Skip to main content

di Patrizia Pallara (tratto da Collettiva)

I rincari di bollette, beni e servizi e la crescita dell’inflazione superano i 3.400 euro all’anno a famiglia. Fracassi, Cgil: “Aumentare i salari per evitare spirale depressiva”, Il 2023 è appena cominciato ed è subito stangata. Per le famiglie italiane, alle prese con gli aumenti delle bollette e dei carburanti, il nuovo anno inizia con un salasso.

Secondo i calcoli di Federconsumatori, i rincari stimati superano soglia 2.384 euro in 12 mesi: agli aumenti già annunciati si aggiungerà una crescita generalizzata dei prezzi di alimentari, servizi e altri beni, trainati dai costi degli energetici. Se il tasso dell’inflazione si confermerà al livello attuale, quindi, più 11,6 per cento su base annua l’indice generale, più 8,1 per cento in media i prezzi al consumo, le ricadute arriveranno addirittura a quota 3.456 euro.

“Le stime Istat confermano un anno record per l’inflazione, in corrispondenza di un forte rischio di recessione alle porte – afferma la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi -. Il rialzo dei tassi non sembra funzionare a contenere i prezzi, soprattutto visto che l’inflazione sorge dall’offerta e in particolare dalle materie prime energetiche”.

Le famigerate accise

Partiamo dalla prima brutta sorpresa, il rialzo dei carburanti, scattato il 1° gennaio perché il 31 dicembre è scaduta la proroga del taglio delle accise (le imposte su fabbricazione e vendita): la misura originaria era stata introdotta a marzo scorso dal governo Draghi (la riduzione valeva 30 centesimi al litro), da novembre lo sconto era stato ridotto. Ora, con il nuovo anno, le famigerate accise si pagano per intero: il rifornimento alla pompa costa 18,3 centesimi in più al litro per benzina e gasolio e 4,3 per il Gpl per autotrazione.

A tutto gas

Ma i balzelli non si fermano qui. Il 3 gennaio l’Arera, Autorità per l’energia, reti e ambiente, ha aggiornato con il nuovo metodo su base mensile le tariffe del gas per i clienti del mercato tutelato. Purtroppo non ci sono buone notizie: la bolletta cresce del 23,3 per cento rispetto al mese precedente, in controtendenza con il mercato dell’energia. La spesa della famiglia tipo nell’anno scorrevole (dal 1° gennaio 2022 al 30 dicembre 2022) è di circa 1.866 euro, pari a più 64,8 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti.

Aumenta ma non ribassa

Un andamento che dimostra come le tariffe tardino a beneficiare della riduzione sul prezzo all’ingrosso. In questi giorni infatti il gas all’apertura dei mercati si attesta sui 77,5 euro al Mwh, ovvero il 23 per cento in meno rispetto alla media del mese precedente e il 31 per cento rispetto a due mesi fa.

Si tratta di un fenomeno che interessa anche i consumatori che sono nel mercato libero, sul quale sarebbe necessario un monitoraggio per contrastare la speculazione: molte aziende, infatti, pur acquistando gas ed energia a prezzi più favorevoli, continuano a rivenderli agli utenti a prezzi esorbitanti.

La bolletta elettrica

Poi c’è l’energia elettrica. “Con il calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici e l’attuazione degli interventi del governo contenuti nella legge di Bilancio – informa l’Arera – per il primo trimestre del 2023 il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela si riduce del 19,5 per cento”.

La bolletta rimane comunque elevata. In termini di effetti finali, ammette la stessa Autorità, “la spesa per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (1° aprile 2022 – 31 marzo 2023) sarà di circa 1.374 euro, più 67 per cento rispetto all’anno precedente”.

Rincari generalizzati

Secondo Federconsumatori il rialzo del costo di luce e gas durerà a fasi alterne per tutto l’anno e sarà aggravato, da aprile, dalla cessazione prevista dal governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema (che oggi non paghiamo in bolletta), determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie. Alimentari più 9,2 per cento, assicurazione più 4,6, tariffe acqua più 6,2, ristorazione più 5,9, solo per citare alcune voci.

tag:

Scelto da Periscopio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it