Skip to main content

da: ufficio stampa Gruppo Partito Democratico Emilia-Romagna

Calvano e Marchetti (PD): “Avanti con la riforma dei Conservatori avviata nel 1999: non si può più aspettare”

Nel 1999, con la legge 508, l’Italia ha di fatto equiparato i conservatori alle università riformando il sistema AFAM, cioè il settore del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, cui afferisce l’alta formazione artistica, musicale e coreutica, organismo che comprende 77 Istituti di alta formazione musicale. Da allora però la riforma si è fermata e mancano ancora i decreti attuativi per implementarla, in particolare rispetto al reclutamento del personale docente, alla messa a ordinamento dei bienni e alla statalizzazione dei Conservatori non statali (19 sui 77 complessivi). In regione si contano ben cinque istituti statali (Parma, Bologna, Piacenza, Ferrara, Cesena) e quattro pareggiati (Reggio Emilia e Castelnovo Né Monti, Modena e Carpi, Ravenna, Rimini), oltre ad altre scuole civiche di sicura solidità e tradizione.

“Il 13 febbraio scorso, in decine di città italiane e in molti centri dell’Emilia-Romagna, musicisti, cantanti e artisti si sono mobilitati con volantinaggi, maratone musicali e spettacoli per sensibilizzare i cittadini rispetto allo stato di salute dell’alta formazione artistica. Il loro messaggio ci è arrivato e lo vogliamo fare nostro.” dichiarano Paolo Calvano, Consigliere e Segretario PD dell’Emilia-Romagna nonché primo firmatario di una risoluzione sul tema sottoscritta anche dal Capogruppo PD Stefano Caliandro e da altri 20 Consiglieri PD, e la collega Francesca Marchetti, Responsabile Scuola della Segreteria regionale del partito.

“In Emilia-Romagna l’offerta culturale è estremamente ricca, sia in relazione alle strutture che alle numerose iniziative e attività promosse da organismi pubblici e privati che la nostra Regione da sempre valorizza: tante e di qualità sono le attività di formazione legate alla musica e non dimentichiamo i finanziamenti alle attività di produzione, distribuzione, organizzazione di rassegne e festival di tutti i generi musicali e cura eventi promozionali all’estero. – citano Calvano e Marchetti – Chiediamo quindi un tavolo regionale di consultazione con gli Istituti musicali del nostro territorio al fine di favorire l’interlocuzione tra il livello politico-istituzionale e le Conferenze dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti e rivolgiamo tutta la nostra attenzione alla protesta vivace e appassionata di chi lo scorso 13 febbraio ha chiesto che la riforma avviata nel 1999 prosegua e dia pieno riconoscimento ai nostri Conservatori e a chi vi studia e insegna.”

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it