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Giorno: 13 Ottobre 2021

Ma cos’è l’Ultimo Rosso?
Scopri Dove, Come, Quando e con Chi

logo ultimo rosso

l’Ultimo Rosso [Vedi qui] è volutamente eccentrico, può richiamare la passione, la rivoluzione, la distanza dal convenzionale, la sorpresa, il mattone rosso di Ferrara… Qualsiasi cosa venga in mente a ogni partecipante.

L’Italia è un paese di “poeti” ma gli italiani non leggono libri, soprattutto non leggono libri di poesia. La poesia “degli altri” è considerata difficile, un po’ come l’arte astratta.

Questa rassegna di poesia vuole spargerne il seme, incentivare la lettura (a bassa e alta voce) della poesia, proporre la poesia come lingua intima e universale, un riflesso primordiale, quel che rimane del mondo prebabelico.

Dunque una poesia che invade tutta la città, che scende in strada e interrompe per un attimo il quotidiano, che sorprende, improvvisa, provoca. Una poesia che rifiuta i palchi, i premi, le etichette. In ultima analisi, una poesia politica: rivoluzionaria, sovversiva, anarchica.

l’Ultimo Rosso
prima edizione limitata e firmata dagli autori

15 ottobre – 18.00–19.00 : Poeti e poesie per le strade di Ferrara

ROTONDA FOSCHINI  FRANCESCO LOCHE  – MATTEO PAZZI  PIAZZETTA DEL CARBONE AMBRA SIMEONE – FRANCO MOSCA  VIALE KRASNODAR (PIAZZALE CONAD) LIVIA SILVESTRI- PIER LUIGI GUERRINI  VIA GARIBALDI (ACCANTO LIBRERIA FELTRINELLI) ALBERTO RONCHI – CARLOTTA MANTOVANI  DAVANTI BIBLIOTECA BASSANI (BARCO) ROBERTA BARBIERI – CRISTIANO MAZZONI ⊗ VIA SARACENO (DAVANTI LIBRERIA SOGNALIBRO) ROBERTO DALL’OLIO – MARIA MANCINO ⊗ DAVANTI BIBLIOTECA ARIOSTEA  ROBERTA DE TOMI – BRUNO MONTANARI  INGRESSO PARCO MASSARI LUCIA BONI – RITA BONETTI  PIAZZETTA SAVONAROLA LIDIA CALZOLARI – ROSARIA MUNAFO   PIAZZA TRENTO TRIESTE (DAVANTI LIBRERIA MEL LIBRACCIO) ROBERTO PALTRINIERI – ELEONORA ROSSI

Nota: Potrebbero esserci piccole variazioni nella composizione delle coppie poetiche. Vi informeremo nei prossimi giorni.

Le prove

16 ottobre10.00-12.00 : Reading collettivo nel giardino della Biblioteca Ariosta
 12:00-13:00 : Scambi poetici con piccolo rinfresco

Hanno collaborato a l’Ultimo Rosso: 

Alberto Ronchi –  Ambra Simeone – Angelo Andreotti – Anna Bellini – Beniamino Marino – Bruno Montanari – Carlo Tassi – Carlotta Mantovani – Cristiano Mazzoni – Eleonora Rossi – Enrico Taccone – Francesco Loche – Francesco MoniniFranco Ferioli – Franco MoscaGianpaolo BeniniLidia CalzolariLuca Chizzoni Luca IspaniLucia Boni – Maria Mancino – Matteo Pazzi – Pier Luigi Guerrini – Rita Bonetti – Roberta BarbieriRoberta De Tomi – Roberto Dall’Olio – Roberto PaltrinieriRosaria Munafò – Stefano Peverin – Tommaso Monini

Nota 1 : Per entrare nel giardino della Ariostea (via gioco del pallone) è necessario munirsi di mascherina.
Nota 2 : Si invitano i partecipanti e gli amici di ferraraitalia a portare qualcosa per il rinfresco.

Puoi trovare tutte le informazioni utili su ferraraitalia
Metti un like sulle nostre pagine FacebookInstagram, e sull’evento Facebook l’Ultimo Rosso     

 

FERRARA & JAZZ | Sabato 16 ottobre IL GRUPPO DEI 10 presenta “Modalità Trio”

 

“Modalità Trio” M.E.N.

