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Da: Ufficio stampa Regione Emilia Romagna

Un riconoscimento a città e Comuni del territorio che hanno raggiunto i migliori risultati nell’innovazione e diffusione digitale. Sono 16 i Comuni e 3 le Unioni premiati con Smarter Race, il primo riconoscimento dedicato alle città “intelligenti” lanciato dalla Regione Emilia-Romagna, una delle più digitalizzate d’Italia, che marcia verso il traguardo della connessione sul 100% del territorio a zero differenze tra luoghi, persone e citta entro il 2025.

In provincia di Ferrara è Tresigallo, il comune nel cuore della pianura che si è aggiudicato il premio nella categoria di riferimento “per aver saputo valorizzare innovazione nell’erogazione nei servizi e lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Premiate anche le Unioni di Comuni della Bassa Romagna, Valle del Reno, Lavino e Samoggia, Reno Galliera.

Il riconoscimento è stato consegnato oggi dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Agenda digitale, Raffaele Donini, nella cerimonia che si è tenuta all’Opificio Golinelli a Bologna.

“Siamo in gara per portare tutto il territorio a competere con le aree più evolute d’Europa- ha sottolineato l’assessore-. SmartER individua le aree su cui investire e quelle in cui ci sono maggiori differenze. Nei prossimi anni continueremo a lavorare per garantire la banda ultra larga su tutto il territorio (entro il 2019 oltre cento cantieri in cento comuni), aumentare i punti Wi-Fi ad accesso libero e gratuito (oggi sono 6700), le competenze digitali per giovani ed adulti che dovranno essere la priorità di intervento, come anche la semplicità nell’accesso ai servizi pubblici. Un futuro possibile se si lavora insieme come comunità regionale”.

La classifica dei vincitori è stata stabilita in base al punteggio più alto calcolato secondo Smarter, un indice sintetico di misurazione elaborato per misurare i progressi nella digitalizzazione dopo un’indagine effettuata nel 2018 su 331 Comuni e promossa da Regione e Agenda Digitale in collaborazione con Ervet SpA, Ernest&Young e Lepida ScpA e con il patrocinio di Anci Emilia–Romagna.

Indice Smarter: i risultati in Emilia-Romagna
L’indice SmartER è elaborato sulla base di 131 indicatori, con lo scopo di valorizzare le strategie e le azioni di tutto il territorio indirizzate all’obiettivo di coniugare innovazione tecnologica con sostenibilità ambientale e collaborazione civica.

In base ad una rielaborazione degli oltre 480 indicatori dello Smart City Index 2018 in chiave regionale l’Emilia-Romagna è al primo posto, tra le Regioni italiane, per il livello di “smartness” raggiunto dalle sue città e si posiziona davanti a Lombardia e Umbria.
La regione emerge nella sensoristica (sensori utilizzati nelle città per traffico, ambiente, luce), nella delivery platform (piattaforme di servizi online), nei servizi e nella vision & strategia, mentre nelle infrastrutture è seconda solo alla Lombardia. Risulta meno efficace in tema Smart Citizen e Smart Economy: i risultati indicano che occorre lavorare in particolare sulla riduzione dell’inquinamento e l’incentivazione delle Pmi innovative e delle startup.

Più in dettaglio in base all’indagine su 278 comuni in unione, 96 hanno raggiunto risultati superiori alla media (35%), così come 7 comuni singoli su 43 (16%).

Risultati superiori alla media anche per 22 comuni montani su 119 (18%); per 5 comuni di pianura sotto i 5000 abitanti su 46 (11%) e per 41 su 111 tra 5000 e 15000 abitanti (37%); per 38 su 48 comuni con più di 15.000 abitanti (79%) e per tutti i capoluoghi.

Inoltre, dall’analisi incrociata di indicatori di contesto e di innovazione emerge che 80 comuni della regione si posizionano nell’area dello sviluppo armonico e integrato, altri 80 nell’area del benessere analogico, ossia città con un buon contesto ma in difficoltà sugli aspetti innovativi mentre 68 sono città del “riscatto Smart”, vale a dire città che, nonostante un contesto non favorevole hanno investito e ottenuto buoni risultati in ambito digitale

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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