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Welfare. Mense, empori solidali, distribuzione di beni prima necessità, pacchi alimentari: Regione e Terzo settore insieme per sostenere chi ha più bisogno, anche a causa dell’emergenza sanitaria. 600 mila euro di contributi regionali per finanziare 20 progetti di solidarietà sociale e recupero alimentare su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini.

Approvata la graduatoria del bando aperto ad organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte ai registri regionali e alle Fondazioni del Terzo settore. Contributi diversificati da 15mila a 100mila euro sulla base della dimensione territoriale delle proposte. La vicepresidente Schlein: “Insieme al Terzo Settore per ridurre gli sprechi alimentari e non far mancare un pasto a nessuno”.

Bologna – Aiutare concretamente le persone in difficoltà a causa della crisi economica determinata dall’emergenza Covid-19: pacchi alimentari, somministrazione di cibo da asporto, distribuzione di prodotti alimentari e non, sostegno alle mense.

A questo guardano i 20 progetti presentati da Fondazioni del terzo settore, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale presenti in Emilia-Romagna che la Regione finanzia con 600mila euro, dopo l’approvazione da parte della Giunta del bando per la solidarietà e il recupero alimentare aperto l’8 febbraio scorso.

“Con questo bando per la solidarietà e il recupero alimentare- sottolinea la vicepresidente e assessora al Welfare, Elly Schlein – la Regione è intervenuta ancora una volta a fianco del Terzo settore per non far mancare un pasto a nessuno. I progetti approvati, insieme alle altre iniziative che in questi mesi abbiamo messo in campo, per e con il Terzo settore, costituiscono un ulteriore tassello per rafforzare la rete di solidarietà che si occupa capillarmente di far arrivare una risposta concreta alle persone più fragili, che purtroppo stanno aumentando”.

Il bando ha visto una grande partecipazione delle realtà del territorio, che hanno presentato 68 progetti; con i 600mila euro stanziati ne saranno finanziati 20 al 100%. Tra i progetti approvati c’è quello a valenza regionale presentato dalla Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna onlus del valore di 100 mila euro, quelli a valenza più circoscritta a singoli distretti, il cui valore unitario varia da 15 a 20mila euro, fino ai 50mila euro dei progetti di carattere sovradistrettuale.

Tra questi, 14 progettualità – 9 delle quali riconducibili agli Empori solidali – sono incentrate sulla raccolta, presso la grande distribuzione, le imprese produttrici e i piccoli esercizi commerciali di zona, dei beni alimentari e per l’igienee la successiva distribuzione alle persone che, anche a causa delle conseguenze della pandemia, si trovano in gravi difficoltà economiche; ulteriori 5 azioni sono relative alla produzione e distribuzione di pasti pronti, sempre a favore delle persone indigenti, tra cui i senza dimora; un ulteriore progetto, di dimensione regionale, è quello presentato dal Banco alimentare.

Nelle proposte approvate dal bando è emersa, in particolare da parte degli Empori solidali, la capacità di costruire progetti di rilievo sovra distrettuale, provinciale o sovra provinciale, sia legati al tema più classico del recupero dei beni, sia ad aspetti strategici come ad esempio la logistica, al servizio di più empori o di altri soggetti del terzo settore del territorio. Ma tra le iniziative approvate spiccano anche progettazioni di dimensioni più contenute o legate a territori nelle aree montane, in grado anche in questo caso di costruire reti e sinergie tra diversi soggetti.

Progetti approvati per ambito provinciale:

Oltre al progetto a valenza regionale presentato dalla Fondazione Banco Alimentare con sede a Imola, a livello provinciale 5 progetti interessano la provincia di Bologna, 3 quella di Modena, 3 Ferrara, 2 Parma, 2 Forlì-Cesena, 1 Ravenna, 1 Reggio Emilia, 1 Piacenza e1 la provincia di Rimini.

Gli Empori solidali:

Da anni la Regione, nell’ambito del sostegno alle iniziative di recupero alimentare, supporta l’azione degli Empori Solidali che per numero (23 attualmente attivi e alcuni in progettazione) e distribuzione territoriale, rappresentano una specificità emiliano-romagnola. Sono veri e propri “negozi” in cui la persona seguita non solo ha la possibilità di scegliere i prodotti in piena autonomia, ma usufruisce anche di attività “accessorie” quali ad esempio l’ascolto, l’orientamento verso i servizi, la formazione, l’inserimento lavorativo, gli spazi mamma-bambino, le consulenze al credito e alla gestione domestica, la possibilità di partecipare ad eventi sociali, sportivi e culturali.

Grazie all’ultimo bando regionale per il sostegno alle attività solidaristiche di recupero e distribuzione di beni, sia alimentari che per l’igiene personale e della casa, verranno finanziate le attività o l’avvio degli Empori Solidali di 8 province su 9, grazie a proposte fortemente incentrate sulla costruzione di sinergie, sia tra gli empori stessi che con le risorse, pubbliche e private, dei territori.

Si tratta di strutture che in questi anni, grazie anche all’apertura di nuove sedi e ovviamente nell’ultimo periodo per effetto delle ricadute della pandemia, hanno registrato un significativo incremento nel numero di famiglie e persone seguite: 3.776 nuclei e 13.603 persone nel 2018, 4.170 nuclei e 14.400 persone del 2019 fino ai 5.383 nuclei, per un totale di 18.159 persone, tra cui 5.452 minori, del 2020.

Gli Empori Solidali mobilitano 865 volontari, sono raccordati con 290 organizzazioni del terzo settore e, escludendo i piccoli esercizi commerciali del territorio, ricevono beni da 317 aziende donatrici.

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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