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Auto con conducente, Bertelli: “Utilizzo legittimo”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Nessun uso improprio dell’auto con conducente da parte di Giancarlo Muzzarelli, quando ricopriva il ruolo di assessore regionale alle attività produttive, ma solo la necessità di garantire di lavorare bene e in sicurezza ad un amministratore che, per la rilevanza e la quantità delle questioni che facevano capo al proprio ambito di attività, è stato chiamato a svolgere una straordinaria mole di attività di lavoro.
E’ quanto sostiene la Regione Emilia-Romagna, in risposta alle critiche mosse dal consigliere regionale Giovanni Favia, in merito all’utilizzo dell’auto con conducente da parte di Giancarlo Muzzarelli, fin quando ha ricoperto il ruolo di assessore regionale.
“Favia – spiega Alfredo Bertelli, sottosegretario alla presidenza della Regione – fa riferimento ad una delibera di Giunta che, a suo dire, non sarebbe stata rispettata. Non è vero, perché nella delibera da lui citata sta scritto che “l’uso da parte degli Amministratori delle auto con autista è limitato alle sole funzioni di rappresentanza e istituzionali e in caso di particolari o momentanee difficoltà nell’utilizzo di altri mezzi di trasporto”.
“Mi pare che sia chiaro a tutti – continua il sottosegretario – che l’attività che ha svolto Giancarlo Muzzarelli – se pensiamo a ciò che è accaduto in questi anni nella nostra regione – abbia tutte le caratteristiche per essere considerata una attività certamente non ordinaria e dunque particolare. E vorrei invitare a riflettere su cosa vuol dire affrontare problemi di natura tra loro anche molto diversa, correndo da un capo all’altro dell’Emilia-Romagna”.
“A Muzzarelli – conclude Bertelli – abbiamo sempre chiesto di essere presente laddove c’erano dei problemi da affrontare, senza badare a distanze o a orari. Non sarebbe male, credo, se invece di alimentare inutili polemiche, si rimanesse al merito delle cose”.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
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