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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – “Vogliamo conoscere le ragioni di ciò che è successo e rispondere ai tanti perché dei cittadini e alle loro preoccupazioni, che sono anche le nostre. Serve inoltre riconoscere l’eccezionalità e l’unicità del sovrapporsi di due calamità in uno stesso territorio, per mettere in campo misure adeguate”. Lo ha sottolineato questa mattina l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante la sua comunicazione in aula all’assemblea legislativa sull’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi la Bassa modenese, già duramente provata dal terremoto del 2012.
“L’obiettivo a cui stiamo lavorando con determinazione – ha proseguito Gazzolo – è il risarcimento in tempi certi di tutti i danni subiti da privati, aziende, strutture e infrastrutture pubbliche”.
Entro questa settimana il Consiglio dei ministri riceverà l’istruttoria completa relativa all’evento, come ha dichiarato il prefetto Franco Gabrielli, in visita domenica scorsa nelle zone colpite dalla calamità: i tecnici del Dipartimento nazionale della Protezione Civile sono attualmente sul posto per effettuare il sopralluogo necessario.
Per valutare le cause della rottura dell’argine del fiume Secchia, con decreto del Presidente Errani del 24 gennaio è stata istituita una commissione scientifica: Gazzolo ha annunciato che, per garantire terzietà assoluta, della commissione faranno parte le Università di Padova, Bologna, Ferrara e Modena-Reggio Emilia, che metteranno a disposizione esperti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica. Saranno loro ad assicurare supporto professionale e pareri tecnici indipendenti di cui si avvarrà il gruppo di lavoro, anch’esso costituito con decreto di Errani, per svolgere un’analisi strutturale delle arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale Naviglio. Di questo gruppo fanno parte esperti regionali e tecnici delle autorità competenti.

La situazione ad oggi
Sono scesi a 308 gli sfollati ancora ospitati nelle strutture d’accoglienza: dall’inizio dell’emergenza si sono rivolti ai Centri operativi comunali e ai centri di prima accoglienza oltre 1.500 persone, delle quali circa 800 hanno ottenuto accoglienza, mentre le rimanenti hanno provveduto a sistemazioni autonome.
Proseguono incessantemente le ricerche del disperso, Giuseppe Oberdan Salvioli, trascinato dalla corrente mentre prestava soccorso: Gazzolo ha espresso a nome dell’intera Regione la vicinanza alla famiglia.
Ad oggi i centri degli abitati di Bastiglia e di Bomporto risultano liberi dalle acque e si sta lavorando per smaltire fango e rifiuti. Risulta in sensibile diminuzione l’acqua nell’area compresa fra i comuni di Camposanto, San Felice e Finale Emilia, dove per giorni sono state in funzione idrovore e motopompe per favorire l’attività del cavo Dogaro e idrovore all’impianto Santa Bianca; elevatissima è stata la velocità di scolo del Burana.
Oggi è prevista la liberazione totale dalle lame d’acqua, salvo complicazioni nella gestione delle manovre idrauliche tuttora in corso, e nei prossimi giorni si riapriranno la paratoie delle casse di espansione del Panaro. Entro la serata i tecnici di Aipo, anche grazie all’apporto di imprese e volontari, richiuderanno tutte le rotte artificiali praticate nei canali per il drenaggio delle acque d’esondazione.
Da ieri le scuole sono state tutte riaperte a Bomporto, ad eccezione della paritaria Caiumi, mentre a Bastiglia il servizio è regolare per la scuola d’infanzia Andersen, la primaria Mazzini e la secondaria di primo grado; il nido è stato spostato presso il circolo Arci; la scuola d’infanzia paritaria Santa Maria Assunta organizza in autonomia l’attività contattando i genitori.

