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Giammaria Manghi nuovo Sottosegretario alla Presidenza della Giunta

Assume l’incarico succedendo a Andrea Rossi, neo-parlamentare dimessosi dopo l’elezione alla Camera dei Deputati

Bologna – Giammaria Manghi è da oggi il nuovo Sottosegretario alla presidenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna. Nominato dal presidente Stefano Bonaccini, assume l’incarico succedendo ad Andrea Rossi, neo parlamentare dimessosi dopo l’elezione alla Camera dei Deputati lo scorso 4 marzo.

In particolare, Manghi coadiuverà la Giunta e Bonaccini rispetto alle deleghe che il presidente ha tenuto per sé, a partire da quella allo Sport, con, fra le altre cose, la vasta operazione sull’impiantistica sportiva che vedrà nei prossimi mesi 120 Comuni, da Piacenza a Rimini, ristrutturare o realizzare nuovi campi da gioco, palestre, piscine e strutture per tutte le discipline grazie ai 35 milioni stanziati dalla Regione e al relativo bando di cui è appena uscita la graduatoria. La presidenza lavorerà direttamente su altri due fronti trasversali che Bonaccini ritiene strategici per l’ultima parte della legislatura: quello alle politiche sulla montagna e la sfida sul regionalismo differenziato, che vede la Regione impegnata nell’ottenimento di una maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna entro fine anno, sulla base del percorso previsto dall’articolo 116, terzo comma della Costituzione.

“Do il benvenuto a Giammaria Manghi e ringrazio Andrea Rossi per il prezioso lavoro che ha svolto in questi anni- afferma il presidente Bonaccini-. Si tratta di amministratori la cui esperienza e conoscenza del territorio e delle problematiche delle comunità locali rappresentano un valore aggiunto indispensabile. Prima con Rossi e ora con Manghi proseguiremo nell’azione di governo regionale continuando a dare all’Emilia-Romagna strumenti di crescita e attrattività, secondo un modello di sviluppo sostenibile associato a politiche di welfare che aiutino chi ha bisogno e che diano nuove opportunità ai nostri giovani”.

Nato a Parma il 20 aprile 1970 e sposato con Paola, Manghi è laureato in Magistero in Materie letterarie, è titolare di una cattedra di lettera all’istituto BUS Pascal di Reggio Emilia e ha insegnato per 13 anni alla scuola primaria.

Presidente della provincia di Reggio Emilia e sindaco di Poviglio dal giugno 2009 – dopo essere stato consigliere comunale dal 1995 al 1999 e successivamente vicesindaco – Manghi è stato anche segretario provinciale della Margherita da marzo a novembre 2007, poi responsabile degli enti locali del Partito democratico reggiano fino al novembre scorso.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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