Difesa del suolo. Castel San Giovanni (Pc), cresce di 17 mila metri cubi la capacità di invaso della Cassa di espansione del Rio Lora. Potenziate e migliorate le tecnologie per renderla più sicura.
L’assessore Priolo: “Un intervento in chiave di prevenzione dei rischi a protezione di un centro abitato particolarmente popoloso. La capacità d’invaso sale complessivamente a 72 mila cubi con un investimento di oltre 217 mila euro”.
Bologna – Continuano i lavori per mettere in sicurezza l’abitato di Castel San Giovanni, in caso di piene del Rio Torto-Lora.
Cresce di 17 mila metri cubi la capacità d’invaso dell’area di laminazione alle porte del popoloso comune del piacentino. La Regione ha infatti concluso i lavori di ampliamento della Cassa di espansione, portandola a 72mila metri cubi rispetto ai precedenti 55 mila.
“Il cantiere ultimato va a completare il progetto originario della Cassa, che non era mai stato terminato: si trattava di un’opera sottodimensionata- spiega Irene Priolo, assessore regionale alla difesa del suolo e alla protezione civile-, che ora trova sviluppo e piena attuazione così come inizialmente prevista. L’intervento è a protezione del terzo centro abitato più importante della pianura piacentina e si inserisce nella strategia regionale che punta alla prevenzione dei rischi: non solo si sono accresciuti i volumi, ma si sono anche potenziate e migliorate le tecnologie a servizio dell’impianto per renderlo più efficiente”.
In tutto la Regione ha investito 217.500 euro. I lavori sono stati attuati dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e si sono conclusi a fine aprile.
Cosa è stato realizzato:
Oltre all’ampliamento del volume della cassa, ottenuto con nuovi scavi nei terreni acquisiti a demanio, è stata potenziata l’efficienza dei manufatti.
In particolare, sul tratto del rio Torto in prossimità dello scarico di superficie sono stati sostituiti i “gabbioni” in pietrame messi a protezione degli argini.
Sulla sponda destra della Cassa, la cosiddetta “finestra idraulica”, è stato inoltre realizzato un rivestimento in pietrame per evitare continui e onerosi interventi di manutenzione. Per acquisire dati in tempo reale si sono installati strumenti di monitoraggio idrometrico.
Inoltre, lungo la sponda destra del rio Torto si è realizzato un nuovo accesso con sbarre di protezione per garantire la sicurezza della cassa, completando l’intervento con lo sfalcio della vegetazione e la semina.
Al termine dei lavori è stato eseguito un rilievo topografico dell’intera area al fine di valutare futuri interventi anche in funzione dello studio idrologico-idraulico in corso.
Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro.
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
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Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
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