TUTTE LE DIREZIONI IN FALLTIME 2021
Sabato 16 ottobre al via la nuova rassegna del Gruppo dei 10

con Nico Gori, Massimo Moriconi ed Ellade Bandini che presenteranno il loro nuovo disco, dopo la partecipazione a Umbria Jazz

L’autunno si accende con Tutte le Direzioni in Falltime 2021, la nuova stagione culturale firmata da Il Gruppo dei 10 che come sempre porta appuntamenti di assoluta qualità allo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), toccando tutti i generi, con momenti di svago e musica e altri di riflessione, in “tutte le direzioni”. Si parte sabato 16 ottobre con “Modalità Trio” M.E.N., formato da tre personalità di primo piano, Nico Gori, Massimo Moriconi ed Ellade Bandini. Il gruppo presenterà il nuovo cd, uscito nel giugno scorso. M.E.N. è reduce dalla fortunatissima partecipazione a Umbria Jazz – per l’edizione di fine estate – e ha tutte le credenziali per regalare una serata in cui unica protagonista sarà la musica jazz e non solo. La bravura individuale dei tre interpreti sarà perfettamente fusa in M.E.N., una visione comune dell’essere trio. Apertura ore 20 con aperitivo e a seguire cena, massimo 70 posti. Per informazioni e prenotazioni: Spirito, via Rondona 11d, Vigarano (Ferrara), 0532.436122 e 339.4365837.

M.E.N., infatti, è lo spassoso acronimo (composto dalle loro iniziali) che si sono inventati tre dei musicisti più interessanti che l’Italia può vantare. A suonare insieme, sabato 16 ottobre per il via della stagione allo Spirito di Vigarano Mainarda, saranno Massimo Moriconi (M) al basso elettrico e contrabbasso, Ellade Bandini (E) alla batteria e infine Nico Gori (N), sax soprano, sax contralto e clarinetto, ospiti più volte negli ultimi anni nelle rassegne promosse dal Gruppo dei 10. Il trio propone le sonorità legate al jazz più puro, rivisitate attraverso il particolare estro di ciascuno dei componenti.

I tre musicisti suoneranno “pianoless”, esaltando le capacità musicali e interpretative del trio. Dopo il successo degli scorsi appuntamenti musicali, ritorna il progetto di Moriconi, Gori e Bandini con interessanti improvvisazioni e momenti di alta musica. Il gruppo nasce da un’idea di Ellade Bandini, già batterista dei grandi della musica (Paolo Conte, Vinicio Capossela, Fabrizio De André, solo per citarne alcuni) e ha l’obiettivo di suonare la musica che più piace loro e trasmetterla al pubblico, con serate sempre differenti e appassionanti. “M.E.N. era partito come un gruppo molto creativo – ricorda il batterista – ma nel tempo si è sviluppato andando a scavare più in profondità, nelle origini della musica e nelle bellissime melodie di una volta, riviste e ritoccate da musicisti del calibro di Nico Gori, bravissimo clarinettista, e Massimo Moriconi, da almeno trent’anni collaboratore di Mina e suo bassista di fiducia”.

TUTTE LE DIREZIONI IN FALLTIME 2021 prenderà il via dal 16 ottobre fino al 26 dicembre 2021Apertura ore 20 con aperitivo e a seguire cena, massimo 70 posti, tranne domenica 24 ottobre, domenica 21 novembre e domenica 26 dicembre, ore 12 (aperitivo e pranzo) e a seguire Peccato Vinile e giovedì 28 ottobre ore 19 (aperitivo e conferenza) e a seguire cena e concerto. Tutte le informazioni degli eventi in programma si potranno trovare anche sulla pagina Facebook de Il Gruppo dei 10.

IL GRUPPO

Massimo Moriconi è uno dei nomi più importanti del panorama musicale italiano. Il suo curriculum, infinito, unisce il mondo del jazz a quello de pop e vanta collaborazioni con artisti come Chet Baker, Billy Cobham, ‘Toots’ Thielemans, Renato Sellani, Massimo Urbani, Paolo Fresu, Enrico Rava. E poi Antonella Ruggiero, Fabio Concato, Mina. Negli anni ’80 è stato il bassista dell’orchestra dei ritmi leggeri della RAI di Roma, con cui avrà la possibilità di cimentarsi con miti come Jerry Lewis, Mirelle Matieu, Liza Minnelli. Ha inciso colonne sonore per film con compositori e direttori quali Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, Riz Ortolani, Nicola Piovani, Piero Piccioni. Sideman in sala di registrazione (ha registrato circa 350 tra dischi e cd). Ha realizzato quattro dischi come leader: l’ultimo, ‘D’Improvviso’, vede ospiti Mina, Massimiliano Pani, Fabio Concato, Phil Woods, Eric Marienthall, Danilo Rea, Ellade Bandini.

