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Non ringrazieremo mai abbastanza le donne che ci hanno preceduto per aver strenuamente combattuto per i nostri diritti.

suffragette
Locandina del film

Il film “Suffragettes. Le donne che hanno cambiato il mondo” di Sarah Gavron, nelle sale cinematografiche in questi giorni, ripercorre i momenti salienti di quegli anni a cavallo tra fine Ottocento e inizio ‘900 ed è un buon modo per festeggiare l’8 marzo, la giornata internazionale della donna.

Interpretato da Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Brendan Gleeson, il film non rimane sulla superficie dell’immagine che delle “suffragette” è stata tramandata, ma ciò che queste donne furono davvero: un piccolo esercito armato di operaie pronte a sabotare le loro città, a infrangere vetrine a colpi di pietra e a collocare bombe. Questa secondo la regista inglese è la vera storia delle suffragette, quella che la stampa dell’epoca si guardò bene dal raccontare, quella che ancora ci si guarda bene dal raccontare nelle scuole.

Suffragettes, di Sarah Gavron, con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff, Ben Whishaw, drammatico, dai 12 anni, durata 106 min., Usa 2015.

Cenni storici – Il movimento delle suffragette, come movimento nazionale volto a chiedere il suffragio femminile, vide la luce nel Regno Unito nel 1869. Emmeline Pankhurst viene arrestata dopo aver protestato vicino a Buckingham Palace a Londra il 22 maggio 1907. È da questa data quindi che fu possibile parlare, a tutti gli effetti, di suffragette, perché solo allora ebbe vita un movimento nazionale per rivendicare il diritto di voto, ancora non riconosciuto, che portò, nel 1897, alla formazione della Società Nazionale per il suffragio femminile (National Union of Women’s Suffrage). La fondatrice, Millicent Fawcett, cercò di convincere anche gli uomini ad aderire al movimento, perché erano i soli, in quel momento storico, che legalmente potessero concedere il diritto di voto, ma ebbe scarso successo. I progressi sul piano del riconoscimento sociale, in quel primo periodo, furono quindi molto limitati, e tale situazione si protrasse sino a circa il 1903.
I movimenti femminili ripresero nuovo vigore quando Emmeline Pankhurst fondò, nel 1903, l’Unione sociale e politica delle donne (Women’s Social and Political Union – WSPU), con il preciso intento di far ottenere alle donne il diritto di voto politico, concesso solo agli uomini tranne che per le elezioni ai consigli municipali e per le elezioni di contea.
Le suffragette attuarono azioni dimostrative, incatenandosi a ringhiere, incendiando le cassette postali, rompendo finestre e così via. Una suffragetta, Emily Davison, morì durante i disordini al Derby di Epsom del 1913, e le venne dedicata una edizione speciale del quotidiano The Suffragette. Molte vennero incarcerate e iniziarono lo sciopero della fame emulando Marion Dunlop, la prima suffragetta ad attuare tale forma di protesta.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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