Zona rossa
Riccardo Francaviglia
Vagavo per casa con un mal di testa insopportabile dovuto al famigerato virus contratto non si sa come nonostante le precauzioni seguite con estrema ubbidienza. Non riuscivo a leggere né disegnare, figuriamoci! A stento qualche puntata di una serie tv a caso. Non ero abituato a stare senza fare nulla, a rotolare dal letto al divano e dal divano alla sedia della cucina, senza realizzare qualcosa, senza progettare. La condizione di malato mi preoccupava al punto da temere che quell’annullamento dello stimolo creativo perisse del tutto e per sempre rosicchiato dal virus. Sapete, noi inventori di storie nati nel ventesimo secolo, in fondo temiamo che anche questa capacità possa essere a tempo determinato; che un giorno si presenti uno con un impermeabile blu e un cappello e ti revochi la licenza di creare e ciao…
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