 

La storia musicale di Ellade Bandini inizia all’età di 4 anni, quando riceve come regalo di Natale una piccola batteria giocattolo. La carriera prende avvio a 17 anni, suonando a livello professionale con alcune orchestre in sale da ballo e night club di tutta Italia: è in una di queste orchestre, quella del maestro Ugo Orsatti, che Bandini suona per la prima volta con il bassista Ares Tavolazzi. La sua carriera di batterista prosegue suonando per la cantante Carmen Villani, nel gruppo beat Avengers, dove conosce il giovane pianista e arrangiatore Vince Tempera. Diviene presto un turnista molto richiesto, suonando in alcuni 45 giri di successo di quegli anni, come Io mi fermo qui di Donatello, Viaggio di un poeta e Vendo casa dei Dik Dik, Soleado dei Daniel Sentacruz Ensemble, Rumore di Raffaella Carrà, L’importante è finire e Ancora ancora ancora di Mina. Nel 1969 con Ares Tavolazzi e Vince Tempera forma i The Pleasure Machine e inizia la collaborazione con Francesco Guccini. Ellade Bandini ha collaborato anche con moltissimi altri musicisti ed artisti, tra cui Claudio Lolli, Roberto Vecchioni, Paolo Conte, Fabio Concato, Vinicio Capossela, Fabrizio De André, Angelo Branduardi, Adriano Celentano, Bruno Lauzi, Dik Dik, Equipe 84, Nomadi, solo per citarne alcuni. Dal 1999 fa parte della Drummeria, formata da altri quattro batteristi: Walter Calloni, Maxx Furian, Christian Meyer e Paolo Pellegatti. Insieme a Mario Arcari e Giorgio Cordini, che come Ellade Bandini furono per molti anni tra i musicisti di Fabrizio De André, ha formato 1000 anni ancora, gruppo col quale inciderà Storia di un Impiegato.

Clarinettista, sassofonista, arrangiatore, compositore, Nico Gori ha cominciato lo studio del clarinetto all’età di 6 anni e quello di sassofono e pianoforte all’età di 10. Inizia molto giovane a esibirsi grazie a collaborazioni in ambito jazz, classico e della musica pop. Ha suonato e inciso, fra gli altri, con Tom Harrell, Fred Hersch, Stefano Bollani e la Vienna Art Orchestra. Ha all’attivo sette album come band leader e più di cento come side man. Nell’estate 2015 Nico Gori ha dato vita, insieme all’Associazione Pisa Jazz e a Francesco Mariotti, al progetto ‘Nico Gori & Pisa Swing Cats’, small band composta da dieci musicisti e che propone un repertorio swing tra brani originali e arrangiamenti del leader, rifacendosi alle serate da ballo dell’America degli anni ’40 e ’50.

IL GRUPPO DEI 10

(RI)IMMAGINARE UN FUTURO MIGLIORE:
intervista a Reiner Braun alla vigilia del Congresso Mondiale della Pace di Barcellona.

di Reto Thumiger

Pochi giorni prima del Congresso Mondiale della Pace 2021 a Barcellona parliamo con Reiner Braun, direttore esecutivo dell’International Peace Bureau (IPB) di come il movimento per la pace, i sindacati e il movimento ambientalista possono unirsi, del perché abbiamo bisogno di un congresso per la pace e dei giovani e perché ora è il momento giusto per farlo. Il congresso si svolgerà in una forma ibrida (in presenza e online) a Barcellona dal 15 al 17 ottobre.

Grazie per aver trovato il tempo per un’intervista, caro Reiner. Il tuo instancabile impegno per decenni a favore della pace ti ha fatto diventare una figura ben nota nel movimento pacifista. Spero che molte persone che non sono ancora attiviste leggeranno questa intervista e quindi vorrei chiederti di presentarti brevemente.

Reiner Braun: Sono stato coinvolto nella formazione del movimento per la pace a livello nazionale e internazionale per ben 40 anni, con responsabilità molto diverse: come membro dello staff dell’Appello di Krefeld negli anni ’80, come direttore esecutivo degli Scienziati Naturali per la Pace, poi della IALANA (Associazione di Avvocati contro le armi nucleari) e del VDW (Associazione degli Scienziati Tedeschi). Negli ultimi anni sono stato prima presidente e poi direttore esecutivo dell’IPB (International Peace Bureau) fino ad oggi. Ciò che è sempre stato particolarmente importante per me è di essere attivo nelle campagne contro le armi nucleari, per la “Stop Ramstein Air Base” e nella campagna “Disarmare invece di riarmare”. Ho avuto il grande piacere di partecipare a centinaia, forse migliaia, di piccole azioni e attività, ma anche a grandi eventi: le manifestazioni a Bonn contro la guerra in Iraq, Artists for Peace, ma anche gli incontri del Forum Sociale Mondiale. In sintesi, la pace ha avuto un’influenza decisiva sulla mia vita. Nonostante tutte le difficoltà, i problemi e le controversie, sono stati anni fantastici con persone incredibilmente interessanti e molta solidarietà e passione. Questo non cambia la mia convinzione che la situazione attuale sia non solo pericolosa, ma anche profondamente deprimente. Non stiamo forse vivendo nell’era prebellica di una nuova grande guerra con armi nucleari provenienti dalla regione indopacifica?

