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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La Regione Emilia-Romagna ricorda l’ex assessore Mario Luigi Bruschini, in carica dal 2000 al 2010. L’assessore Paola Gazzolo: “Appassionato difensore della nostra terra, ha messo in campo determinazione e passione civile”

“Mario Luigi Bruschini è stato un appassionato difensore della nostra terra. Uomo di grande cultura e forte passione civile, ha lasciato un segno indelebile nella storia della Regione. Senza di lui e senza il suo impegno, oggi l’Emilia-Romagna sarebbe un luogo meno sicuro”.
Con queste parole Paola Gazzolo, assessore regionale alla Difesa del suolo e Protezione civile, ha ricordato questa mattina il suo predecessore, il piacentino Mario Luigi Bruschini, per dieci anni alla guida dello stesso assessorato regionale dal 2000 al 2010.

La commemorazione dell’amministratore pubblico – scomparso nel 2012 – è avvenuta alla presenza tra gli altri delle figlie Manuela e Isotta, nell’ambito del convegno “Governare il territorio nel terzo millenio”.

Ad aprire l’iniziativa l’intervento di Raffaele Pignone, suo collaboratore e responsabile del Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione sino a luglio 2014. Tra i progetti più innovativi attribuiti a Bruschini sono stati citati il mantenimento degli ex Genio civile in capo alla Regione, con la trasformazione nei Servizi tecnici di bacino, l’attivazione di un Servizio geologico e sismico regionale e dell’Agenzia di protezione civile, nonché la legge sulla sicurezza antisismica.

Quindi l’annuncio dell’iscrizione di Bruschini nell’Albo d’oro del Museo Geologico “G. Cortesi” di Castell’Arquato (Pc). A illustrarne le motivazioni è intervenuto il direttore Carlo Francou, che ha ricordato come Bruschini abbia “dimostrato un esemplare rigore sia sotto il profilo politico sia nella gestione tecnica del proprio mandato”, sapendo “coniugare gli aspetti prettamente scientifici con quelli culturali in un’ottica di crescita e tutela ambientale. Ha sostenuto con grande passione le collaborazioni internazionali e ha promosso diverse iniziative a livello locale per diffondere una cultura dell’ambiente come bene collettivo capace di indirizzare in modo virtuoso i comportamenti individuali e di stimolare a livello gestionale l’adozione di misure di difesa attiva del suolo”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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