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La vicepresidente Gualmini all’inaugurazione: “L’inclusione delle persone più fragili è indice di democrazia e civiltà della società”

Si apre oggi e si conclude il 2 dicembre l’undicesima edizione dell’evento, ospitato all’Istituto Aldini Valeriani Sirani. Dal Fondo per la non autosufficienza agli investimenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’impegno della Regione Emilia-Romagna

Bologna – Muoversi agilmente nella propria casa o per strada, accedere ai mezzi di informazione, partecipare alla vita culturale della propria città, viaggiare. Comportamenti scontati per la maggior parte delle persone, ma che tali non sono per i disabili. Un aiuto concreto arriva dalla tecnologia, in grado di offrire soluzioni sempre più sofisticate e a portata di mano per coloro che ogni giorno devono fare i conti con handicap di varia natura. Torna a Bologna l’undicesima edizione di “Handimatica”, l’appuntamento biennale dedicato ai sussidi e alle problematiche delle persone disabili o non autosufficienti, a partire da ciò che ostacola il raggiungimento della piena autonomia per il lavoro, lo studio, l’accesso ai servizi e l’assistenza.
A parlarne oggi, nella giornata inaugurale della manifestazione – in programma dal 30 novembre al 2 dicembre all’Istituto Aldini Valeriani Sirani – la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, il sindaco di Bologna, Virgilio Merola, il presidente dell’Unione italiana dei ciechi, Mario Barbuto, e il presidente della Fondazione Asphi (organizzatrice di Handimatica), Franco Bernardi.

“L’inclusione delle persone più fragili deve essere concreta e non retorica- ha sottolineato Gualmini-: si tratta infatti di un indicatore del livello di democrazia e civiltà di una società. L’Emilia Romagna è da sempre in prima linea in questo campo perché è una terra di grande solidarietà. Dal Fondo per la non autosufficienza ai contributi sul ‘Dopo di noi’, fino all’impegno con cui a livello nazionale abbiamo chiesto e ottenuto il primo Fondo sui Caregiver, assieme a tanti amministratori del nostro territorio. Crediamo nella dimensione culturale ed educativa dell’accoglienza e dell’inclusione delle persone diversamente abili in tutti gli ambiti della nostra società e allo stesso tempo- ha concluso la vicepresidente- siamo convinti che dall’innovazione e dall’uso delle tecnologie più avanzate passino nuove opportunità di integrazione”.

L’impegno della Regione per le persone disabili e non autosufficenti

Nell’ambito delle politiche adottate in questo settore del welfare, la Regione riserva grande attenzione al tema della casa, con azioni destinate a favorire l’autonomia dei disabili. Tra gli interventi più significativi l’abbattimento delle barriere architettoniche, finanziato quest’anno con 2 milioni di euro; risorse che servono per adattare appartamenti e spazi comuni di edifici privati alle esigenze di coloro che hanno problemi di mobilità e utilizzano carrozzine o altri ausili. In Emilia-Romagna nel 2017 sono 633 le famiglie che, sulla base di uno specifico bando approvato dalla Giunta, stanno ricevendo contributi a fondo perduto per effettuare i lavori.
Sul piano dell’assistenza di disabili e anziani, tra gli interventi più significativi c’è il Fondo regionale per la Non autosufficienza, con cui la Regione sostiene lo sviluppo della rete di servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica (oltre 471 milioni di euro investiti nel 2016).
Nel 2017 è stato poi avviato uno specifico programma per la realizzazione di progetti personalizzati di assistenza e protezione per le persone con disabilità grave orfane o senza sostegno familiare. Tra gli obiettivi del programma finanziato attraverso il Fondo nazionale del “Dopo di noi”, c’è quello di consentire loro la permanenza in casa propria, nel proprio ambiente, in alternativa alle tradizionali strutture di ricovero: le risorse assegnate all’Emilia-Romagna superano i 13 milioni di euro in tre anni.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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