Abbiamo proposte a sufficienza per salvare il mondo

Il mondo è a un bivio fondamentale: scivolare nella catastrofe sociale ed ecologica con la politica dello scontro e della guerra, o trovare la via d’uscita, che descriverei come una fondamentale trasformazione di pace socio-ecologica. Aiutare a trovare vie d’uscita da questa situazione è il grande obiettivo del Congresso Mondiale dell’IPB. Si tratta delle grandi sfide del nostro tempo. Non si tratta del centesimo documento strategico – abbiamo proposte a sufficienza per salvare il mondo. Si tratta piuttosto dei soggetti del cambiamento e della costruzione di coalizioni e di azioni sempre più internazionali in rete. Le persone plasmano la storia: è questo che il congresso vuole incoraggiare. Come possono unirsi il movimento per la pace e i sindacati, il movimento ambientalista e quello pacifista? Quali sono i contributi dei nuovi attivisti di Fridays for Future al movimento per la pace, senza strumentalizzarli e distrarli dalle loro preoccupazioni? Sono domande a cui il congresso vuole rispondere insieme a tutti coloro che sono coinvolti nei vari movimenti.

Questo congresso dovrebbe essere internazionale e con una grande diversità. Sarà modellato tematicamente dall’Asia, il continente del futuro e forse dovrei dire anche il continente di future guerre ancora più grandi. Il confronto della NATO con la Russia, le armi leggere e l’America Latina, le conseguenze della pandemia sulla pace, ma anche l’Australia e i nuovi sottomarini nucleari sono alcuni dei punti centrali.

Come può il sogno di un mondo pacifico e giusto diventare realtà?

Reiner Braun: Accordi e risoluzioni per fermare la base aerea di Ramstein
2020 (Foto: ra13mstein-kampagne.eu)

Le sfide di genere e l’oppressione dei popoli indigeni sono questioni che hanno sempre a che fare con la guerra e la pace.
Naturalmente le richieste di disarmo, un mondo senza armi nucleari, la risoluzione pacifica dei conflitti e l’educazione alla pace sono componenti importanti del Congresso Mondiale. Ma tutto è subordinato a quanto espresso dalla canzone “Imagine” di John Lennon: come può il sogno di un mondo pacifico e giusto diventare realtà? Cosa possiamo fare tutti insieme per questo, da qualunque parte veniamo, qualunque cosa pensiamo, qualunque cosa abbia plasmato la nostra vita finora? Abbiamo bisogno di unirci in azioni più frequenti, più grandi e internazionali per il futuro. Dobbiamo abbandonare il letargo, lo status di osservatore.

È probabilmente qui che entra in gioco il titolo del congresso: “(Ri)immaginare il nostro mondo: azione per la pace e la giustizia”?

Sì, questo titolo ha lo scopo di ricordare ed evocare visioni e di chiamare all’azione: tu da solo puoi essere troppo debole, ma insieme possiamo farcela. Non è scontato che le grandi corporazioni e la politica dei governi ci portino nell’abisso. Si tratta quindi anche di un congresso di giovani e di incoraggiamento, senza farsi illusioni su quanto saranno dure le lotte. Non solo abbiamo progettato autonomamente diverse attività della gioventù IPB al congresso, ma il 40% di tutti i relatori ha meno di 40 anni.

La partecipazione ibrida è possibile fino all’ultimo minuto e Barcellona vale sempre il viaggio

Le 2.400 iscrizioni online e offline da finora 114 paesi ci danno coraggio e fiducia che ci stiamo avvicinando ai nostri obiettivi.
Tutti i dettagli del programma, la sua diversità e pluralità, la sua internazionalità e la sua competenza si possono trovare sul sito web. Lì troverete anche le descrizioni dettagliate dei quasi 50 workshop, degli eventi collaterali e culturali e un invito alla cerimonia di consegna del Premio MacBride il sabato sera.
Vale davvero la pena di dare un’occhiata a tutto questo. Posso immaginare che alcuni di voi diranno: vorrei esserci anch’io. La forma ibrida è possibile fino all’ultimo minuto. Barcellona vale sempre un viaggio e partecipare online porterà sicuramente nuove intuizioni e forse anche un po’ di nuova forza per la pace.

Senza superare il capitalismo, non raggiungeremo né la pace né la giustizia globale e climatica

Se gli ultimi anni ci hanno insegnato qualcosa, è che i grandi problemi, le grandi minacce per l’umanità sono molto complessi e interconnessi. I singoli paesi o regioni sono impotenti contro di essi. Questo significa che abbiamo bisogno di soluzioni coerenti e di cooperazione internazionale. Quello che stiamo vivendo è purtroppo il contrario

Il pensiero della complessità, delle interconnessioni e, aggiungerei, della dialettica è spesso andato perso a favore di una semplificazione in bianco e nero e resistente ai fatti. Politicamente, questo approccio viene anche usato di proposito per negare la dimensione delle sfide e per chiedere una continuazione delle cosiddette riforme. Ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno – so che è fuori moda usare questa parola – è una rivoluzione: una trasformazione fondamentale e, aggiungerei, democraticamente partecipata di tutti i rapporti di dominazione, potere e proprietà, incluso un rapporto completamente nuovo con la natura. Sembra una parola d’ordine, ma le interviste sono così: senza il superamento del capitalismo, non raggiungeremo né la pace né la giustizia globale e climatica.

