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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Saranno presentati sei lavori che rappresentano un saggio dell’attuale produzione emiliano romagnola, con un taglio internazionale

Bologna – Parte oggi a Bologna una delle novità più interessanti della decima edizione di Biografilm Festival, rassegna che si sta svolgendo in questi giorni nel capoluogo emiliano: Bio To B – Doc&Biopic Business Meeting.
Si tratta di un evento della durata di tre giorni dedicato alla promozione di documentari biografici e biopic realizzato con la collaborazione di D.E-R (Documentaristi Emilia-Romagna) e con il supporto della Regione Emilia-Romagna.

Per l’occasione, buyer italiani e internazionali, distributori e professionisti del cinema avranno l’opportunità di scoprire nuove produzioni italiane ed emiliano-romagnole e di partecipare a tavole rotonde incentrate su project development, pitching, funding, new media e distribuzione di documentari biografici e storie di vita. L’obiettivo è favorire la conoscenza del prodotto italiano – e in particolare emiliano-romagnolo – fra i buyer italiani e internazionali, i distributori e i professionisti del cinema.

È possibile partecipare agli incontri e alle tavole rotonde di Bio To B sottoscrivendo la tessera Biografilm Professional 2014 tramite l’apposito form all’indirizzo http://www.biografilm.it/ingressi. La tessera garantisce anche l’accesso gratuito a tutte le proiezioni di Biografilm Festival 2014 fino a esaurimento dei posti disponibili.

Inoltre, un’occasione importante di visibilità è stata la possibilità di iscriversi al catalogo digitale, la library che sarà promossa da Biografilm Festival in occasione di Bio To B e messa all’attenzione dei buyer, dei seller e degli operatori italiani e internazionali.

Gli ospiti internazionali che hanno confermato la partecipazione a Bio To B sono:
Riccardo Chiattelli di LA EFFE, Alice Damiani di Doc&Film, Maelle Guenegues di Cat&Docs, Peter Jäger di Autlook Filmsales, Philippa Kowarsky di Cinephil, Alberto Lastrucci del Festival dei Popoli, Mike Lerner di Noujaim Films, Giacomo Lopez di RAI 5, Iseult Mac Call della RAI, Fabio Mancini di DOC 3, Patrizia Mancini di Wide House, Nadine Rothshild di West End Films, Nikolas Montaldi del Rotterdam Film Festival, Paul Pauwels di EDN, Roberto Pisoni di Sky, Giacomo Poletti di Mediaset, Alessandro Raja di Festival Scope, Laura Romano di GA&A.

E’ nelle intenzioni degli organizzatori, che questo primo Bio to B si consolidi nel tempo come punto di riferimento imprescindibile per i filmmakers e gli addetti del settore emiliano-romagnolo e diventi un momento di incontro e confronto nazionale per tutto il documentario indipendente di creazione italiano e straniero, promuovendo così la conoscenza alla diffusione delle opere documentarie.
Oltre alla library che raccoglie una quarantina di documentari, saranno presentati alle ‘Works in Progress presentation’ sei lavori che rappresentano un saggio dell’attuale produzione emiliano romagnola, con un taglio internazionale. Di questi sei, i primi tre saranno presentati venerdì 13 giugno dalle 15 in poi presso il Cinema Lumière. Si tratta di: Il Leone all’Operadi Mario Chemello, ovverola parabola della musica lirica dal dopoguerra a oggi, attraverso la lunghissima carriera di Leone Magiera rievocata durante la registrazione di alcuni concerti nel 2013; Meno male è Lunedì di Filippo Vendemmiati, che racconta di un gruppo di ex operai metalmeccanici, ora in pensione, che viene richiamato al lavoro dalle aziende nelle quali gli stessi sono stati impiegati per tutta una vita, per insegnare il mestiere in un’insolita ed originale scuola aziendale che ha aperto la sua linea di produzione all’interno di un carcere; e Sin Lìmites di Giovanni Aloi, la storia del combattimento tra il toro Peseta e il matador Padilla, un film che si addentra nel contesto delle corride a testimoniare la lotta ancestrale tra l’uomo e l’animale, tra la vita e la morte, tra arte e natura.
Sabato 14 giugno, dalle 10 in poi, sempre al Cinema Lumière, saranno presentati gli altri tre progetti: Uberto, o dell’immaginazione di Marco Mensa ed Elisa Mereghetti, che narra la storia dello scenografo Uberto Bertacca (Viareggio, 1936), un percorso artistico che, nell’arco di oltre quarant’anni, ha toccato tutti i momenti fondamentali del Teatro italiano con incursioni nel cinema, nella televisione, finanche al Festival di Sanremo, e collaborazioni all’estero; Uomini Proibiti di Angelita Fiore, un lavoro che affronta il complesso e mai indagato rapporto tra amore terreno e celibato ecclesiastico, mettendo in luce la devastante sofferenza a cui spesso sono soggette le donne che vivono con un prete la forte esperienza dell’innamoramento; e The Black Sheep di Antonio Martino, ambientato nella Libia di oggi, è la storia di Ausman, ex rivoluzionario combattente amazigh, trainer in sicurezza sulle piattaforme petrolifere in un paese che puzza di petrolio e insicurezza, che non vuole arrendersi al fallimento della rivoluzione dopo la vittoria militare.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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