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Da: Organizzatori

Il quadro regionale sulle domande per la Cassa integrazione in deroga in Emilia-Romagna dice che sono 17.774 le richieste pervenute, che coinvolgono 54.726 lavoratori, per un volume complessivo di 8.128.196 ore e un ammontare di circa 81,3 milioni di euro (81.281.964).

I dati delle richieste, inviati all’ Agenzia per il Lavoro della Regione, mettono a fuoco la difficile situazione creatasi con il conseguente impatto sulle attività produttive, a causa dell’emergenza coronavirus. I numeri sono riferiti alle domande inviate dal 23 marzo al 1 aprile e dal 6 al 9 aprile.

“Sono numeri ragguardevoli- commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla-, che testimoniano il grande impegno finanziario della Regione Emilia-Romagna. La gestione regionale della Cassa integrazione in deroga sta funzionando e nelle prossime ore daremo alle banche gli elenchi con gli accordi approvati, passaggio fondamentale per l’erogazione degli anticipi”.
“Un ruolo importante- aggiunge Colla- lo stanno svolgendo i corpi intermedi, che con grande responsabilità e abnegazione stanno gestendo gli accordi. È la conferma ulteriore che questo territorio può vantare un patrimonio straordinario per la tenuta democratica. Come Regione riconfermiamo il nostro impegno per la copertura di tutti gli ammortizzatori nel prossimo decreto di aprile. Siamo al fianco di imprese, lavoratrici e lavoratori per superare insieme questo momento drammatico e impostare la ripresa una volta superato il lockdown”.

Proprio ieri, la Regione ha annunciato che le banche sono pronte per anticipare ai lavoratori e alle loro famiglie gli ammortizzatori sociali previsti dal decreto “Cura Italia”, dalla Cassa integrazione in deroga al Fondo di integrazione salariale. Già dalla prossima settimana saranno operative le procedure degli istituti che hanno sottoscritto il protocollo regionale.

I dati per provincia

Bologna 4581 richieste, per 15.468 lavoratori per 2.258.965 ore.
Modena 2.856 richieste per 9.153 persone per 1.279.055 ore.
Rimini 1.958 domande per 5.723 lavoratori per 902.063 ore.
Reggio Emilia 1.681 domande per 5.301 lavoratori per 672.553 ore.
Forlì-Cesena 1.491 richieste per 4.379 lavoratori per 619.536 ore.
Ravenna 1.418 domande per 4.167 lavoratori per 762.938 ore.
Parma 1.378 richieste per 4.015 lavoratori per 655.506 ore.
Piacenza 1.283 domande per 3.788 per 466.498 ore.
Ferrara 1.128 inviate per 2.732 per 511.078 ore.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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