Jean Jaures aveva già formulato questo concetto in modo originale nel 1914, quando sottolineava che il capitalismo porta in sé la guerra, come le nuvole portano la pioggia. Non risolveremo la sfida del clima senza mettere alla prova l’ideologia della crescita e questo contraddice fondamentalmente le necessità di accumulazione capitalista e gli interessi di profitto. Nessuno dovrebbe credere che una giustizia globale sia realizzabile senza andare alle fondamenta del potere e dello sfruttamento corporativo.

Sono convinto che i cambiamenti dovranno essere e saranno molto più profondi e fondamentali

Ciò di cui abbiamo bisogno ora e subito è la cooperazione, una politica di sicurezza comune – questa è una dichiarazione di guerra a Biden e alla NATO – perché solo allora possiamo aprire strade per costruire un futuro pacifico ed ecologico.

Sono profondamente convinto che i cambiamenti dovranno essere e saranno molto più profondi e fondamentali. La discussione su questo è certamente necessaria, ma non deve impedirci di fare insieme i primi passi, prendere delle misure, compiere delle azioni urgenti, soprattutto con i molti che non condividono la mia posizione. Una discussione senza esclusioni e tabù, ma con molta comprensione per l’altro è necessaria se vogliamo raggiungere una trasformazione fondamentale in modo partecipativo e quindi rendere la pace più sicura.

Dobbiamo superare rapidamente l’isolamento che si è creato in seguito alla crisi del covid a favore di un’azione solidale. In Europa siamo di fronte a una possibile fine della pandemia, ma in altre parti del mondo non è così. È il momento giusto per un congresso internazionale della pace?

Sappiamo bene quanto siano state grandi le sfide per questo congresso nelle condizioni dettate dalla pandemia durante tutto il periodo di preparazione. Voglio essere chiaro: non c’è momento migliore, non solo perché un tale congresso mondiale è assolutamente necessario a livello politico. La ragione più importante è che abbiamo un urgente bisogno di superare, rapidamente e in modo solidale, l’isolamento che è sorto a seguito della crisi causata dal covid, a favore di azioni di solidarietà. Dobbiamo tornare nelle strade e nelle piazze. In forma digitale ci siamo mossi insieme; ora questo deve diventare anche più visibile politicamente. Dopo 18 mesi di limitazioni imposte dalla pandemia, c’è davvero un enorme interesse a incontrarsi, scambiarsi idee, abbracciarsi e salutarsi di nuovo. Abbiamo bisogno di questa empatia. Spero che raggiungerà anche coloro che parteciperanno online. Abbiamo bisogno dell’atmosfera di un nuovo inizio e spero che il congresso contribuisca a crearla.

Parteciperanno Lula, Vandana Shiva, Jeremy Corbyn, Beatrice Finn e molti altri…

Il congresso è certamente un esperimento nelle sue molte forme ibride, ma significativo e pieno di speranza. Sono abbastanza convinto che i formati ibridi – in presenza e on line – saranno il sistema del futuro. Permettono una vasta rete internazionale.

Nel programma sono annunciati alcuni grandi nomi. Chi ti aspetti di incontrare di persona e chi in collegamento video?

Tutte le “celebrità” annunciate nel programma saranno presenti, alcune on line come l’ex presidente brasiliano Lula e Vandana Shiva, altre in loco come Jeremy Corbyn e Beatrice Finn. I relatori centrali delle plenarie di sabato e domenica interverranno di persona. Alcuni workshop molto interessanti come quello su AUKUS saranno online, i workshop sulle armi nucleari o sulla sicurezza comune avverranno in una forma mista.

Ci saranno certamente ampie occasioni di scambio e di discussione. Per non dimenticare il raduno pubblico con tutti i partecipanti all’evento di apertura, dove formeremo il simbolo della pace con i nostri telefoni cellulari.

I cambiamenti fondamentali non hanno bisogno solo di personalità eccezionali, ma costituiscono una sfida per tutti noi. Perché un attivista che non si occupa di pace o una persona che non è socialmente o politicamente attiva dovrebbe partecipare al congresso?

