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Da Regione Emilia Romagna

Il presidente Bonaccini: “Mai come oggi è importante occuparsi della memoria condivisa e dei valori di democrazia, pace e solidarietà a essa legati”

Il nucleo originario è ospitato in un bunker ricostruito secondo il modello di quelli edificati nella Seconda guerra mondiale e documenta con testimonianze e reperti il passaggio del fronte nel territorio negli 1943-44. Inoltre, si possono visitare alcuni degli undici rifugi che i civili scavarono per ripararsi durante la battaglia

Bologna – “Mai come oggi, di fronte a revanscismi neo-fascisti, deliri di supremazia di uomini su altri uomini, e in anni di terrorismo fanatico ed estremista, è attuale occuparsi della memoria condivisa e dei valori a essa legati: valori di democrazia, pace e solidarietà che vengono perpetuati dal lavoro di analisi storica e di riflessione proposto da strutture come quella di cui oggi inauguriamo una nuova veste, giustamente ampliata”.

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intervenendo oggi alla cerimonia di inaugurazione del Museo della Linea dei Goti di Montegridolfo, in provincia di Rimini, insieme al sindaco Lorenzo Grilli. Una struttura che ha visto i 70 metri quadrati del nucleo originario diventati 220 e che documenta con testimonianze e reperti il passaggio del fronte di difesa tedesco costruito nel 1943-44, la cosiddetta Linea Gotica, nella Seconda guerra mondiale, obiettivo primario degli alleati e dei partigiani impegnati nella Resistenza al nazi-fascismo.

“La Regione- ha aggiunto il presidente Bonaccini- ha già sostenuto e vuole continuare a finanziare questa realtà che fa parte a pieno titolo di quella memoria del Novecento che abbiamo scelto di valorizzare con la nostra legge regionale, un provvedimento atteso da tempo la cui applicazione, cui abbiamo destinato un milione di euro già nel 2016 e un altro milione quest’anno, passa, oltre che per le iniziative coi giovani portate avanti da istituti storici, scuole, associazioni partigiane, dalla collaborazione con enti, fondazioni e istituzioni che gestiscono i luoghi della Memoria più rappresentativi della storia del Novecento della nostra regione, e il Museo che abbiamo inaugurato oggi è senza dubbio uno di questi”.

Il museo: scheda
Il nucleo originario è ospitato in un bunker ricostruito secondo il modello di quelli edificati nella Seconda guerra mondiale e documenta con testimonianze e reperti il passaggio del fronte nel territorio. Il nome del museo riprende quello dato alla linea di difesa tedesca costruita lungo gli Appennini nel 1943-44: Goten Linie, ossia la Linea dei Goti, detta in seguito la Linea Gotica. Gli oggetti esposti, donati o concessi dagli abitanti del luogo, sono costituiti da materiale di propaganda politica come giornali, manifesti, cartoline, foto e vignette, che risalgono agli anni 1943-44, e da materiale bellico come armi, bossoli, bombe a mano e maschere antigas; a questi si aggiungono gli accessori personali del soldato. E’ possibile consultare riviste e visionare filmati dell’epoca. Inoltre, si possono visitare alcuni degli undici rifugi che i civili scavarono nel 1944 per ripararsi durante la battaglia. Un complesso progetto di ristrutturazione e ampliamento, tuttora in corso, donerà nuovo volto e ulteriori spazi alla struttura museale.

L’ampliamento
Il progetto di ampliamento inaugurato oggi alla presenza del sindaco e di studiosi del tema, ha previsto la realizzazione di una struttura concepita come una serie di portali disposti in sequenza in cui gli ambienti, come ampie scatole sfalsate e affiancale l’una all’altra, si snodano collegati da una lunga rampa interna di lieve pendenza, in quanto disposti a varie quote, secondo la topografia del terreno. Il nuovo volume dell’edificio va a colmare il dislivello esistente fra il Museo e la piazza del Monumento.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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