Regione:lunedì 20 luglio seduta a Piacenza e visite nei comuni della provincia
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Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna
La Giunta regionale sul territorio: lunedì 20 luglio seduta a Piacenza e visite nei comuni della provincia. Costruire insieme alle comunità locali una ripartenza che metta al centro il lavoro e la crescita sostenibile.
La sanità in primo piano, ma anche l’incontro con i sindaci della provincia. Appuntamenti a Fiorenzuola, Piacenza, Castel San Giovanni, Bobbio, Travo, Gazzola. Alle 13.30 a Piacenza l’incontro con la stampa
La Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini continua il suo viaggio nel territorio. La prossima tappa è quella di lunedì 20 luglio a Piacenza e provincia, l’area più colpita dalla pandemia.
E proprio la sanità è uno dei temi al centro della giornata, che vedrà anche la seduta di Giunta tenersi nel capoluogo. Seduta che sarà preceduta dall’incontro con i sindaci del piacentino. All’ordine del giorno, la condivisione di provvedimenti a favore del territorio.
Fiorenzuola, Castel San Giovanni, Bobbio, Travo e Gazzola, le altre tappe della giornata, insieme a Piacenza.
Il programma nella provincia piacentina
Prima iniziativa della giornata a Fiorenzuola alle 9.30. Qui, il presidente Bonaccini e la Giunta, insieme al sindaco Romeo Gandolfi, visiteranno il Blocco A dell’Ospedale Unico della Val D’Arda e l’ex Municipio sede della futura Casa della salute, nell’ambito di un progetto di riqualificazione dell’area per la realizzazione di una Cittadella della salute.
Tappa successiva Piacenza, dove – accompagnati dalla sindaca Patrizia Barbieri – faranno un sopralluogo all’ex ospedale militare (ore 11). Poi l’incontro con i sindaci della provincia (ore 12.30, sede del Comune, Piazza Cavalli, 2).
Sempre nella sede del Comune (Salone Palazzo Gotico), successivamente Bonaccini presiederà la seduta della Giunta regionale, per poi incontrare i giornalisti (ore 13.30).
Il programma del pomeriggio prevede alle 15 l’arrivo a Castel San Giovanni per un incontro con la Giunta comunale e alle 17.30 a Bobbio per una visita all’Ospedale di comunità, recentemente dotato di un tavolo radiologico telecomandato all’avanguardia, e al macello comunale, per il quale è previsto un progetto di riqualificazione della struttura.
Alle 19.30 la visita a Travo, dove è in corso un progetto di riqualificazione di Piazza Trento. Ultima tappa alle 20.40 il Castello di Rivalta, nel comune di Gazzola. /PF
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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