Già al momento dell’iscrizione al congresso, abbiamo notato la diversità dei partecipanti. Non solo perché provengono davvero da diverse parti del mondo, ma anche perché sono diversi nel loro impegno. Tutti condividono le idee di base della grande trasformazione socio-ecologica della pace. La pace è impensabile senza giustizia globale e giustizia climatica e non ci sarà giustizia climatica senza la fine delle guerre e dei conflitti armati. Sono due facce della stessa medaglia. Vogliamo approfondire questi pensieri e renderli più fattibili. Vogliamo chiarire che le condizioni di natura sono anche sempre relazioni di dominio e di potere, che devono essere superate o democratizzate e modellate in modo partecipativo nella e per la pace.

Quali sono le possibilità di partecipazione (in loco e online) e quali le lingue utilizzate? E soprattutto, quali sono le opportunità di partecipazione attiva?

L’organizzazione indipendente è la sfida del design online. Per questo abbiamo acquisito un sistema tecnico che permette la discussione individuale, lo sviluppo di piccoli gruppi, la presentazione di poster e documenti e anche lo scambio individuale. Non è certamente quello che i partecipanti sperimenteranno sul posto – anche al di là del programma ufficiale – ma crea molto spazio per la comunicazione. Le lingue principali saranno l’inglese, il catalano e lo spagnolo. Ma in caso di dubbio, donne e uomini possono comunicare anche con mani e piedi.

Il congresso stesso è un incontro di rete comunicativa e tutti andranno a casa con molte nuove impressioni ed esperienze – ne sono abbastanza sicuro.

Reiner Braun – Foto di C. Stiller

Infine, una domanda personale. Come riesci a mantenere il tuo impegno e la tua fiducia in questi tempi? Che cosa ti dà speranza?

La fiducia e l’ottimismo vengono dalla mia profonda convinzione che le persone scrivono la storia e che la storia può essere influenzata e persino determinata dalle loro azioni. Voglio partecipare a questo e non essere un “agnello sacrificale passivo” di altri. Mi sento parte di una comunità mondiale basata sulla solidarietà – alla quale è anche permesso qualche volta di litigare – che vuole ottenere un mondo migliore, pacifico e giusto. Nella mia vita, ho sperimentato tanta solidarietà e unione nelle diverse azioni, ho incontrato molte persone che hanno affrontato con coraggio le condizioni più difficili e questo mi ha influenzato e anche formato.

Questo sentimento di solidarietà, questa comprensione di una comunità di persone che pensano e agiscono in modo simile non rende facili, ma almeno più sopportabili le battute d’arresto e anche le dolorose sconfitte politiche, dà speranza e fornisce una bussola per il futuro anche in momenti di grande difficoltà e incertezza.

Non ci riesco a lasciar perdere. Rinunciare non è un’opzione, perché non posso e non voglio rinunciare a me stesso. La dignità – soprattutto nelle difficoltà, nei conflitti e nelle sconfitte – è qualcosa che ho sempre ammirato e che rende i successi ancora più preziosi.

Per me il capitalismo non è la fine della storia. Rispetto ai miliardi di altre persone su questo pianeta, io sono ancora in una situazione privilegiata e vorrei fare in modo che anche gli altri vivano meglio e che l’ambiente sia preservato. La pace con la natura è anche una sfida personale.

Cosa c’è di meglio che lavorare insieme a molti altri per una vita migliore, per la giustizia e la pace? Questo rende felice anche me.

Clicca qui per registrarti: https://www.ipb2021.barcelona/register/

Sabato 16 ottobre dalle 11:30 alle 12:00 Pressenza organizza un workshop sul giornalismo nonviolento.

Traduzione dal tedesco di Thomas Schmid. Revisione di Anna Polo

Thanks: questa intervista è apparsa su Pressenza il 12.10.2021
In Copertina: Reiner Braum, direttore esecutivo dell’International Peace Bureau – Foto: ramstein-kampagne.eu, 2020.

