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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La vicepresidente interviene sulla ripartizione delle risorse: “Mentre la Lega guarda al 2015, noi guardiamo al futuro e andiamo incontro alle esigenze dei nostri cittadini”

“L’ennesima polemica della Lega Nord sul 10%, sì il 10%, del Fondo sociale regionale dedicato alle politiche che complessivamente riguardano tutti gli interventi per i cittadini stranieri – dagli sportelli informativi, alle reti di assistenza, alla totalità delle iniziative per l’integrazione – non solo è tardiva, ma anche pretestuosa”.
Così la vicepresidente e assessore alle Politiche di welfare della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini risponde alle polemiche sollevate in seguito alla presentazione in Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali dello schema di delibera per la ripartizione delle risorse messe a disposizione dal Fondo sociale regionale per il 2015. Si tratta di 20 milioni di euro complessivi, provenienti dal Fondo sociale nazionale e riferiti all’anno in corso, che la Giunta intende ripartire con 5 milioni per il 2015, integrando in questo modo la programmazione degli interventi e dei servizi già avviata dagli enti locali, e i restanti 15 milioni sul Fondo sociale regionale 2016, dopo l’approvazione del Bilancio.
“Da almeno 7 anni, il Fondo sociale regionale fornisce i parametri di assegnazione agli enti locali e dunque non si capisce come mai, all’improvviso, salti fuori questa polemica – prosegue la vicepresidente – . Ci mancherebbe altro che, rispetto al 90% di risorse dedicate a impoverimento, famiglie e minori, servizi socio-territoriali, non ci sia un 10% dedicato alla globalità delle azioni che riguardano la società multi-culturale. Saremmo fuori dalla storia. Ma la polemica è anche pretestuosa – aggiunge Gualmini – perché i consiglieri della Lega si dimenticano di dire che questo è l’ultimo anno in cui tali parametri saranno presenti. Dal 2016, infatti, il Fondo sociale verrà ripartito secondo macro-categorie, tra cui quella a favore della ‘Povertà e dell’Esclusione Sociale’, in cui rientreranno tutti gli interventi a favore dei cittadini in difficoltà, lasciando ai Comuni piena discrezionalità nella scelta dei gruppi di destinatari. Questo è stato deliberato ieri in Commissione, ma evidentemente la Lega ha preferito soffermarsi solo su un pezzettino di quanto approvato”.
“Siamo talmente dalla parte dei cittadini più deboli e che hanno perso il lavoro – precisa ancora la vicepresidente – che abbiamo approvato, oltre al Patto per il Lavoro, una legge su ‘Inclusione e lavoro’ che mette a disposizione 20 milioni di euro all’anno per l’inserimento delle categorie deboli sul mercato del lavoro. Siamo talmente dalla parte dei cittadini in difficoltà che abbiamo raddoppiato il Fondo regionale per le barriere architettoniche, in modo da accogliere tutte le domande dei Comuni dell’Emilia-Romagna; talmente dalla parte dei cittadini in situazione di disagio che, come Regione, abbiamo integrato le risorse per il Fondo affitti, per il recupero delle case popolari e per l’emergenza abitativa. Certo, si può sempre migliorare – conclude Gualmini – e c’è ancora molto da fare, ma passo dopo passo, misura dopo misura, diamo concretezza a ciò che abbiamo annunciato. Con coerenza inossidabile”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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