La dinamica dell’evento e gli interventi effettuati
Nelle prime ore del 19 gennaio, sull’argine destro del Secchia, tra le sezioni di Ponte Alto e Ponte Bacchello, nei pressi della frazione San Matteo, si è aperta una breccia che ha fatto defluire le acque nella pianura circostante. Attorno alle ore 8 – secondo quanto riferito da Aipo – il personale idraulico dell’Agenzia interregionale del fiume Po, già in servizio di piena dalla serata del sabato, veniva raggiunto dalla telefonata di un tecnico del comune di Modena; il dipendente Aipo si è quindi immediatamente recato in località San Matteo tra le 8,15 e le 8,30, dove già erano presente la Polizia municipale, i Vigili del fuoco e i frontisti. La situazione che si presentava era la seguente: la sommità arginale, per un tratto di almeno 15 metri, risultava crollata e sormontata da una lama d’acqua che aveva già allagato le aree al piede dell’argine, confinanti con un paio di aziende. L’apertura è andata progressivamente aumentando, fino a circa 80 metri, a causa della pressione della corrente del fiume. Viene immediatamente allertato il dirigente di sub-area Emilia occidentale di Aipo.
L’Aipo si è immediatamente attivata in un lavoro senza sosta che ha permesso di chiudere la falla in 48 ore, alle 6 di martedì 21 gennaio; in totale, secondo la stima redatta da Aipo in collaborazione con Arpa Simc di Parma, il volume d’acqua che ha attraversato la rotta è stato di oltre 13 milioni di metri cubi. Ieri si sono conclusi i lavori di impermeabilizzazione dell’argine e la successiva infissione di una serie di palancole di tenuta e consolidamento per un’estensione di 60 metri: è possibile ipotizzare un impiego di più di 10 mila metri cubi di pietrame e 5 mila metri cubi di terra. Nei prossimi giorni l’intervento sarà completato con il ripristino della difesa arginale per garantirne piena efficienza.

Le risorse chieste al Governo
Lunedì 13 gennaio, una settimana prima dell’alluvione, nei termini stabiliti dal Ministero dell’ambiente per presentare i nuovi interventi da candidare a finanziamento già dotati di progetto preliminare, la Giunta ha approvato una delibera con cui si propone al Ministero il finanziamento di 16 milioni per opere cantierabili a breve per la sistemazione del nodo idraulico di Modena. Ad essi si aggiungono 3 milioni richiesti con un successivo atto deliberato ieri, per un totale di 19 milioni per costruire un Piano straordinario di interventi sul nodo idraulico, immediatamente cantierabili.

Le azioni messe in campo dalla Regione
Sul posto, fin dalle prime ore dell’emergenza, si sono recati il presidente della Regione Vasco Errani, il presidente della Provincia Emilio Sabattini, il prefetto di Modena Michele Di Bari, i Vigili del fuoco, e i tecnici delle strutture competenti, in raccordo costante con i Comuni interessati dall’alluvione.
Il 20 gennaio Errani ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale ed è stata immediatamente inviata una relazione preliminare dell’evento al Capo del Dipartimento nazionale della protezione civile, prefetto Franco Gabrielli. In attesa delle decisioni del Governo il Presidente ha dichiarato lo stato di crisi regionale per la durata di 90 giorni, assicurando ai Comuni e alla Provincia la copertura di ogni spesa necessaria per affrontare l’emergenza.
Con lo stesso decreto si è provveduto all’istituzione di un Comitato istituzionale e di un Centro di coordinamento operativo. Il primo, volto ad un’efficace gestione dell’emergenza e ad un pieno coordinamento tra tutti gli enti interessati, è presieduto dal presidente Errani ed è composto dall’assessore Gazzolo, dal prefetto e dal presidente della Provincia di Modena, dal presidente dell’Unione dei Comuni del Sorbara e dai sindaci dei Comuni maggiormente colpiti; ha il compito di valutare e concordare le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza. Il Centro di coordinamento operativo opera a supporto del Comitato istituzionale; coordinato dalla Provincia di Modena, è formato da dirigenti e funzionari della Regione e dell’Agenzia regionale di Protezione civile ed è articolato in varie funzioni: tecnica, volontariato, logistica, assistenza alla popolazione, servizi essenziali e tutela dell’ambiente, servizi scolastici, assistenza sociale e comunicazione

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