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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Prenderanno parte a corsi di 600 ore, di cui 240 di stage, che si svolgeranno a Bologna, Piacenza e Codigoro (Ferrara). Approvate dalla Giunta in questi giorni le prime proposte, ma il bando è ancora aperto: gli Enti di formazione accreditati hanno tempo fino al 30 novembre per presentare altri progetti. 1 milione di euro le risorse disponibili

Bologna – Non hanno concluso la scuola media superiore e, al momento, non studiano e non lavorano. Però per loro si sta per aprire una nuova possibilità: 36 ragazzi tra i 18 e i 24 anni sono infatti i destinatari di un percorso di formazione, che ha come obiettivo quello di permettere loro di conseguire una qualifica professionale. I corsi, finanziati dalla Regione attraverso i fondi europei, daranno ai partecipanti la possibilità di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie ad inserirsi nel mondo del lavoro, presso imprese che hanno necessità di nuove professionalità e che mettono a disposizione nuovi posti di lavoro. Sono state approvate in questi giorni dalla Giunta regionale, infatti, le prime tre proposte formative del bando che ha l’obiettivo di diminuire la dispersione scolastica, cioè la percentuale dei giovani tra i 18 e 24 anni in possesso al massimo della licenza media, che non lavorano e non frequentano corsi scolastici né svolgono attività formative.
Si tratta di tre percorsi da 600 ore, di cui 240 di stage, che si svolgeranno in tre province dell’Emilia-Romagna (Piacenza, Bologna e Ferrara) e che renderanno possibile conseguire la qualifica di Operatore meccatronico dell’autoriparazione (luogo di svolgimento Piacenza), Operatore della ristorazione (Bologna) e Operatore meccanico (Codigoro, Fe). I fabbisogni formativi e professionali dei giovani e gli impegni delle imprese sono stati formalizzati in un Accordo di partenariato.
Approvati i primi progetti, il bando della Regione rivolto agli Enti di formazione accreditati rimane aperto, fino al 30 novembre 2018 e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Tali Enti hanno quindi ancora tempo e possibilità di presentare progetti relativi ai corsi di formazione specifici contro la dispersione. A disposizione c’è 1 milione di euro del Programma operativo del Fondo sociale europeo. Ridurre la percentuale di dispersione al di sotto del 10%, infatti, è uno degli obiettivi della Strategia Europa 2020. In Emilia-Romagna, dove nel 2016 si è rilevato un tasso di dispersione dell’11,3% (a fronte del 13,8% di media italiana), il tasso di iscrizione alla scuola superiore è alto, ma per quella parte della popolazione scolastica che comunque non raggiunge l’obiettivo di un titolo conclusivo o delle competenze di una qualifica, la Regione ha scelto di agire su due fronti con politiche mirate. Da un lato, in chiave preventiva, ha deciso di rafforzare il sistema regionale di Istruzione e Formazione Professionale, per garantire anche in modo personalizzato l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione e del diritto-dovere all’istruzione e formazione. Dall’altro, ha reso disponibile un’offerta formativa che permetta ai giovani che hanno assolto il diritto-dovere con il compimento dei 18 anni, di rientrare nei percorsi formativi per conseguire una qualifica professionale regionale coerente ai fabbisogni delle imprese.

Informazioni per gli Enti interessati a partecipare al bando
Gli Enti di formazione che intendono proporre altri progetti di corso dovranno seguire la procedura web disponibile su https://sifer.regione.emilia-romagna.it e inviarli per via telematica. Per maggiori informazioni sulla possibilità di presentare altri progetti formativi: http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/bandi-regionali/invito-operazioni-formazione-contrasto-dispersione-scolastica

Informazioni al cittadino
Per avere informazioni sulla possibilità di partecipare ad altri percorsi formativi di questo tipo è possibile contattare l’ Urp della formazione, al numero verde 800 955 157, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il lunedì e il giovedì anche dalle 14,30 alle 16,30.
/BM

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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