VOCI FEMMINISTE RADICALI CONTRO IL GREEN PASS E L’ATTACCO GENETICO AI CORPI

Il femminismo non accetta ricatti

A fronte delle discutibili adesioni appena espresse pubblicamente da alcune femministe radicali
italiane, ci sentiamo in dovere di prendere la parola e chiarire in maniera inequivocabile la nostra
distanza da tali posizioni.
Finora sono state ignorate, delegittimate, silenziate e screditate le piazze in cui da mesi centinaia di
migliaia di manifestanti ogni settimana esprimono – piaccia o meno – un democratico e legittimo
dissenso. Solo adesso, al momento giusto e in maniera faziosa, queste piazze sono finite sotto i
riflettori e sono state catapultate nel baratro più bieco della strategia della tensione.
Cadere in questa trappola, in questo teatro, urlando contro l'”emergenza fascista” costruita ad arte
dalla propaganda diventa strumentale e funzionale per far passare la misura totalitaria e, questa sì,
fascista denominata Green Pass.
Siamo anche noi femministe radicali, provenienti da gruppi, associazioni e background diversi, ma
unite dal principio sacro dell’INVIOLABILITÀ DEI CORPI, cardine del manifesto che abbiamo
sottoscritto insieme a tante realtà del femminismo italiano ed europeo e che rappresenta la base
della nostra azione politica.
Non possiamo accettare in silenzio l’instaurarsi di una dittatura tecno-sanitaria che obbliga le
persone a pagare per lavorare e non possiamo rendere i nostri corpi disponibili a questi così detti
vaccini che sono delle piattaforme a mRNA di riprogettazione cellulare.
Non passiamo accettare il pericoloso precedente rappresentato dal Green Pass: una volta accettato il
principio di poter perdere delle libertà in nome della biosicurezza come nuovo paradigma di
controllo e gestione della società, questo principio diventerà la norma e da quel momento potrà
condizionare qualsiasi altra decisione aprendo ad una società di persone di serie A e di serie B, sul
modello del Credito Sociale cinese.
Il Green Pass diventerà lo strumento per dare l’avvio all’identità digitale che grazie alla rete 5G
permetterà una gestione e controllo assoluto della vita di tutte le persone in una società cibernetica e
transumanista.
Non saper o non voler riconoscere in tutto questo un attacco verso i nostri corpi e verso tutto il
vivente è non avere più gli strumenti per poter lottare con forza e consapevolezza a difesa della
natura, dei nostri corpi, dei nostri figli e della nostra comunità.
Come donne e come femministe radicali non possiamo permetterlo.
Prime firmatarie:
Silvia Guerini
Emanuela Risso
Roberta Trucco
Adesioni:
Cristiana Pivetti
Daniela Danna
Barbara Eletta Camoni
Silvia Marzi
Alice Ujcic
Elena Daniele
Gianna Curti Clech
Donatella Proietti Cerquoni
Marinella Dolci
Cinzia Civitelli
Elena Murdaca
Cristina Basso
Elisa Pastorino
Luisa Vicinelli
Rita Ricciardelli
Pasqua Teora
Agata Leone
Alessandra Merli
Tiziana Visaglio
Samantha Schloss
Giulia Rosignoli
Chiara Rossi
Gigliola Mattei
Selena Chiappori

Adesioni in aggiornamento. Chi desidera firmare può comunicarlo a Onda Femminista Radicale e sarà inserita.

ITALIA VIVA: Gli studenti di medicina vogliono lezioni in presenza, Unife deve rispondere seriamente

 

“Gli studenti vogliono solo la possibilità psicologica di tornare in classe, ma poi spesso non vengono a lezione” questa è stata la risposta di Unife ha rivolto agli studenti e che si può leggere su una testata nazionale come Ilfattoquotidiano.it

A noi di Italia Viva Ferrara queste parole suonano non solo del tutto insufficienti davanti alle proteste degli studenti che stanno legittimamente sostenendo il loro diritto al rientro in presenza, ma anche piuttosto gravi nel minimizzare e liquidare un’esigenza così forte da parte delle nuove generazioni che sappiamo essere una delle fasce più colpite dalla pandemia.

Le lezioni dell’anno accademico 2021/2022 all’Università di Ferrara sono cominciate ormai da qualche settimana. Far ripartire una macchina così complessa e articolata, ferma da più di un anno, non è cosa semplice. Le direttive del MIUR chiedono agli atenei di riorganizzarsi per una didattica il più possibile in presenza, salvaguardando chi non ha la possibilità di seguire, attraverso lo streaming e le lezioni registrate. Diverse facoltà si sono organizzate dotando ciascuna aula degli strumenti informatici che consentono di tenere contemporaneamente la lezione in presenza e on-line, con relativa registrazione pubblicata e messa a disposizione degli studenti.

Ma la facoltà di medicina in particolare prosegue con la didattica a distanza e lezioni registrate.

Sappiamo che Unife è una realtà variegata ed eterogenea, ciascuna facoltà ha peculiarità specifiche e un certo grado di autonomia organizzativa che può aver generato delle disomogeneità, ma cos’è successo a Medicina? Cosa ha impedito anche a questa facoltà di trovare un equilibrio fra lezioni in presenza e in streaming?

Noi di Italia Viva Ferrara vogliamo che sia data agli studenti una risposta ferma e seria che li coinvolga in prima persona e che riconosca il valore dello straordinario capitale umano che rappresentano e che il bisogno dichiarato di un ritorno in presenza non venga trattato come uno sfizio.

Italia Viva Ferrara

RIPORTIAMO IL FIUME IN CITTA’
prima assemblea per un Contrato di Fiume a Ferrara

 

COMUNICATO DEL GRUPPO BLU

Si svolgerà sabato 16 ottobre dalle ore 9.30 alle 12.30 nella darsena S. Palo di Ferrara la prima assemblea cittadina per un Contratto di Fiume a Ferrara.

