta a ridosso della soglia dei due milioni di occupati: oltre 70 mila in più rispetto al 2014. Negli ultimi 12 mesi, la stima del tasso di occupazione (15-64 anni) ha raggiunto il 68,8% (media IV trimestre 2016 – III trimestre 2017), mentre quello di disoccupazione a fine 2017 dovrebbe essere confermato attorno al 6%.
A livello settoriale, è in ripresa l’occupazione regionale dipendente nell’industria in senso stretto, dove – dall’inizio del 2015 ad oggi – sono quasi 24 mila le posizioni di lavoro recuperate. Per il settore delle costruzioni sembra essersi arrestata l’emorragia di posizioni di lavoro dipendente; mancano tuttavia segnali di inversione di tendenza del trend occupazionale. Infine, prosegue la terziarizzazione dell’occupazione regionale, con l’aumento delle posizioni di lavoro nei vari comparti dei servizi.

Istruzione e mercato del lavoro nella fascia 20-29
Migliorano i tassi di istruzione e gli indicatori del mercato del lavoro tra i giovani residenti in Emilia-Romagna. Nella media dell’ultimo anno, la quota di 20-29enni con titolo di laurea ha raggiunto il 20-21%, in crescita di alcuni punti percentuali rispetto alla media del 2014. Nello stesso intervallo di tempo sono migliorati anche il tasso di partecipazione (calcolato tra occupati e disoccupati in cerca di lavoro rispetto alla popolazione), stimato tra il 64-65% tra i giovani di 20-29 anni, e il tasso di occupazione (stimato attorno al 55%). In contrazione, infine, il tasso di disoccupazione medio nella medesima classe di età, stimato in calo dal 20-21% del 2014 al 14-15% nel 2017. /BM

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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