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da: ufficio stampa Tper

La notizia dello stanziamento di fondi per l’acquisto di nuovi bus, emersa dal convegno sul trasporto pubblico tenutosi oggi a Ferrara, è senza dubbio positiva per un settore che risente da tempo di criticità per la ridotta capacità d’investimento per il rinnovo delle flotte.
Tper, su questo piano, ha da sempre accompagnato lo sforzo della Regione Emilia-Romagna nel dotarsi di nuovi bus, mettendo a frutto tutti i fondi pubblici dedicati a questi interventi e impegnandosi con fondi propri per la restante parte in autofinanziamento.
Se sarà possibile, finalmente, dare impulso a una nuova stagione di rinnovo del parco veicolare pubblico, i vantaggi saranno tutti per il servizio offerto e per i passeggeri trasportati. E’ un auspicio forte di Tper, che in questi anni ha saputo orientarsi all’efficienza, recuperando condizioni di redditività e agendo in parallelo con una grande attenzione ai ricavi e al servizio.
In tema di investimenti, Tper ha già avviato il lavoro di rinnovo del piano triennale; sta già investendo in nuovi mezzi ed ha già predisposto i capitolati per partire con le gare, anche insieme alle altre aziende della regione, Seta e Start: ciò al fine di acquisire nuovi mezzi il prima possibile e con la volontà di fare sistema sfruttando ogni economia di scala.
L’utenza ha premiato il lavoro fin qui svolto: Tper ha registrato già nel 2013 un lusinghiero aumento di passeggeri del 3,9%, seguito da un ancor più significativo ed ulteriore aumento del 5,5% nel 2014.
Nei due bacini di Bologna e Ferrara nel 2014 sui bus sono stati effettuati oltre 136 milioni di viaggi, che salgono a circa 142 milioni, se si considerano anche quelli effettuati sui treni delle 9 ferrovie locali gestite da Tper.
Non posso che associarmi agli auspici dell’Assessore Donini affinchè la nostra regione veda riconosciuto a livello nazionale un lavoro serio di anni in direzione del miglioramento dei servizi: il Governo centrale non potrà non tener conto di quelle realtà che – come la nostra – si sono già strutturate e hanno operato efficacemente raggiungendo parametri di eccellenza .
Con riferimento al trasporto su gomma, Tper vanta oggi una percentuale di copertura dei costi con ricavi da tariffazione che è pari al 41,33%, un dato che non è solo superiore all’obiettivo del 35% ipotizzato dai provvedimenti di riforma del settore, ma di gran lunga anche dell’attuale dato nazionale, che si attesta intorno al 30%.

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TPER


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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