Sotto il titolo “Riportiamo il fiume in città” il Guppo Blu, nato all’interno della Rete per la Giustizia Climatica, intende accendere un faro sull’insieme di corsi d’acqua che caratterizzano il territorio comunale, ma che sono inaccessibili ai più e in buona parte in stato di abbandono.

E’ la prima volta nella città estense che i cittadini e le associazioni interessate vengono chiamate ad esprimere le loro idee relative agli ambienti fluviali e a partecipare attivamente alla creazione di un documento condiviso.

Il processo dovrà generare una proposta che punti a rivalorizzare i fiumi ed i canali di Ferrara non solo come idrovie e canali di bonifica ma anche come risorse culturali e naturalistiche, baluardi blu e verdi al pari delle antiche mura della città, in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

La proposta del Gruppo Blu evolverà in un accordo scritto con il quale cittadini privati, associazioni, imprese, enti, istituzioni sintetizzeranno i loro bisogni nei confronti del fiume e si impegneranno formalmente a garantire una corretta gestione ambientale strategica di questa fondamentale risorsa.

Il momento storico, secondo gli organizzatori è unico: “la riqualificazione del parco della Darsena, i lavori in corso del progetto Idrovia, i futuri progetti da finanziare con le risorse del PNRR, questi interventi devono essere eseguiti in una visione d’insieme riconoscendo i fiumi e i canali di Ferrara come beni comuni”.

Luogo della prima assemblea è il piazzale della darsena di Ferrara, tra il Palazzo Savonuzzi / Consorzio Wunderkammer e l’attracco del battello Nena. Per partecipare è necessario essere in possesso del green pass.
Per informazioni: 328 2161442,
info@fiumana.org

Rete per la Giustizia Climatica

Portomaggiore, “BIMBI IN BIBLIO” : al via la rassegna di letture a voce alta per i più piccoli

 

A partire da sabato 16 ottobre la Biblioteca Comunale Peppino Impastato sarà protagonista di un nuovo appuntamento questo volta dedicato ai bambini e alle bambine.

Sabato dalle 10.00 alle 12.00 prenderà il via la rassegna di letture ad alta voce Bimbi in Biblio a cura della Cooperativa Le Macchine Celibi.

Le letture si terranno nella sala ragazzi a piano terra e si svilupperanno su diversi percorsi tematici.

I prossimi appuntamenti saranno sabato 20 novembre e sabato 18 dicembre, sempre dalle 10.00 alle 12.00.

Gli incontri si svolgeranno nel rispetto della normativa di sicurezza Covid-19, agli accompagnatori verrà richiesto il green pass. Resta obbligatorio per tutta la permanenza all’interno del Biblioteca l’uso della mascherina chirurgica o FFP2.

Per informazioni e prenotazioni – 0532.323246
Martina Protti – m.protti@comune.portomaggiore.fe.it

la Repubblica di Weimar

“Operaio scrive “CGIL” sull’ingresso della sede di Confindustria per farla devastare dai fascisti”

Lercio

Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro, tale è la geniale capacità del collettivo satirico Lercio di catturare, con una frase, l’essenza dei fatti. In questa fake new si legge la stupidità della folla smarrita, il tragico errore di mira della guerra tra deboli, la sottovalutazione del senso di una protesta, quando a connotarla e a guidarla è un manipolo di violenti. Ho letto commenti del tipo “Confindustria fa il suo mestiere, il sindacato invece no, quindi è più colpevole”. Nessuno che si ricordi se, sotto il regime franchista, sotto Pinochet, sotto Videla, sotto Mussolini, i ricchi stessero peggio e i poveri meglio. Quelli che non si sentono più rappresentati da nessuno scendono in piazza organizzati da tale Pamela Testa, fascista dichiarata; sul palco il comizio lo tiene tale Giuliano Castellino, vice capo di Forza Nuova, nemico giurato del green pass fattosi vaccinare per poter tornare allo stadio (sic). Per organizzare una protesta in proprio bisognerebbe organizzarsela, appunto, non farsela organizzare dai fasci. Non ricordo una manifestazione operaia in cui sul palco parlassero Renato Curcio, Alberto Franceschini, Mario Moretti. Eppure c’erano, ma venivano isolati. La tragica cartina al tornasole fu l’assassinio di sindacalisti ad opera di brigatisti rossi. Invece oggi fascisti e difensori della libertà contro la “infame tessera verde” marciano fianco a fianco.

Quel che più spaventa è questa moltitudine di persone impoverite, rabbiose, disilluse, che ricorda in modo sinistro la Repubblica di Weimar poco prima della salita (legale) al potere di Adolf Hitler, che solo qualche anno prima aveva preso il 2 per cento alle elezioni.