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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche di welfare, sistema delle imprese, offerta educativa e scolastica. Due realtà a confronto, Emilia-Romagna e Scania (Svezia), tra “buone pratiche” e sfide future: questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto oggi in Regione tra Patrizio Bianchi (assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo) e una delegazione di 70 tra sindaci e amministratori dell’Associazione degli enti locali della Scania, con a capo il presidente Kent Mårtensson.
Presente anche l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Marilena Pillati. La delegazione rimarrà in Emilia-Romagna fino a giovedì 25 giugno, e farà visite anche a diverse realtà di Reggio Emilia, Maranello, Ravenna.
“In Emilia-Romagna la coesione sociale è alla base dello sviluppo economico – ha sottolineato Bianchi – . Abbiamo lavorato moltissimo sui temi del welfare, siamo molto contenti che voi siate qui – ha aggiunto rivolgendosi a Mårtensson – per poter confrontare le nostre esperienze con le vostre, anche in futuro”.
La Regione Emilia-Romagna collabora intensamente con la Svezia attraverso SERN (Sweden Emilia-Romagna Network), una rete creata per agevolare e stimolare i rapporti tra gli enti locali italiani e svedesi. Nei suoi dieci anni di attività, è passata da una partecipazione di 25 membri nel 2005 a 55 enti associati italiani e svedesi nel 2014.
La Regione Emilia-Romagna ha partecipato e partecipa attivamente a progetti sulle sei aree tematiche prioritarie all’interno di SERN, e precisamente educazione, inclusione sociale, sviluppo locale, occupazione, ambiente e sostenibilità, formazione di funzionari pubblici sulla gestione di progetti.
Con la Scania, contea della Svezia meridionale (capitale Malmö), la Regione Emilia-Romagna ha già realizzato il progetto “Foresight Laboratory of Europe” (FORELAB), con lo scopo di incrementare e migliorare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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