EDITORIA
Aperto il bando da 1 milione di euro per sostenere chi fa informazione locale in Emilia-Romagna
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Da: Regione Emilia Romagna
Esce oggi il bando da un milione di euro per sostenere le imprese e gli altri soggetti dell’informazione locale operanti in Emilia-Romagna. Anche il loro lavoro, rivolto ai cittadini e alla società regionale, è stato fondamentale durante la fase del lockdown, con giornalisti, tecnici e operatori che non si sono mai fermati. Un contributo straordinario legato alla messa a disposizione gratuita di spazi per campagne di comunicazione istituzionale della Regione – di Giunta e Assemblea legislativa – esclusivamente su temi inerenti l’emergenza Covid-19 e le sue conseguenze.
Da oggi e fino al 15 luglio, possono presentare domanda le imprese aventi qualsiasi forma giuridica e le imprese editrici costituite come cooperative di giornalisti o enti senza fini di lucro, attive nell’ambito territoriale regionale e iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC).
Il bando è aperto a soggetti di tutti i comparti: emittenti radio-televisive; stampa cartacea quotidiana e periodica, regionale e locale; testate giornalistiche on line; agenzie di stampa quotidiane.
Fra i requisiti richiesti, la testata giorrnalistica regolarmente registrata, un direttore responsabile, l’attività giornalistica svolta esclusivamente da personale iscritto all’Albo professionale, essere in regola con il pagamento degli stipendi e i versamenti contributivi previdenziali di tutto il personale.
Il contributo regionale andrà da un minimo di 3.600 euro per le testate on line a un massimo di 10mila euro per la stampa cartacea quotidiana e le emittenti televisive, per la diffusione di 6 campagne regionali da agosto a dicembre 2020.
“Si tratta di uno stanziamento straordinario annunciato dal presidente Bonaccini che si aggiunge alle risorse destinate all’attività ordinaria di comunicazione istituzionale della Regione- afferma Davide Baruffi, sottosegretario alla presidenza della Giunta-. Vogliamo dare un segnale immediato all’informazione locale, che ha avuto un ruolo fondamentale durante l’emergenza sanitaria, ritrovandosi anch’essa alle prese con le ripercussioni economiche dovute alla crisi che ne è seguita. L’obiettivo è quello di sostenere più soggetti possibile, prestando attenzione anche a realtà forse piccole come dimensioni aziendali, ma radicate e presenti nei territori, come le testate web o i settimanali e i periodici locali, spesso gestiti da società i cui titolari sono i giornalisti stessi. Per questo abbiamo esteso la platea dei soggetti che potranno ottenere il contributo alle testate gestite da cooperative di giornalisti o associazioni senza fini di lucro, modificando la legge regionale sull’editoria, agendo con questo bando a sportello e una procedura che contiamo possa portarci a erogare i fondi in poche settimane, di certo entro agosto. Fare bene e fare presto era l’impegno che ci eravamo assunti alcune settimane fa in due incontri di confronto preliminare con tutte le associazioni e le categorie del settore, al fine di calibrare al meglio questo bando. Così come, con l’assestamento di bilancio licenziato dalla Giunta e ora al vaglio dell’Assemblea legislativa- chiude Baruffi-, daremo corso all’altro impegno assunto: un ulteriore milione di euro stanziato per una misura più strutturale di sostegno al settore dell’editoria, attenta al lavoro di chi vi opera ogni giorno”.
Il bando e tutte le informazioni per richiedere il contributo sono disponibili al link:
https://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/bandi/bando-per-la-concessione-di-contributi-alle-imprese-dell-informazione-locale
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
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Francesco Monini
direttore responsabile
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