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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Protezione civile – Presentato a Bologna, nella sede della Regione, il “Libro verde della solidarietà 2013” dell’Associazione nazionale alpini. Oltre 120 mila le ore di lavoro prestate in regione dalle Penne nere e 265 mila euro donati. Grande impegno per le emergenze terremoto e alluvione

Bologna – Oltre 120 mila ore di lavoro prestate e quasi 265 mila euro raccolti e devoluti per iniziative di solidarietà: è quanto hanno fatto nel 2013 gli Alpini in Emilia-Romagna. In totale le ore lavorate in Italia sono state 2 milioni e 114 mila; in termini economici, prendendo come parametro il compenso orario di un manovale, corrispondono a 58 milioni di euro. La raccolta di fondi a livello nazionale ha raggiunto 6 milioni e 865 mila.
Sono alcuni dei dati contenuti nel “Libro verde della solidarietà 2013” dell’Associazione nazionale alpini, illustrato oggi a Bologna nella sede della Regione. Per la presentazione quest’anno è stata scelta l’Emilia-Romagna proprio per il forte e storico legame che la unisce all’Ana, ulteriormente cementato in seguito alle calamità naturali che hanno colpito il territorio emiliano-romagnolo: il sisma del 2012 e l’alluvione del 2014.
“Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare questo evento: il Libro verde racconta un impegno che continua da sempre e che di giorno in giorno si completa di pagine nuove, pagine di solidarietà e generosità – ha affermato l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo -.Il contributo di migliaia di Alpini durante le emergenze che negli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare è stato fondamentale e prezioso, e questa è per noi l’occasione migliore per dire ancora una volta grazie a loro e a tutti i volontari che hanno affiancato con generosità l’operato delle istituzioni”.
Gran parte delle ore lavorate dalle “Penne nere” riguarda infatti l’impegno per far fronte alle due emergenze: 40 mila le giornate prestate dopo il sisma, pari a 320 mila ore lavorate, e oltre 9.000 le ore dedicate agli interventi successivi alla rottura dell’argine del Secchia. Un contributo a cui si è aggiunto quello economico: ha superato infatti 1 milione di euro la raccolta fondi promossa dall’Associazione per la ricostruzione della scuola materna di Casumaro di Cento, in provincia di Ferrara. Fortemente danneggiata dal sisma, è stata riedificata in pochi mesi anche grazie al contributo dei volontari.
“Abbiamo lavorato per cercare di risollevare insieme un territorio così fortemente colpito in poco tempo da due gravi calamità – ha sottolineato il presidente dell’Ana Sebastiano Favero -. In cambio, però, abbiamo avuto il calore di questa gente straordinaria, che ci ha dato un esempio di grande dignità e forza di volontà”. “Pochi minuti dopo le prime scosse del terremoto – ha ricordato il presidente del Centro studi Ana Luigi Cailotto – gli Alpini dell’Emilia-Romagna erano già scesi in strada per prestare soccorso: centinaia di volontari si sono attivati da subito con generosità e competenza e continuano a farlo, giorno dopo giorno”.
All’incontro erano presenti il sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli, il sindaco di Cento Piero Lodi, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Bologna Emanuele Burgin e alcuni assessori del comune di Novi di Modena, che hanno voluto rinnovare la propria gratitudine agli Alpini.

L’Associazione nazionale alpini
Sono cinque le sezioni dell’Associazione nazionale alpini presenti in Emilia-Romagna: Bologna-Romagna con 47 gruppi, Modena 41, Parma 48, Piacenza 45 e Reggio Emilia 38. Complessivamente l’Ana può contare su 81 sezioni in Italia e 36 all’estero. Fondata nel 1919, tra le sue molteplici attività ci sono l’aiuto alle comunità locali, assistenza agli anziani, protezione civile nelle aree colpite da calamità naturali, attività per i giovani, contributi a enti benefici, materiale per i reparti in armi impegnati in operazioni di pace.
Il Libro verde viene spedito ai gruppi e alle sezioni dell’Associazione nazionale alpini, che lo consegnano ai sindaci e alle autorità locali. Non è in vendita, ma è possibile scaricarlo dal sito www.ana.it /EC

In allegato una foto dell’incontro: oltre ai rappresentanti dell’Ana e all’assessore Gazzolo, alcuni sindaci e assessori dei comuni colpiti dal terremoto.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

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