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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Delegazione istituzionale di Regione e ateneo bolognese nel Paese sudamericano. Siglata una intesa per consolidare progetti congiunti tra imprese, università, ospedali, istituzioni e fiere dei due territori. Il presidente Bonaccini: “Interessa in particolare la nostra esperienza nei settori della formazione e della salute, sarà riattivato il master sulla gestione delle politiche sanitarie realizzato dalla Regione in collaborazione con l’Università di Bologna”.

Bologna – “Una occasione di incontro per creare nuove opportunità di scambio tra due territori che hanno già un legame molto forte e che possono consolidare i progetti congiunti tra imprese, università, ospedali, istituzioni e fiere delle due parti, anche con il coinvolgimento della comunità degli emiliano-romagnoli”. Il presidente Bonaccini, di ritorno dalla missione istituzionale in Argentina, traccia un bilancio degli incontri svolti e delle prospettive di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Paese sudamericano.
“Con la Provincia di Buenos Aires abbiamo firmato l’intesa su Promozione e sviluppo economico, con particolare riguardo a industria, agricoltura, turismo e ricerca scientifica e innovazione tecnologica, politiche sociali, occupazione, commercio, investimenti e cooperazione in ambito universitario e della formazione professionale – ha detto il presidente Bonaccini – La nostra esperienza nei settori della formazione e della salute in particolare interessano molto in Argentina, e per questo si è deciso di riattivare il Master congiunto sulla gestione delle politiche sanitarie, realizzato dalla Regione in collaborazione con l’Università di Bologna”.
Si è inoltre deciso di costituire un osservatorio di economia sanitaria, con la partecipazione dell’Università di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, dell’Università di Buenos Aires e La Plata, delle imprese emiliane operanti in Argentina nel settore e di alcuni ospedali argentini che sono punti di riferimento per tutto il Sudamerica. L’occasione per dare vita all’osservatorio sarà Expo sanità a Bologna, a maggio, dove saranno invitate istituzioni e imprese argentine.
Durante gli incontri con i tre Ministri nazionali dell’ Educazione, della Scienza, tecnologia e innovazione produttiva, della salute, con il governo della città di Buenos Aires e con il Rettore della sede argentina dell’Università di Bologna, il presidente Bonaccini ha inoltre proposto la partecipazione di imprese argentine alla principali fiere Internazionali della nostra regione, coordinati dai rispettivi ministeri, dalla Camera di commercio italo-argentina e dall’Istituto del Commercio Estero.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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